L’informazione è un bene strategico da tutelare e difendere. L’Associazione della Stampa Sarda ritiene che l’autonomia e l’indipendenza dei giornalisti siano valori da ribadire soprattutto in prossimità delle consultazioni elettorali.
Il contratto nazionale di lavoro giornalistico stabilisce che il comitato di redazione, quando si ravvisi un pregiudizio alla funzione professionale possa, seppure con carattere non vincolante, esprimere pareri e formulare proposte integrative al direttore in tema di completezza dell’informazione. Lo stesso contratto di lavoro giornalistico stabilisce che i messaggi pubblicitari debbano essere chiaramente individuabili come tali e quindi distinti dai testi giornalistici, anche attraverso apposita indicazione. Ciò allo scopo di tutelare il diritto del pubblico a ricevere una corretta informazione, distinta e distinguibile dal messaggio pubblicitario e non lesiva degli interessi dei singoli. L’Associazione della Stampa Sarda ritiene opportuno ribadire il valore di queste norme a sostegno della dignità della professione giornalistica anche nei momenti di possibili più intense pressioni da parte di interessi extraeditoriali. Soprattutto di fronte a iniziative come quelle che hanno caratterizzato ieri la confezione dei quotidiani “Il Sardegna” e “L’Unione Sarda”. Il primo è stato distribuito con un quartino di fogli che avvolgeva la prima e l’ultima pagina, nel quale s’invitavano i cittadini dell’isola a esprimersi in maniera netta in occasione del referendum di domenica, senza una sufficiente evidenziazione dell’aspetto promozionale del messaggio. Il secondo è stato invece messo in vendita nelle edicole con un “post-it” applicato sulla prima pagina che analogamente suggeriva una perentoria proposta di voto.