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Fnsi 12 Lug 2010

Il Segretario e il Presidente della Fnsi replicano alle dichiarazioni del premier sulla libertà di stampa

Roma, 10 luglio - "All'indomani della protesta straordinaria, il silenzio del mondo dell'informazione contro le norme censorie del ddl intercettazioni, dal presidente del Consiglio era lecito attendersi una capacità di ascolto e l'apertura a una riflessione. Le sue nuove parole di attacco alla stampa si ripropongono, invece, ormai come un disco rotto, tanto è clamorosa l'ennesima inversione della verità in cui si esercita. Gli inglesi direbbero che batte il chiodo nella bara ('beats the nail in the coffin')". Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi.Il Presidente della Fnsi, Roberto Natale: “Il Presidente del Consiglio accusa il colpo dello sciopero dei giornalisti e della straordinaria riuscita della protesta. Le sue gravissime, rabbiose dichiarazioni confermano che la libertà di stampa Berlusconi non la conosce, non l’accetta e non la rispetta”.

Roma, 10 luglio - "All'indomani della protesta straordinaria, il silenzio del mondo dell'informazione contro le norme censorie del ddl intercettazioni, dal presidente del Consiglio era lecito attendersi una capacità di ascolto e l'apertura a una riflessione. Le sue nuove parole di attacco alla stampa si ripropongono, invece, ormai come un disco rotto, tanto è clamorosa l'ennesima inversione della verità in cui si esercita. Gli inglesi direbbero che batte il chiodo nella bara ('beats the nail in the coffin')". Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi.
Il Presidente della Fnsi, Roberto Natale: “Il Presidente del Consiglio accusa il colpo dello sciopero dei giornalisti e della straordinaria riuscita della protesta. Le sue gravissime, rabbiose dichiarazioni confermano che la libertà di stampa Berlusconi non la conosce, non l’accetta e non la rispetta”.

IL SEGRETARIO DELLA FNSI, SIDDI: “DAL PREMIER CI ASPETTAVAMO L’APERTURA A UNA RIFLESSIONE E NON L'INVERSIONE DELLA VERITÀ E UN NUOVO ATTACCO ALLA STAMPA”
Roma, 10 luglio - "All'indomani della protesta straordinaria, il silenzio del mondo dell'informazione contro le norme censorie del ddl intercettazioni, dal presidente del Consiglio era lecito attendersi una capacità di ascolto e l'apertura a una riflessione. Le sue nuove parole di attacco alla stampa si ripropongono, invece, ormai come un disco rotto, tanto è clamorosa l'ennesima inversione della verità in cui si esercita. Gli inglesi direbbero che batte il chiodo nella bara ('beats the nail in the coffin')". Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi.

"La realtà è che la libertà di stampa non è mai troppa, né sufficiente, come appena pochi giorni fa hanno osservato Autorità di Garanzia e vertici istituzionali del Paese: è principio incomprimibile da leggi nazionali, recita il Trattato di Lisbona dell'Unione europea. Va perciò difesa - sottolinea Siddi - non mutilata con limiti che determinino squilibri e la rendano insufficiente, come capita con le norme proposte dal ddl intercettazioni".

"Thomas Jefferson, da statista padre fondatore della più grande democrazia del mondo, quella americana, amava ripetere che i Paesi possono sopravvivere senza i governi ma non senza i giornali e la libera stampa - prosegue Siddi - Dal presidente del Consiglio sarebbe perciò doveroso attendersi ascolto, buone pratiche e riflessione profonda sulle ragioni di una protesta tanto serena quanto severa e vasta come quella di ieri".

"Riflessione sì, inversione della verità no - aggiunge il segretario generale della Fnsi - La libertà di stampa è da sempre la discriminante principale che qualifica i sistemi democratici. Considerare l'informazione nemica è sbagliato ed è espressione di una concezione da sempre sconfitta dalla storia".

"La convivenza civile ha bisogno di equilibrio e responsabilità - conclude Siddi - non di essere minata da minacce e invettive dell'autorità. Il rispetto delle persone è sacro, ma le notizie di interesse pubblico debbono essere rese correttamente disponili ai cittadini, conosciute e non censurate da leggi liberticide e illiberali''. (ADNKRONOS)

 

INTERCETTAZIONI: SIDDI, DA PREMIER CI ASPETTAVAMO RIFLESSIONE

 

ROMA, 10 LUGLIO - ''Gli inglesi direbbero che Berlusconi batte il chiodo nella bara ('beats the nail in the coffin'). Si pretendeva una riflessione severa sul ddl intercettazioni dopo il silenzio dell'informazione di ieri ed invece il premier torna con il suo chiodo fisso, che funziona come un disco rotto tanto è fragorosa l'inversione della verità che una volta ancora propone''. Così il segretario della Federazione della stampa, Franco Siddi risponde alle parole del premier sulla libertà di stampa.

''La libertà di stampa non è mai troppa, né sufficiente come hanno ricordato nei giorni scorsi autorità di garanzia e vertici istituzionali del Paese - continua Siddi - ma è una discriminante che distingue i sistemi democratici da quelli autoritari. Thomas Jefferson padre della democrazia americana da statista amava ripetere sempre che i paesi possano sopravvivere senza i governi ma non senza la libera stampa. Considerare l'informazione nemica è sbagliato ed è una posizione sempre sconfitta dalla storia. la convivenza ha bisogno di equilibrio e responsabilità il rispetto delle persone è sacro, ma le notizie di interesse pubblico debbono essere conosciute e non censurate da leggi liberticide''. (ANSA)

ROBERTO NATALE: “LE DICHIARAZIONI RABBIOSE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLO SCIOPERO DEI GIORNALISTI DIMOSTRANO CHE HA ACCUSATO IL COLPO”

ROMA, 10 LUGLIO - “Il Presidente del Consiglio accusa il colpo dello sciopero dei giornalisti e della straordinaria riuscita della protesta. Le sue gravissime, rabbiose dichiarazioni confermano che la libertà di stampa Berlusconi non la conosce, non l’accetta e non la rispetta

L’uomo che è a capo di una concentrazione mediatico-politica ignota alle altre democrazie cita a sproposito il funzionamento delle società liberali, dove il giornalismo ha solitamente un ruolo di critica al governo per lui inconcepibile, e se la prende di nuovo con quel poco di informazione che ancora sfugge al suo dominio.
Ridicola poi la sua preoccupazione per un “uso sereno del telefono”: se il Presidente del Consiglio si facesse intervistare (come si usa nelle società liberali) e non parlasse solo per monologhi, ci sarebbe da chiedergli se la serenità telefonica da non turbare sia quella dei faccendieri di cui si occupano le cronache giudiziarie degli ultimi giorni. Vicende che mostrano una volta di più quanto sia importante contrastare il disegno di legge Alfano, che si propone di occultare per anni ai cittadini gli scandali che avvelenano la vita pubblica italiana. Il Presidente del Consiglio e il Ministro della Giustizia hanno un modo molto semplice per dimostrare che il loro interesse per la privacy non è solo un pretesto: accolgano la proposta dell’udienza-stralcio (avanzata da tanti esperti e sostenuta anche dai giornalisti), che permetterebbe di tutelare la riservatezza senza intaccare il diritto-dovere di cronaca”.

@fnsisocial

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