Si era aperta con i saluti di Giovanni Negri, presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, la seduta inaugurale del 26° congresso della Fnsi. “Dopo 22 anni la Fnsi celebra il suo congresso in Lombardia a Bergamo. Questa scelta ha un significato particolare: la Lombardia è la capitale dell’editoria. Si pensa sempre alle grandi testate ma ci sono anche importantissimi giornali locali e quotidiani provinciali radicati nel territorio che svolgono un’importante funzione nell’ottica della libertà e della democrazia”.
E’ stato poi il sindaco di Bergamo, Franco Tentorio a dare il benvenuto ai delegati e ai congressisti. “È un onore dare il benvenuto al congresso nazionale. Ci riempie d’orgoglio la scelta della Lombardia e l’orgoglio diventa doppio per la scelta di Bergamo. La collaborazione fra noi e i giornalisti è indispensabile: noi amministratori possiamo dare notizie, voi riportarle ma sempre nel rispetto assoluto dei fatti. In genere la notizia è solo quella cattiva. Vi chiedo anche di dare spazio anche a quelle buone”.
La parola è passata al governatore della Lombardia, Roberto Formigoni che ha parlato delle sfide del cambiamento. “Il cambiamento investe tutti noi – ha commentato - ed è sempre qualcosa di difficile da accettare, ma è anche un’occasione strategica per affrontare le sfide. Il giornalismo è il massimo interprete e il massimo attore di questo cambiamento. Basti pensare ai primi quotidiani nati a metà del 1800, come il “Risorgimento”, il quotidiano fondato da Camillo Benso conte di Cavour.
Oggi il cambiamento è colto nella sua spinta positiva, dal telegrafo alla radio fino ad internet, che è il cambio più impegnativo. Il cambiamento segna un’occasione di crescita per l’intera società. Siamo consapevoli del ruolo straordinario che i media operano e degli ottimi lavori per la crescita complessiva del nostro paese”.
Paolo Malvestiti, presidente Camera Commercio di Bergamo, ha rivolto un caloroso saluto ai partecipanti al congresso della Federazione nazionale della stampa italiana: “Siamo orgogliosi di ospitare in Lombardia il Congresso della Fnsi, a 22 anni di distanza dal precedente. Conosciamo l’importante contributo del sindacato dei giornalisti ai grandi cambiamenti avvenuti in questo Paese. Questo 26° Congresso si colloca in un momento difficile per la nostra economia che sta attraversando una delle peggiori crisi della storia. Il mio augurio è che i lavori della vostra assise sappiano rispondere alle sfide del momento. La libertà di informazione è condizione essenziale per la crescita reale del Paese e della democrazia”.
Nel suo intervento Roberto Natale, presidente Fnsi, ha fatto un richiamo al federalismo al centro del discorso di Schifani.
“La Federazione della stampa è un soggetto federale da oltre 100 anni. Al centro del dibattito in questo Congresso ci sono parole come lavoro e diritti, due elementi assolutamente non in contrapposizione”.
Natale ha fatto poi un richiamo ai giornalisti invitandoli a riprendere le tematiche legate al mondo del lavoro, ricordando loro l’approssimarsi del 23 gennaio, data in cui scadono i termini dei 60 giorni per fare ricorso in seguito alla recente entrata in vigore del collegato lavoro. “L’attività prevalente in questo momento è avvertire i precari della prossima scadenza. Stiamo mandando una lettera a ciascun giornalista per portarlo a conoscenza dei termini per impugnare i contratti in scadenza - ha precisato Natale, che ha messo l’accento sul valore del contratto come regolatore dei conflitti - Il nostro ruolo è dar voce a problemi veri. Nella Repubblica fondata sul lavoro il vero dramma è la scomparsa proprio del lavoro. Questo è il nostro impegno altrimenti come dice presidente Napolitano, è in scacco la nostra democrazia”. Ricordando che 49mila giornalisti percepiscono reddito, mentre 27mila colleghi sono costretti a sopravvivere percependo una cifra sotto i 5mila euro annui, Natale si è poi rivolto direttamente a Schifani, chiedendogli un intervento concreto per la tutela del lavoro giornalistico. “Presidente, le indichiamo provvedimenti a costo zero: la riforma dell’Ordine per una rigorosa pratica di accesso; la riforma della normativa sulla diffamazione; la questione del finanziamento pubblico ai giornali su cui è in atto un estenuante tira e molla tra Governo e Parlamento. Anche noi ci teniamo alla rigorosa distribuzione delle risorse: non è ammissibile, infatti, che ricevano finanziamenti testate che esistono solo sulla carta, giornali che non hanno giornalisti e che non distribuiscono nemmeno una copia”.
In conclusione del suo intervento il presidente della Fnsi, ricordando che l’unità federale del sindacato ha retto finora solo perché non è corporativa, ha concluso ringraziando Schifani per la capacità d’ascolto sul dibattito sulle intercettazioni. “Se si continuerà cosi si troverà da parte del sindacato dei giornalisti grande rispetto e collaborazione”.
“Non si può chiamare lavoro quello che non è accompagnato da diritti sul salario e tempi del riposo. Senza i diritti diventa lavoro da sudditi e non da uomini liberi. E noi, nella libertà, crediamo”. Così si è espresso il segretario della Fnsi, Franco Siddi, salutando il presidente del Senato.
“Siamo stati presi d’assalto da un cambiamento tumultuoso e abbiamo dovuto affrontare una crisi terribile - ha detto Siddi -. In alcuni casi si è trattato di operazioni devastanti dovuti anche a miopie aziendali. Ma noi, come sindacato fatto di persone e non di sigle pure e fredde, abbiamo affrontato tutto questo con sentimenti di solidarietà”. “ Vivere il presente ed affrontare il futuro è la sfida che abbiamo davanti ed il congresso è una fatica democratica ma ineludibile che, se viene meno, fa impoverire la vita civile. Perché - ha aggiunto il segretario - i’informazione è un bene pubblico fondamentale che deve essere riconosciuto da tutti e compreso meglio anche da noi stessi. Le sfide che abbiamo davanti sono tremende ma occorre recuperare la forza del nostro lavoro e la professionalità, obiettivi per i quali ci battiamo da 102 anni consapevoli che, così facendo, si possa garantire il diritto dei cittadini alla piena informazione”.
Siddi , poi, ha voluto sottolineare con una battuta che “con i contratti si fissa una sorta di piano regolatore” e quanto sia fondamentale l’informazione locale che ha definito “pilastro essenziale del sistema dei media”. “La nostra esperienza federale tanti anni fa nacque dal basso - ha rammentato ancora Siddi - per iniziativa delle associazioni e resiste ancora oggi con una forza decisiva”. Al saluto del presidente del Senato, Renato Schifani, Siddi ha indirizzato il riconoscimento “per l’interesse manifestato verso la nostra categoria. Noi abbiamo avuto la vicenda contrattuale più difficile della nostra storia professionale e dobbiamo riconoscere che in Schifani abbiamo trovato sempre un ascoltatore attento”.
Siddi, quindi, ricevendo un sentito applauso dalla folta platea riunita al centro Congressi di Bergamo, ha voluto ricordare lo sciopero compatto dei giornalisti nel 1980 indetto dopo l’arresto del collega del Messaggero che si era rifiutato di fornire le proprie fonti. “Il giorno dopo venne assassinato Walter Tobagi. Ci sono principi e valori - ha sostenuto Siddi - che non appartengono a una parte ma a tutti e su quei valori continueremo a marciare nella consapevolezza che la precarietà e le devastazioni sono condizioni che generano bavagli diversi, ma che incidono sul libero e corretto esercizio della professione”.
Concludendo il suo intervento, Siddi ha precisato come “i bassi compensi applicati applicati dagli editori agli articoli dei giornalisti precari non sono e non saranno mai al servizio della qualità. Il diritto all’informazione non può essere tradito. Da quasi nessuna azienda è partita una benché minima correzione di rotta, salvo rare eccezioni. Abbiamo dovuto affrontare con coraggio e fatica la legge che ha consentito di tenere in piedi l’Inpgi”. “Da qui, da Bergamo - ha chiuso il segretario - lanciamo un messaggio positivo. L’informazione è un bene pubblico e il congresso un momento di testimonianza e di libertà di cui andiamo orgogliosi”.
FNSI: PD, DA CONGRESSO CONTRIBUTO A DEMOCRAZIA
(ASCA) - Roma, 11 gen - ''Siamo certi che i lavori del congresso della Fnsi che si aprono oggi a Bergamo daranno un contributo di grande rilievo per la qualita' della democrazia nel nostro Paese. Liberta' e pluralismo dell'informazione sono cuore pulsante delle nostre societa', riteniamo, per questo, la legge bavaglio approvata in Ungheria una ferita gravissima da cancellare al piu' presto. Anche in Italia liberta' e pluralismo devono fare i conti con le politiche punitive del governo della destra''. Cosi' Francesco Verducci, vice responsabile vicario Informazione e Cultura del Pd, e Emilia de Biasi, deputata del PD in commissione cultura, che hanno partecipato oggi alla giornata inaugurale del Congresso della Federazione Nazionale della Stampa.
''Il nostro impegno - proseguono - e' di correggere subito in Parlamento il decreto Milleproroghe e ripristinare i fondi previsti dalla legge di stabilita', frutto della battaglia di un ampio schieramento parlamentare. E' soprattutto urgente e necessario che si metta mano ad una riforma organica dell'editoria che faccia fronte ai profondi cambiamenti in atto, colpisca gli sprechi e permetta ad un importante settore economico e produttivo di dispiegare tutte le proprie potenzialita'''.
com-vlm/mcc/ss
EDITORIA: PD, DA CONGRESSO FNSI CONTRIBUTO A DEMOCRAZIA
"Siamo certi che i lavori del congresso della Fnsi che si aprono oggi a Bergamo daranno un contributo di grande rilievo per la qualità della democrazia nel nostro Paese. Libertà e pluralismo dell'informazione sono cuore pulsante delle nostre società, riteniamo, per questo, la legge bavaglio approvata in Ungheria una ferita gravissima da cancellare al più presto. Anche in Italia libertà e pluralismo devono fare i conti con le politiche punitive del governo della destra". Così Francesco Verducci, viceresponsabile vicario Informazione e Cultura del Pd, e Emilia De Biasi, deputata PD in commissione Cultura, che hanno partecipato oggi alla giornata inaugurale del Congresso della Federazione Nazionale della Stampa. "Il nostro impegno - proseguono in una nota - è di correggere subito in Parlamento il decreto Milleproroghe e ripristinare i fondi previsti dalla legge di stabilità, frutto della battaglia di un ampio schieramento parlamentare. È soprattutto urgente e necessario che si metta mano ad una riforma organica dell'editoria che faccia fronte ai profondi cambiamenti in atto, colpisca gli sprechi e permetta ad un importante settore economico e produttivo di dispiegare tutte le proprie potenzialità". (AGI)