Il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione TV e minori ha lanciato un appello contro la sovrarappresentazione in televisione del crimine e più in generale di ogni tipo di violenza, fisica o verbale o psicologica, singola o di gruppo, traumatizzante o cronicizzata, di vicinato, di scuola, di stadio, di famiglia.
La preoccupazione del Comitato è rivolta a trasmissioni giornalistiche, per le quali – dice il documento approvato – si deve tener conto doverosamente ma non illimitatamente del diritto-dovere di informazione. Bisogna anche tenere conto - prosegue il documento - di programmi di intrattenimento e di talk, di film, di fiction e delle profuse serie di attraenti telefilm d’importazione del genere criminal-poliziesco, caratterizzati talvolta da situazioni di perversione. Tra gli aspetti segnalati nell’appello ci sono: la esasperata ripetitività, il coinvolgimento di minori, la programmazione in orario di televisione per tutti o, peggio, in fascia protetta, la tendenza a spettacolarizzare vicende giudiziarie al di là di ogni insopprimibile esigenza di attualità cronistica. Il documento segnala anche l’esigenza di più adeguate avvertenze e segnali, avvertendo peraltro che né le une né gli altri potranno giustificare la diffusione in orario di televisione per tutti di trasmissioni decisamente da riservare a collocazione meno esposta. A giudizio del Comitato, è soprattutto la sovrarappresentazione della violenza a comportare rischi per bambini, ragazzi, adolescenti, non solo e non tanto sotto il profilo dell’emulazione, ma anche per possibili effetti nocivi su personalità in delicata fase di formazione: turbamento reattivo, depressione o anche assuefazione desensibilizzante quale emerge da una ricerca promossa dalla Società Italiana di Pediatria.. Nell’appello esteso a famiglie, educatori, produttori, il Comitato si augura di poter presto registrare primi segni di una significativa inversione di tendenza, tutti avendo a cuore il domani di figli e nipoti. Il Comitato, com’è noto, è composto in quote eguali di esponenti delle istituzioni, dei telespettatori e delle emittenti.