L'Istituto di Previdenza dei Giornalisti reagisce duramente alle pesanti critiche che il Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia ha rivolto nelle scorse settimane alla gestione dell'Inpgi2 e decide di avviare un'azione legale nei confronti di Franco Abruzzo e dell'Ordine lombardo
Il Presidente dell'Inpgi, Gabrele Cescutti, ha dichiarato: "E' nota l’attenzione critica che il Presidente dell’Ordine giornalisti di Milano, prof. Franco Abruzzo, riserva alla Gestione separata per il lavoro autonomo (Inpgi 2). Nulla da eccepire ovviamente se la critica serve per correggere errori e a migliorare il servizio in favore degli iscritti. Non è tollerabile invece che si reiterino indicazioni errate, in contrasto con le leggi e con le sentenze della Magistratura, e che si ecceda con affermazioni offensive nei confronti di Dirigenti dell’Ente i quali applicano le leggi e i regolamenti. L’ultimo episodio che ha visto protagonista il prof. Abruzzo risale a fine giugno, allorché il Presidente dell’Ordine di Milano, prendendo lo spunto da due lettere (senza firma) di lamentela di due ignoti giornalisti, ha pubblicato sul sito dell’Ordine di Lombardia una “filippica” contro l’Inpgi 2, affermando tra l’altro che: 1) L’Inpgi 2 commetterebbe atti illegittimi esigendo contributi previdenziali ormai decaduti per intervenuta prescrizione quinquennale; 2) Emetterebbe, a mezzo esattoria, cartelle per il ricupero di somme che invece sarebbero state già pagate. Il che, secondo Abruzzo, porterebbe a configurare l’ipotesi “che i giuristi definiscono mala gestio”. La conclusione di Abruzzo, rivolta ai due ignoti giornalisti e, di riflesso, a chi riceva cartelle esattoriali relative a contributi non versati, è lapidaria: “Non pagate”. Provenendo da un Ente di categoria autorevole qual è l’Ordine, le accuse e l’invito alla “disobbedienza” sono particolarmente gravi e pesanti. Di conseguenza quest’ultimo episodio, che segue altre iniziative analoghe assunte nel passato, è stato recentemente esaminato dal Comitato amministratore dell’Inpgi 2 il quale ha deciso, all’unanimità dei presenti, di inviare al Presidente dell’Ordine di Milano una diffida a pubblicare nel sito una rettifica in cui si precisa che: 1) la prescrizione quinquennale, al contrario di quanto afferma il prof. Abruzzo, decorre dal momento in cui l’Ente viene a conoscenza del dovere del giornalista di versare la contribuzione prevista dalla legge. Tale realtà è stata del resto confermata, per tre volte, dai giudici della Sezione lavoro del Tribunale di Roma, in sede di opposizione a cartelle esattoriali per contributi relativi agli anni 1996-97. E’ quindi falso che l’Inpgi 2 compia azioni illegittime. 2) Nessuna cartella esattoriale, emessa nei confronti di iscritti morosi, è stata successivamente ritirata in conseguenza di errori commessi dall’Ente. I ritiri sono invece sempre avvenuti in seguito al pagamento che gli interessati hanno eseguito, dopo il ricevimento della cartella stessa. La rettifica è stata pubblicata nel sito dell’Ordine di Milano lo scorso 21 luglio dal prof. Abruzzo. Il quale tuttavia l’ha fatta seguire dalla reiterata pubblicazione delle sue accuse, nonché dalle lettere (sempre non firmate) contenenti false notizie e considerazioni irridenti nei confronti della Dirigente del Servizio dell’Inpgi 2. A questo punto, su mandato del Comitato amministratore, ho dovuto attivare una causa civile nei confronti del prof. Abruzzo e dell’Ordine dei giornalisti di Milano, al fine di tutelare gli interessi e l’immagine dell’Ente, nonché della Dirigente del Servizio, fatta oggetto ingiustamente di considerazioni pesanti ed offensive". Questo il testo integrale della rettifica inviata dal Presidente dell'Inpgi Gabriele Cescutti: "Nella nota "Pretese INPGI/2, legge e Cassazione", si afferma che la Gestione Separata commetterebbe "atti illegittimi" inviando ai ruoli esattoriali contributi prescritti o errati. Ciò non risponde a verità. Le azioni per il recupero dei contributi sono state poste in essere dall'Inpgi-2 nel rispetto della legge e del Regolamento, approvato con decreto dal Ministro del Lavoro e dell'Economia. La prescrizione è quinquennale e decorre dalla data prevista per la trasmissione all'Inpgi-2 della comunicazione del reddito professionale dichiarato annualmente ai fini Irpef (art.7 Reg.). Detta comunicazione deve avvenire, entro il mese di luglio dell'anno successivo a quello di riferimento (art.10 Reg.), salvo che per i primi 2 anni di vita della gestione (96-97) che, con circolare, fu fissata al 31.8.98. Di conseguenza, il diritto dell'Inpgi ad esigere i contributi non versati si estingue, per intervenuta prescrizione, solo se nel quinquennio successivo alla scadenza della comunicazione reddituale l'ente non solleciti con diffida il giornalista al pagamento, interrompendo la prescrizione. Detti contributi sono stati contabilizzati nel rispetto di tali principi ed il recupero a mezzo ruoli resi esecutivi il 3.2.06 e relativi ai redditi dal 1998 al 2001 (inclusi), è legittimo, essendo stata interrotta la prescrizione con diffida inviata con raccomandata del 26.5.2004. I ruoli esattoriali, esecutivi ad agosto 2004, riguardavano invece contributi relativi ai redditi 96 e 97. Per quelli comunicati entro i termini (agosto 98), la prescrizione è stata interrotta con diffide inviate, con raccomandata, l'11.6.02 e il 18.6.03. Per i redditi invece non comunicati dagli interessati (e resi noti dall'Agenzia delle Entrate a febbraio 03), è stata inviata diffida con racc.ta del 10.7.2003. Anche in tal caso il problema della decorrenza della prescrizione non si pone. Infatti, anche se si volesse prendere a riferimento a tal fine la scadenza fissata per la comunicazione (agosto 98) anziché la data di effettiva conoscenza dell'Inpgi dei redditi prodotti, la prescrizione è stata validamente interrotta nel quinquennio. La legittimità dell'operato dell'INPGI-2, è stata confermata da tre giudici dalla sez. lav. del Tribunale di Roma che, in sede di opposizione a cartella esattoriale per contributi sui redditi 96-97, hanno affermato che la prescrizione estintiva quinquennale decorre dalla data di scadenza indicata dall'ente per gli adempimenti e che essa è stata efficacemente interrotta dall'Inpgi mediante lettere di diffida trasmesse entro il quinquennio (Sent. n. 7733/05; n.15433/05; n. 7353/06). Viceversa le sentenze indicate nella nota riguardano altri enti e aspetti diversi della questione. Infine si precisa che la discarica di alcune cartelle esattoriali è dovuta alla sanatoria da parte di alcuni giornalisti, operata successivamente al ricevimento del ruolo esattoriale. Ne consegue che non vi è stato né 'aggio esattoriale' nè 'mala gestio'". GESTIONE SEPARATA DELL'INPGI. ABRUZZO QUERELA CESCUTTI: "ACCUSE INGIUSTE, MENTRE I FATTI SONO VERI. E I FATTI VERI, DICE LA CASSAZIONE, POSSONO ANCHE ESSERE DIFFAMATORI A PATTO CHE SIANO DI INTERESSE PUBBLICO E SCRITTI CIVILMENTE" Franco Abruzzo, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, fa sapere di "avere deciso di avviare un'azione legale nei confronti di Gabriele Cescutti, dell'Inpgi e della Fnsi proprietaria del sito www.fnsi.it, che ha pubblicato (senza contradditorio) un comunicato del presidente dell'Inpgi, il quale diffama gravemente Abruzzo, presentandolo (contrariamente al vero) come autore di un articolo che è, comunque, estremamente corretto e ricco di fatti veri sulla gestione separata dell'Istituto oggetto da anni di critiche vivaci da parte degli iscritti". Abruzzo ha dichiarato: "Le accuse di Cescutti sono ingiuste, mentre i fatti sono veri. E i fatti veri, dice la Cassazione, possono anche essere diffamatori a patto che siano di interesse pubblico e scritti civilmente". L'articolo, preso di mira da Cescutti, è stato scritto, come è noto, da un legale, che si occupa da anni di previdenza giornalistica e che riceve settimanalmente decine di giornalisti. Cescutti lamenta che l'articolo ha come corredo due lettere non firmate di giornalisti. Abbiamo tolto le firme per prudenza e per non esporre i colleghi a rischi. Ovviamente abbiamo le copie delle due lettere (molte altre si possono leggere sui siti del barbieredellasera e del movimento sindacale senzabavaglio)".