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Componenti Fnsi 15 Feb 2006

I giornalisti di Nuova Informazione solidali con i colleghi dell’Unità: “Sì, siamo cani senza collare”

Con un linguaggio già sentito a Dachau il signor Gaetano Saya definisce dei giornalisti “cani randagi da spazzare via”. E, giacché, amplia la promessa di “repressione” ai connazionali di diversa opinione, da “andare a cercare uno ad uno”, o a chiunque abbia differenze sessuali o anagrafiche rispetto alle sue.

Con un linguaggio già sentito a Dachau il signor Gaetano Saya definisce dei giornalisti “cani randagi da spazzare via”. E, giacché, amplia la promessa di “repressione” ai connazionali di diversa opinione, da “andare a cercare uno ad uno”, o a chiunque abbia differenze sessuali o anagrafiche rispetto alle sue.

Ma, per stare nelle sue inquietanti metafore, il signor Saya non è un singolo cane che ulula alla luna, ma il fondatore del Nuovo Msi – Destra Nazionale che, illustrando al primo quotidiano nazionale l’accordo elettorale stretto con Forza Italia, si richiama a “Berlusconi, che ha ragione su tutto, compresa la storia che i giornalisti dell’Unità sono dei cani randagi da spazzare via. A cominciare da quel Furio Colombo…”. Cominciamo col dire che il giornalismo è pieno di cani randagi, orgogliosi di non avere collari né padroni. Noi, che quotidianamente esercitiamo con passione e dignità una professione sempre più sotto attacco, siamo solidali con i bravissimi colleghi dell’Unità e con i molti colleghi che ovunque vengono allontanati, umiliati, imbavagliati nel loro diritto d’opinione, nell’accesso alle fonti e nell’occupazione precaria. E chiediamo a tutti i colleghi, i lettori, i cittadini di isolare con le armi della democrazia - dal boicottaggio di ogni veicolo mediatico razzista e violento sino all’esercizio del voto - quelle prevaricazioni incivili che sempre favoriscono le derive autoritarie. I giornalisti di Nuova Informazione

@fnsisocial