''Nel nostro dossier sugli attacchi delle Mafie ai giornalisti italiani documentiamo 23 casi che vanno dalle minacce di morte ai colpi di lupara contro le finestre di casa, fino agli ordigni esplosivi''. Lo ha detto Stefano Marcelli, presidente di Information safety and freedom (Isf), nel corso del Global media forum organizzato a Bonn da Deutsche Welle in collaborazione con Reporteres sans frontieres, Committee to protect journalists, Unesco.
''Il dossier di Isf - spiega una nota diffusa a Firenze - è stato consegnato alle più importanti organizzazioni internazionali che si occupano della sicurezza dei giornalisti e documenta i casi più noti, ma anche quelli sconosciuti verificatisi in poco più di due anni in Puglia, Calabria e Campania''. ''La mafia uccide più giornalisti delle guerre - ha continuato - È compito dei media vigilare su chi lavora in prima linea con il crimine organizzato e rilanciare le inchieste sul mondo finanziario''. ''Le attività criminali producono un fatturato di 90 miliardi l'anno - ha aggiunto Marcelli -. Che fine fanno i soldi della Mafia? Nella finanza italiana, ma anche nella city di Londra o nelle industrie tedesche. E può questa mole di denaro non condizionare in qualche modo anche le proprietà dei media?''. (ANSA)