Con il ritorno di Paolo Ruffini a Raitre, con la riserva ovviamente dovuta alla causa ancora in corso, i canali che gli erano stati affidati nel momento in cui aveva lasciato Raitre, ovvero Rai Premium e Rai Educational, vanno ad interim al direttore generale Mauro Masi.
"Quella di Paolo Ruffini è una vittoria simbolo per la libertà di informazione. Siamo contenti per noi e per lui, ma i vertici aziendali si diano loro stessi un voto per tutto quello che hanno determinato e si domandino se quel voto è sufficiente per rimanere a governare viale Mazzini". Lo afferma in una nota il segretario dlel'Usigrai, Carlo Verna.
È questa una delle decisioni assunte oggi dal consiglio di amministrazione della Rai che, dopo una breve pausa, è ripreso ora - a quanto si apprende - con l'illustrazione dei palinsesti autunnali delle reti.
Il voto e la decisione su Ruffini del Cda sono venute dopo la relazione del direttore generale e l'illustrazione del parere legale dell'avvocato Carlo Scognamiglio sulla vicenda. (ANSA)
VERNA (USIGRAI), QUELLA DI RUFFINI È VITTORIA SIMBOLO"Quella di Paolo Ruffini è una vittoria simbolo per la libertà di informazione. Siamo contenti per noi e per lui, ma i vertici aziendali si diano loro stessi un voto per tutto quello che hanno determinato e si domandino se quel voto è sufficiente per rimanere a governare viale Mazzini". Lo afferma in una nota il segretario dlel'Usigrai, Carlo Verna.
"L'irresponsabile gioco dei quattro cantoni -prosegue Verna- lascia ora senza posto Antonio Di Bella , che prima di essere direttore di Raitre era apprezzato responsabile del Tg3. Come si esce dall'effetto domino di tante rimozioni? La Rai si salva solo con una legge sulla governance che la liberi dai partiti. Per questo e per protestare contro l'omissione di interventi sull'evasione del canone, come ieri ha deciso l'assemblea dei giornalisti, siamo pronti a scioperare insieme agli altri sindacati". (ADNKRONOS)
RUFFINI: NON POTEVO FINGERE E C'ERA UN PRINCIPIO DA RISTABILIRE
C'era un principio da ristabilire, ma prim'ancora "non si poteva fare finta di nulla continuando a fare poco o niente". Così Paolo Ruffini, direttore reintegrato a Raitre, commenta la determinazione deliberata oggi del Cda di viale Mazzini. "C'era una decisione della magistratura, un ordine - ricorda Ruffini - che la Rai non poteva non rispettare, emesso per impedire la prosecuzione di un atto che il giudice ha definito illecito e discriminatorio". Per Ruffini, "nessuno dovrebbe essere costretto a ricorrere alla magistratura per vedere ristabilito il confine tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Spesso anzi, per mille ragioni, ci si rassegna a non farlo. E ci si abitua a perdere il senso profondo della legalità, che ogni cittadino dovrebbe avere nella sua coscienza indipendentemente dalle sanzioni giuridiche. E così facendo, ogni giorno, contribuiamo tutti a
costruire un Paese meno giusto, meno bello, sempre più cupo nel suo cinismo. Ma se si ha rispetto di sé e degli altri, la scelta è invece obbligata. È una questione di dignità. Ed è qualcosa che va al di là delle singole persone. Perché appartiene, apparterrebbe, a tutti". Il direttore rimesso al suo posto sottolinea che "fosse stato solo per me, forse sarebbe stato più comodo, più facile, più conveniente intascare lo stipendio e fare finta di nulla continuando a fare poco o niente. Ma non ne sono stato capace. Mi sembrava che non
fosse giusto. Ringrazio con tutto il cuore i miei avvocati Domenico e Giovanni D'Amati, che hanno saputo difendere oltre che me un principio. Il reintegro, sia pure con riserva, è un primo passo. Aspetteremo il giudice del reclamo. Intanto mi ha fatto piacere che sia stato deliberato all'unanimità. Così come sono contento che non esista e che non sia mai esistito un problema fra me e Antonio Di Bella. La questione era ed è un'altra. Era ed è sotto gli occhi di tutti, e non riguarda solo questa vicenda". Il direttore di rete si sofferma quindi sul presidente del Consiglio, "che stando alle agenzie di stampa continua a considerare faziosa e non in linea con il servizio pubblico ogni opinione critica, continua a porre un problema per la libertà di stampa in questo Paese. Ed è un problema che riguarda anche la Rai. A me hanno insegnato che ciò che distingue i Paesi liberali da quelli che non lo sono è semmai la tutela della libertà di opinione e quindi anche del dissenso, non l'obbligo del consenso. Questa è del resto la ragione di vita del servizio pubblico. Questo è ciò che lo distingue da un organo di obbedienza governativa. Per questo, per quella che è la mia parte, continuerò a difendere la possibilità di fare una televisione libera in questo Paese segnato da troppi conflitti di interesse". E Ruffini annuncia che lo farà a cominciare dai palinsesti di Rai3, "rete alla cui direzione oggi sono stato, sia pure con riserva, reintegrato". (AGI)
GIULIETTI, A CASA APPRENDISTI STREGONI
''La Rai è un'azienda ormai allo sbando ed è ora e tempo che se ne vadano gli apprendisti
stregoni ovunque collocati. Era inevitabile che Paolo Ruffini venisse reintegrato perché modi, forme, tempi, interferenze esterne che avevano portato alla sua espulsione non potevano passare indenne il giudizio di qualsiasi tribunale, anche delle toghe piu nere''. Lo afferma il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.
''Era tutto palesemente illegale. Sono stati costretti a reintegrarlo per riparare agli errori e orrori commessi.
Naturalmente ora si devono preparare ad un analogo film interpretato da Antonio Di Bella e dai suoi avvocati che rivendicheranno, a loro volta legittimamente, un ruolo equivalente. Noi intanto - afferma Giulietti – vogliamo esprimere la nostra totale solidarietà a Di Bella e Ruffini e li ringraziamo entrambi per la signorilità e il garbo con cui hanno vissuto queste settimane non prestandosi a tentativi di divisione e strumentalizzazioni. E la nostra solidarietà va ad una rete come Raitre che tenteranno in ogni modo di sfregiare e di sfigurare, a prescindere dal nome del direttore, perché questo - conclude - è il comando ricevuto anche oggi dal premier''. (ANSA)