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Editoria 03 Mag 2011

Il neo direttore, Emanuele Macaluso “Libero e d'opinione ecco il nuovo Riformista”

Sarà un giornale di cooperativa il Riformista dell'evergreen Emanuele Macaluso, piccolo e d'opinione. Senza più il sogno di farsi spazio tra i grandi quotidiani generalisti ma con una forte personalità e orgoglioso della sua autonomia. Senza la pretesa di 'dare la linea alla sinistra'', ma con l'ambizione di punzecchiarla tutti i giorni, di provocare al suo interno una ''crisi virtuosa', di ''contribuire a far sì che ritrovi forza e identità ''. Puntando all'area della sinistra riformista laica ''che oggi non è rappresentata''.

Sarà un giornale di cooperativa il Riformista dell'evergreen Emanuele Macaluso, piccolo e d'opinione. Senza più il sogno di farsi spazio tra i grandi quotidiani generalisti ma con una forte personalità e orgoglioso della sua autonomia. Senza la pretesa di 'dare la linea alla sinistra'', ma con l'ambizione di punzecchiarla tutti i giorni, di provocare al suo interno una ''crisi virtuosa', di ''contribuire a far sì che ritrovi forza e identità ''. Puntando all'area della sinistra riformista laica ''che oggi non è rappresentata''.

''Dietro le nostre spalle non c'è nulla, nessun referente, nessun partito nessuna lobbie, nessun centro di potere, ci siamo noi'', chiarisce battagliero l'87enne neo direttore, prima di brindare alla nuova avventura, proprio nella Giornata mondiale della libertà di stampa, attorniato dai ragazzi della redazione nella sede che fu di Rinascita: ''Potrà sembrare una debolezza, ma io credo sarà la nostra forza. Ci dà totale autonomia nei confronti di tutti''.
Con la fuoriuscita della famiglia Angelucci che si è fatta carico dei debiti e la proprietà passata nelle mani della cooperativa Le Nuove ragioni del Socialismo (legata alla rivista omonima) il cui presidente è Gianni Cervetti, la testata un po' snob nata nel 2002 come giornale d'opinione della sinistra ('Un whisky per intenditori' lo definì allora il direttore Antonio Polito) riparte dalle prime intenzioni. Una decina i redattori, ai quali si aggiungono i collaboratori.  ''Vogliamo fare un giornale che dia voce ad una parte della sinistra, continuando la storia del Riformista e rilanciando.- spiega Macaluso – Non c'è dubbio che la testata ha avuto problemi, che c'era un progetto molto ambizioso e che questo progetto non ha avuto gli sviluppi che ci si aspettava. Non riprendiamo quel progetto, non pensiamo ad un giornale generalista, torniamo alle prime intenzioni del Riformista''. Ovvero, spiega, ''ci sarà informazione ma anche opinione, stimolo politico''. In primo piano i temi del lavoro, lo sviluppo, la riforma della giustizia, i diritti individuali, la laicità dello Stato.
''Battaglie che io penso la sinistra debba fare e ' in questo momento non fa'', sostiene Macaluso.
Insieme al giornale un nuovo supplemento 'politico culturale'', ('spero di poterlo fare settimanale', precisa Macaluso) pensato per approfondire temi della cultura e dell'innovazione culturale, con attenzione alle questioni degli anni Duemila senza dimenticare il Novecento, ''con una rilettura del nostro passato, della sinistra italiana ed europea, per dare alle nuove generazioni la possibilità di interpretare quello che è stato il secolo scorso''.
Tutto il resto si deciderà strada facendo. ''Oggi la tiratura è di 30 mila copie, certo che puntiamo a crescere ma senza obiettivi astratti'', sottolinea Macaluso. C'è da lavorare su diffusione, pubblicità, abbonamenti, organizzazione, ammette.
Per altri cambiamenti si vedrà: ''Una riforma del giornale non si fa individualmente, abbiamo questa possibilità, tutti insieme''. (ANSA)

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