CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Osservatorio sui media 29 Feb 2008

Il Garante ai giornalisti: “No a dati sanitari eccessivi”

Pubblicare eccessivi dettagli privati e dati analitici di stretto interesse clinico, anche in caso di vicende di interesse pubblico, viola la privacy della persona e la dignità del malato.

Pubblicare eccessivi dettagli privati e dati analitici di stretto interesse clinico, anche in caso di vicende di interesse pubblico, viola la privacy della persona e la dignità del malato.

Lo ha ribadito il Garante per la protezione dei dati personali in due provvedimenti (relatore Mauro Paissan) con i quali ha vietato a tre quotidiani del Nord, l'ulteriore diffusione - anche attraverso i loro siti web - delle generalità e di altri dati personali di una donna defunta per una grave malattia. La vicenda ha inizio quando i quotidiani pubblicano la notizia di una donna morta quasi due anni prima per il morbo di Creutzfeldt-Jakob (il cosiddetto morbo della ''mucca pazza'') con tanto di nome, cognome, luogo di nascita e di residenza, professione, informazioni dettagliate sulla malattia. Una delle testate pubblicava anche una fotografia ripresa dalla lapide. Troppi, dunque, i dati riportati, soprattutto di natura sensibile. Presentando il reclamo al Garante, la figlia della defunta ha precisato, peraltro, che i dati sanitari non erano stati resi noti n‚ dai familiari n‚ da loro comportamenti tenuti in pubblico. L'Autorità ha dato ragione alla donna, ricordando come il codice deontologico dei giornalisti stabilisca che il giornalista, nel far riferimento allo stato di salute di una persona, deve rispettarne la dignità, il diritto alla riservatezza e il decoro personale, specie nei casi di malattie gravi o terminali e astenersi dal pubblicare ''dati analitici di interesse strettamente clinico''. L'Autorità ha ritenuto, inoltre, che i servizi giornalistici, consentendo la diretta identificazione dell'interessata attraverso le generalità, non hanno rispettato il principio di essenzialità dell'informazione, considerato anche il tempo trascorso (circa due anni) dal decesso. Copia del provvedimento è stata inviata ai competenti consigli regionali e al Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati