Il fallimento di TBD, dopo quello di altri siti analoghi di giornalismo iperlocale che lo hanno preceduto, è, secondo Alan D. Mutter, una conferma che questo tipo di giornalismo è più una promozione di marketing che una speranza concreta per l’ industria editoriale – Alemno per ora, costano un sacco di soldi e sfioriscono presto per mancanza di interesse – E poi audience piccola e spese grandi, ricavi piccoli e perdite grandi – Ma non è ancora detto: ora ci prova con AOL, che ha investito 50 milioni di dollari nel settore
La rapida implosione del tanto strombazzato sito di informazione TBD (che copre Washington) è una ulteriore conferma che il giornalismo iperlocale è più una promozione di marketing che una speranza concreta per l’ industria giornalistica.
Lanciata con grandi parate e fanfare e con generosi investimenti solo sei mesi fa dalla Allbritton Communications, TBD – rileva Alan D. Mutter su Reflections of a Newsosaur – è stato l’ ultimo tentativo di creare nella capitale dei siti web dedicati a una intensa copertura locale che, si sperava, avrebbero dovuto attrarre un grande e leale seguito. Invece, costano un sacco e sfioriscono per mancanza di interesse.
Prima di TBD, il cui staff e i cui obbiettivi verranno ovviamente ridotti, in maniera da definire (To Be Determined, TDB, appunto, un gioco di parole, ndr), i due principali esperimenti nel Distretto della capitale erano stati, Backfence, una prionieristica start-up that chiusa nel 2007, e Loudon Extra, un generoso sforzo finanziato senza successo per due anni dal Washington Post, che aveva chiuso nel 2009.
TBD è inciampato per le stesse quattro ragioni che i suoi predecessori non erano riusciti a togliere dal terreno. Si tratta alla fine delle stesse ragioni per cui le start-up concepite male falliscono.
(segue su Lsdi)