Con una nota, a firma della Presidente Paola Laforgia, "l'Ordine dei giornalisti della Puglia invita i colleghi che si occupano di vicende di cronaca delicate e drammatiche come quella dei fratellini di Gravina in Puglia a tenere sempre presente il principio che il diritto-dovere di informare non è assoluto ma trova un limite invalicabile nel rispetto della dignità delle persone".
"L'indispensabile attività di documentazione dei fatti che i cronisti svolgono ogni giorno con scrupolo, spesso in condizioni difficili e disagevoli, fianco a fianco ai colleghi fotografi e telecineoperatori - sottolinea nella nota - deve fermarsi di fronte al diritto alla riservatezza di persone non coinvolte direttamente nelle vicende di cronaca. Certo, una vicenda come quella di Gravina richiama la massima attenzione mediatica e la concorrenza tra testate spinge tutti ad andare sempre oltre, per cogliere particolari che altri non hanno, fino a volere a tutti i costi catturare lo strazio di una madre che ha appena visto i resti dei suoi bambini, o l'espressione di una matrigna che a questo riconoscimento non è stata ammessa". Secondo l'Ordine della Puglia "inseguire una donna provata crudelmente dagli eventi, assediarla per strapparle una dichiarazione o una immagine ad affetto fino a che in preda all'emozione sviene per strada, non è buon giornalismo, non è buona cronaca. È auspicabile che nessuno voglia utilizzare le immagini che riprendono una donna braccata da giornalisti che sviene. Sicuramente non si renderebbe un buon servizio ai cittadini e ne risentirebbe di molto l'immagine e la credibilità degli stessi giornalisti". "È auspicabile anche - conclude la nota - che in futuro i colleghi sappiano riconoscere insieme e compatti il momento in cui è meglio fermarsi, spegnere i registratori e abbassare le telecamere, per evitare di superere il limite tra cronaca e morbosità". (AGI)