Anche se Internet è stato uno strumento fondamentale nella circolazione dell’ informazione, subito dopo il terribile terremoto del 12 gennaio scorso, esso si è alla fine rivelato inutile per le popolazioni haitiane, totalmente prive di accesso alla Rete – Una conferma di come può incidere concretamente il digital divide, il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’ informazione e chi ne è escluso, in modo parziale o totale, viene da una tesi di laurea sul tema '’L’ Apocalisse nell’ era del 2.0’’
Anche se Internet è stato uno strumento fondamentale nella circolazione dell’ informazione, tanto che i primi aiuti concreti sono arrivati proprio dalla rete, anticipando tutti i governi mondiali, esso è stato francamente inutile per le popolazioni haitiane. Una conferma di come sia pesante il digital divide, il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.
Vista la condizione di povertà della maggior parte dei cittadini del paese caraibico, l’accesso alla Rete (anche solo per comunicare a qualche caro di essere sopravvissuto per esempio) era impensabile.
Di questo si sono accorti subito i primi soccorritori, gli americani, che, sempre nelle prime ore post terremoto, hanno costruito una piccola stazione radio e hanno distribuito 55.000 radioline. La stazione radio di emergenza ha cominciato a trasmettere per tutto il giorno un programma che elencava i luoghi dove erano situati gli accampamenti dei soccorsi e tutte le notizie di servizio utili per le popolazioni.
E’ il quadro che emerge da ‘’HAITI: L’APOCALISSE NELL’ERA DEL 2.0’’, una tesi di laurea che ricostruisce la mainstream informativa scattata subito dopo il terremoto, la sera del 12 gennaio 2010, e che è stata pubblicata da Lsdi (vedi qui).