«Riunire insieme tutti i giornalisti “sotto tiro” per via del loro lavoro, minacciati dalla malavita, intimiditi con lo strumento delle querele temerarie e dare così vita ad una delle idee e delle battaglie che Santo ha portato avanti fino alla fine». È la proposta lanciata da Giuseppe Giulietti al termine della cerimonia in ricordo di Santo Della Volpe, nella sede dell’Usigrai, durante la quale è stata intitolata all’ex presidente della Fnsi la sala riunioni del sindacato dei giornalisti Rai.
Cerimonia che si è aperta con il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, che ha voluto rivolgere il primo pensiero alle giornaliste e ai giornalisti che si occupano di criminalità organizzata e al processo, iniziato oggi, a Ragusa, a carico del presunto autore delle minacce di morte al collega Paolo Borrometi.
«Il modo migliore per onorare Santo – ha detto il segretario Lorusso – è quello di continuare a lavorare nel solco del percorso segnato dall'impegno di Santo in Fnsi, un impegno caratterizzato soprattutto dalla difesa della parte più debole della categoria: i colleghi precari, i colleghi che vedono messa a rischio la propria incolumità fisica per il loro lavoro in quei territori dove è particolarmente radicata la criminalità organizzata, i colleghi che vengono intimiditi con le cosiddette querele temerarie. Questi temi sono profondamente connessi con l'attività del sindacato, chiamato a garantire la tutela morale, professionale e materiale dei giornalisti italiani».
Commosso il ricordo della moglie di Santo, Teresa Marchesi, che si è detta «colpita dal fatto che ancora le battaglie di cui ho sentito parlare per anni non siano state vinte».
Alla passione di Santo per il lavoro d’inchiesta, infine, ha dedicato il suo intervento Giuseppe Giulietti, secondo cui «il modo migliore di ricordarlo è continuare a fare inchieste, passando il testimone ai più giovani, perché questa passione continui ad essere coltivata. E, sulla scorta del lavoro di Santo, dobbiamo poi riuscire a raggiungere l’obiettivo dell’abolizione del carcere per i giornalisti, di far approvare una norma sulle querele temerarie e di far in modo di tenere le mafie sotto tiro grazie al lavoro dei media».
E infine la proposta: «Santo è stato uno dei volti e delle voci della marcia Perugia-Assisi. Mi piacerebbe che quella fosse l’occasione per riunire insieme tutti i cronisti minacciati dalla mafia, per ascoltare i loro racconti, per ascoltare quello che hanno da chiederci e fornire loro la scorta mediatica. E in quella occasione ricordare Santo. Non per quello che ha fatto nel passato, ma portando in vita la sua grande idea: riunire tutti i cronisti sotto tiro e metterci a loro disposizione», ha concluso Giulietti.