I vertici Rai aprano subito un'indagine interna sul caso P4 e sui presunti rapporti del faccendiere Luigi Bisignani e Viale Mazzini: è la richiesta del segretario dell'Usigrai, Carlo Verna.
''Quello di Maria Luisa Busi, che lasciò la conduzione del Tg1 delle 20, fu un nobile gesto di dissociazione – afferma Verna in una nota - da una linea editoriale ritenuta inaccettabile. Dunque neanche 'toglierla', come leggo con sconcerto dalle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta P4 pubblicate dalla stampa di oggi, fu un 'merito' così poco onorevole dell'ex dg Mauro Masi, che sfiduciammo con un inedito referendum.
La sua eredità è però pesante: se cancellare era una mission, ebbene i complici di quel disegno sono ancora in Rai. Prende corpo la pista dei demansionamenti dolosi''.
''Leggano i vertici aziendali la sentenza Ferrario, dove si parla di volontà ritorsiva di Minzolini, aprano un'indagine interna immediata che per quanto riguarda gli atti commessi eventualmente da giornalisti chiederemo comunque all'Ordine professionale. Dal nuovo direttore generale Lorenza Lei - conclude Verna - ci aspettiamo atti dovuti di dignità aziendale che legittimino la sua autorevolezza personale, nonostante la gabbia costruita intorno al suo ruolo. Sappia però che non ci sono condizioni per farle sconti''. (ANSA)
P4: GARIMBERTI, IMMORALE E INTOLLERABILE QUANTO ACCADUTO IN RAI
"Dal punto di vista morale è grave, dal punto di vista gestionale è intollerabile" quanto coinvolge la Rai nelle vicende della cosiddetta P4. Lo ha detto il presidente dell'azienda di Viale Mazzini, Paolo Garimberti, durante l'audizione in commissione di vigilanza, dove era stato convocato con il direttore generale Lorenza Lei.
"È insano - ha aggiunto - che la politica metta le sue mani sulla Rai e dentro la Rai". Garimberti è tornato sulla metafora usata ieri a proposito di questa vicenda "troppi schizzi di fango su Viale Mazzini e dintorni. Alcuni portati anche da chi è stato in Rai", per poi sottolineare l'esigenza che "nelle sedi aziendali competenti si faccia chiarezza e pulizia". Quanto piovuto sulla Rai "non è piacevole né come odore né come colore", ha affermato davanti a una commissione di Vigilanza silenziosa. Garimberti ha anche sottolineato che a suo giudizio la politica deve stare fuori dalle nomine, rilevando che spesso non si nominano i più bravi oppure vengono nominati quelli suggeriti. (AGI)
P4: MASS MEDIA; PM, L'INFLUENZA DI BISIGNANI SULLA RAI
MASI, PARLAVO CON BISIGNANI CHE È LEGATO A LETTA PIÙ DI ME
Napoli, 20 giugno - I rapporti di Luigi Bisignani con i mass media ''costituiscono uno dei punti di rilievo che caratterizzano l'attività del sodalizio''. Lo scrivono i pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio in un paragrafo della richiesta di misura cautelare nell'ambito dell'inchiesta sulla P4. ''Se per le notizie scandalistiche viene utilizzato Dagospia dal gruppo Papa-Bisignani, i rapporti con la Rai costituiscono un momento rilevante nella strategia mediatica del gruppo''.
Nella richiesta i pm riportano il verbale delle dichiarazioni rese dall'ex direttore generale della Rai Mauro Masi definendole ''sintomatiche del potere di incidenza e condizionamento esercitato da Bisignani sull'azienda che gestisce il servizio pubblico di informazione radiotelevisiva''.
Masi ha spiegato ai magistrati di aver conosciuto Bisignani nel 1995 quando era portavoce di Dini e di aver incontrato lui e il parlamentare del Pdl Alfonso Papa ''tre o quattro anni fa''.
Più volte Masi risponde ai pm chiarendo il contenuto di alcune intercettazioni di telefonate con Bisignani.
''Nella conversazione in esame faccio riferimento alla posizione che riguardava Gianni Minoli, che come dico mi era stata segnalata anche da Gianni Letta; in particolare con Bisignani si parlava della nomina di Minoli come responsabile delle attività della Rai per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia; Minoli mi veniva segnalato quotidianamente anche da Amato che è il presidente del comitato dei garanti delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità. Nella sintesi della conversazione si dice e si parla di 'fregare' Ruffini nel senso che Ruffini non voleva ospitare sulla seconda serata di Rai Tre la trasmissione di Minoli, di fatto poi è accaduto il contrario, nel senso che ha avuto ragione Ruffini e continua ad andare in onda in seconda serata su Rai Tre 'Parla con me' della Dandini. Dunque ciò che ci diciamo con Bisignani nella conversazione non è accaduto rispetto a quello che riguarda Ruffini. Il Massimo a cui si fa riferimento è Massimo Liofredi che proteggeva la Setta che io non volevo; la 'lei' cui si fa riferimento è la Setta. Effettivamente nelle conversazioni io dico a Bisignani di informare di tali questioni il dott. Letta e ciò perché Bisignani è sicuramente più legato a Letta di quanto lo sia io. Bisignani per la verità insieme a tanti altri mi ha chiesto la cortesia di far lavorare Monica Setta, ma io non l'ho 'rinnovata' perché fa una televisione che non mi piace. Per la Setta mi hanno chiamato esponenti di tutto l'arco costituzionale...''.
Si fa poi riferimento a un'altra telefonata: ''io chiesi a Bisignani di mettermi in contatto con Capezzone sapendo che avevano buoni rapporti...anche per Anna La Rosa mi ha telefonato tutto l'arco politico istituzionale, ritengo compreso Bisignani, sponsorizzando la La Rosa ai servizi parlamentari; anche per Anna La Rosa, come per la Setta, io ero contrario''.
Masi commenta poi un'altra conversazione intercettata. Masi spiega di aver chiesto a Bisignani di informarsi presso Letta su ''quale fosse l'atteggiamento della politica su talune questioni inerenti alle nomine Rai (riferite al digitale); ribadisco che chiedevo a Bisignani di parlare con Letta perché i due avevano un rapporto più diretto e più personale...insomma ho sempre utilizzato Bisignani per sondare il clima politico riferito in particolare al dott. Letta e ad altri personaggi politici e ciò in termine di consiglio''. (ANSA)
P4: GIORNALISTA SETTA ANNUNCIA QUERELE
Roma, 20 giugno - "Dopo aver letto le dichiarazioni rese a verbale da Mauro Masi a proposito del fatto che l'ex dg Rai avrebbe subito influenze politiche per farmi lavorare essendo lui contrario al mio tipo di tivù, ho dato mandato ai miei legali Irene Ferrazzo e Giuseppe Fevola di procedere legalmente nelle opportune sedi per tutelare la mia immagine già gravemente danneggiata dall' ingiustificata cancellazione del programma politico 'Il fatto del giorno' da me condotto su Raidue con ascolti record del 10% nel day time della rete'': è quanto fa sapere, con una nota, Monica Setta, giornalista e conduttrice Rai.
''E la mia 'sparizione' continua, anche dopo Masi'', prosegue Monica Setta. ''Oggi stesso - dice - ho scritto una lettera all'attuale dg Lorenza Lei per avere chiarimenti. Liofredi, infatti, mi aveva riferito di aver presentato un progetto di spazio politico per il pomeriggio di Rai due 2011-2012 e invece quello spazio nei palinsesti che verranno presentati stasera alla Sipra non c'è ''. (ANSA)
P4: RIZZO NERVO, SUBITO OPERAZIONE CHIAREZZA E TRASPARENZA IN RAI
Roma, 20 giugno - "Dopo le indiscrezioni pubblicate sui giornali di ieri le agenzie continuano a riferire notizie secondo le quali la Rai è stata in questi anni eterodiretta da personaggi oggi sotto inchiesta giudiziaria. Per questo insisto che è necessario fare chiarezza con urgenza nell'interesse del servizio pubblico e della sua immagine. Con ostinazione continuerò ogni giorno a porre le seguenti domande: a che titolo il signor Bisignani si occupava di vicende gestionali dell'azienda? Sino a quando ha continuato a farlo? Chi sono stati, oltre all'ex direttore generale Mauro Masi, i suoi interlocutori a viale Mazzini?". Domande che vengono poste da Nino Rizzo Nervo, consigliere Rai. "Perché il signor Lavitola, personaggio già chiacchierato, e il maresciallo La Monica si recavano nella sede di Raitrade? Con chi si incontravano e per quali motivi? Da chi erano stati segnalati? Chi sono – aggiunge - Rizzo Nervo - i dirigenti Rai ai quali allude in un'intervista a Klaus Davi il consulente informatico Gioacchino Genchi?". Dal consigliere di area Pd arriva, quindi, "un appello pressante al presidente Garimberti affinché si faccia presto un'operazione di verità e di trasparenza perché temo che questa volta è a rischio la sopravvivenza del servizio pubblico radiotelevisivo". (AGI)
P4:MONTEZEMOLO, A BISIGNANI CHIESI AIUTO PER E.FENECH IN RAI
Roma, 20 giugno - Sollecitare tramite Luigi Bisignani l'intervento del direttore generale della Rai Mauro Masi in favore di Edwige Fenech: è questo il motivo per cui Luca Cordero di Montezemolo contattò l'ex giornalista e faccendiere finito agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta P4.
Ascoltato lo scorso 23 febbraio dai pm di Napoli, l'ex numero uno di Confindustria spiega di aver fa contattato Bisignani perché agisse ''nell'interesse di Edwige Fenech (e ciò dal momento che so che Bisignani è amico di Masi) che è stata la mia compagna e che produce film o meglio fiction per la Rai''.
''La Rai - aggiunge Montezemolo - si era impegnata a finanziare fiction prodotte dalla stessa Fenech che quindi aveva affrontato spese preliminari''. Per questo - aggiunge - ''io stesso chiamai, in un primo tempo, direttamente Masi da Abu Dabi; subito dopo chiamai Bisignani chiedendogli di intervenire su Masi; ultimamente la Fenech mi ha detto che era ancora in attesa''. Rispondendo ad una domanda degli inquirenti, Montezemolo fa riferimento a una Maserati, alla quale si fa riferimento in una delle intercettazioni, e che - dice - ''Masi mi aveva chiesto di provare e che io gli avevo mandato''. (ANSA)
P4: GARIMBERTI, TROPPI SCHIZZI FANGO SU RAI, ANCHE DA DG MASI
Roma, 20 giugno - "Troppi schizzi di fango, compresi quelli che ci ha tirato addosso l'ex dg". Così, durissimo, Paolo Garimberti, presidente della Rai, a proposito delle indiscrezioni relativamente alla cosiddetta P4 e ai riflessi anche sull'azienda di Viale Mazzini. "Voglio che la Rai - ha detto a margine della presentazione dei palinsesti autunnali - sia trasparente e ne esca pulita. In che modo, sarà valutato e discusso nelle sedi opportune".
Napoli - Il commento del presidente del Cda di Viale Mazzini fa riferimento a quanto si legge nell'ordinanza di custodia cautelare. In particolare alle dichiarazioni rese ai pm Henry John Woodcock e Franceso Curcio dall'ex dg Mauro Masi che ha precisato - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare - di aver conosciuto Bisignani nel 1995 e di averlo incontrato di nuovo "tre o quattro anni fa". Da lui, afferma Masi, "mi sono fatto scrivere la lettera di licenziamento di Santoro". "Ho utilizzato e utilizzo Bisignani per avere un'idea delle reali opinioni di Letta, con il quale io ho un rapporto formale e che invece lui conosce bene. Non escludo di aver chiesto a Bisignani di sondare l'opinione di Letta in ordine al licenziamento di Santoro". Ed ancora, poichè su questo punto "il governo non mi ha dato alcun segnale, ho ragionato con la mia testa - prosegue l'ex dg - io ritenevo di doverlo licenziare". Per il pm proprio i rapporti di Bisignani con gli organi di informazione sono "uno dei punti di rilievo che caratterizzano l'attività del sodalizio" da lui creato con Alfonso Papa e il sottufficiale dei Carabinieri Enrico La Monaca. E le dichiarazioni rese dall'ex dg della Rai sono, per gli inquirenti, "sintomatiche del potere di incidenza e condizionamento esercitato da Bisignani sull'azienda che gestisce il servizio pubblico di informazione radiotelevisiva".
Quella sul licenziamento di Santoro, non è l'unica conversazione riferita da Masi con Bisignani su temi che riguardano l'emittenza pubblica. Masi, le cui conversazioni sono state intercettate chiede a Bisignani, ad esempio, di informarsi di nuovo presso Letta su "l'atteggiamento della politica" in relazione a nomine in Rai per il digitale. (AGI)
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO ASR PAOLO BUTTURINI
“LA VICENDA P4-BISIGNANI E’ UNA VERA EMERGENZA CIVILE
METTE A RISCHIO LA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE E QUINDI LA DEMOCRAZIA”
“Siamo di fronte a una vera e propria emergenza democratica che ha come epicentro l’informazione. Più si chiarisce il quadro investigativo intorno alla cosiddetta P4 e al ruolo di Luigi Bisignani, più si evidenzia una profonda, strutturale stortura negli assetti proprietari, nelle catene di comando, nei management. Insomma, i giornalisti pensavano di giocare una partita, mentre qualcuno nell’ombra la truccava spostando le linee del campo, comprando arbitro e guardalinee e persino orientando le riprese perché la zona del malaffare restasse nell’ombra”.
“Una ragnatela di complicità con fini inconfessabili ma chiarissimi: piazzare “amici” nei centri nevralgici, specie quelli dei media, e orientare affari, spostare l’asse del potere, colpire “nemici”. Fra questi ultimi tutti i giornalisti che non si allineano al pensiero unico, che vogliono informare i cittadini: da Michele Santoro a Lirio Abbate dell’Espresso, al quale qualcuno avrebbe dovuto “accorciare i pezzi”, a Milena Gabanelli. Anche la Rai, come servizio pubblico, deve essere “normalizzata”, e l’ex d.g. Mauro Masi diventa il deus ex machina di questo obiettivo”.
Ma non basta, Bisignani e i suoi determinano anche il mercato pubblicitario e delle testate. E’ Bisignani che sostiene Vittorio Farina come possibile acquirente di alcuni periodici della Rcs, è sempre il “coach” della P4 che suggerisce a Daniela Santanchè attraverso la sua concessionaria di pubblicità, di acquisire testate come Libero, DNews, Epolis, Metro (cioè creare una concentrazione monopolista nella free-press).
Quanti sono gli uomini di questa rete all’interno dell’informazione e delle testate? Quanto contano ancora nel sistema dei media italiani? Non è una questione che si possa liquidare semplicemente. Bisogna accendere la luce e illuminare queste trame per interromperle definitivamente. L’Asr chiede alla Fnsi di mettere in campo una serie di iniziative chiamando la società civile e democratica alla mobilitazione, chiedendo alle istituzioni della categoria, in primo luogo l’Ordine, di vigilare e denunciare qualsiasi commistione fra informazione e trame piduiste, prendendo, se necessario, provvedimenti urgenti. Ma vanno soprattutto difesi gli spazi di libertà, tutelati i diritti dei colleghi all’autonomia e dei cittadini a una corretta informazione”.