Sei mesi di sospensione per Cesara Buonamici, quattro mesi per Anna La Rosa. Lo ha deciso il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Lazio nella riunione di oggi
Le motivazioni saranno rese pubbliche tra un mese ma il nome di entrambe le giornaliste era circolato nell'ambito dell'inchiesta di Potenza su Vittorio Emanuele. (ANSA) Il provvedimento dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio nei confronti di Cesara Buonamici, del Tg5, si riferirebbe ad espisodi avvenuti nell'ambito dell'inchiesta avviata dal pm di Potenza, Henry Woodcock, che in seguito porto' all'arresto di Vittorio Emanuele di Savoia per lo scandalo dei nulla-osta rilasciati dai Monopoli di Stato per slot machine taroccate. La Buonamici venne interrogata l'8 giugno scorso dal pm Woodcock come teste. E sempre dalla Procura di Potenza avrebbe origine il provvedimento di sospensione adottato oggi dall'Odg del Lazio per Anna La Rosa, gia' a capo della testata dei servizi parlamentari Rai e conduttrice di Tele Camere, nei confronti della quale il pm di Potenza Woodcock chiese nel 2003 il rinvio a giudizio, negato dal gip. L'Ordine dei Giornalisti aveva temporaneamente sospeso la procedura disciplinare in attesa di sviluppi giudiziari. Entrambi i provvedimenti sarebbero stati adottati per violazione delle norme deontologiche. (Adnkronos) ''Francamente non ne sapevo niente. Ancora non conosco le motivazioni di una simile decisione. A me non e' arrivato nulla. Naturalmente, sicuramente, faro' ricorso ma devo prima conoscere le motivazioni e parlarne col mio avvocato''. Cosi' Anna La Rosa commenta la notizia di una sua sospensione di quattro mesi comminatale dall'Ordine dei Giornalisti del Lazio. (Adnkronos) ''Cesara Buonamici ha avuto notizia da un lancio di agenzia del provvedimento con il quale il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Lazio ne avrebbe disposto la sospensione dalla professione per un periodo di sei mesi. Se la notizia corrispondesse al vero, si tratterebbe di un fatto di inaudita gravita', non essendo stata la decisione fondata su prove o su elementi ad esse assimilabili, ma su convincimenti di natura puramente personale''. Lo afferma, in una nota, il legale della giornalista. ''Per questo motivo, Cesara Buonamici comunica che impugnera' immediatamente il provvedimento, ritenuto iniquo, illegittimo e inaccettabile sotto ogni profilo'', conclude la nota. (Adnkronos) LE INCHIESTE DI WOODCOCK SU LA ROSA E BUONAMICI I nomi delle giornaliste Cesara Buonamici e Anna La Rosa sono comparsi in due distinte inchieste della Procura della Repubblica di Potenza, entrambe condotte dal pm Henry John Woodcock. Cesara Buonamici e' stata coinvolta - ma mai indagata - nell' inchiesta che nel giugno scorso ha portato all' arresto del principe Vittorio Emanuele di Savoia. Secondo gli inquirenti (che si sono basati su intercettazioni telefoniche), Buonamici si era proposta all' imprenditore Ugo Bonazza (legato al principe) come intermediaria per far ottenere al gestore messinese di slot machines Rocco Migliardi le autorizzazioni dei Monopoli di Stato, in cambio di una percentuale. Lo stesso Migliardi, sentito dal pm, aveva confermato che Bonazza gli aveva annunciato l' intervento di Buonamici, che poi non sarebbe avvenuto. La giornalista, sentita dagli inquirenti - secondo quanto reso noto all' epoca dal difensore, Giulia Bongiorno - ha negato categoricamente di conoscere Migliardi. Anna La Rosa (mai coinvolto nell' inchiesta che ha riguardato Vittorio Emanuele di Savoia) e' stata indagata da Woodcock nel dicembre del 2003, in una maxi-inchiesta che aveva coinvolto anche ministri e vip. Secondo il pm, dalle intercettazioni telefoniche emergeva che la giornalista aveva invitato nella sua trasmissione gestori di cliniche private in cambio di sontuosi regali (in particolare, un orologio d' oro e brillanti) e aveva promesso di intervenire a loro favore presso un giudice, in cambio del pagamento del catering di una festa. Woodcock aveva chiesto al gip l' arresto della giornalista, senza ottenerlo. L' inchiesta e' stata poi trasferita, per competenza territoriale, in parte a Roma e in parte a Perugia, ed e' stata archiviata in entrambe le citta'. (ANSA)