Roma, 11 aprile - L’Associazione Lombarda dei giornalisti e l’Associazione Stampa romana condividono e sostengono la decisione del CdR e dei colleghi di Libero di rifiutarsi di sottoscrivere un documento, presentato dall’Amministrazione del giornale, riguardante il Codice della privacy (Dlgs 196/2003), che limita l’utilizzo dei computer, di internet e della posta elettronica.
Il documento contiene punti di pericolosa ambiguità, configura la terziarizzazione dell’informazione, il suo asservimento a logiche dirigistiche e il conseguente depotenziamento della sua funzione di servizio ai lettori. L’Alg e l’Asr ritengono che il progetto dell’Amministrazione sottenda una volontà avversa al corpo redazionale e si configura come atto ostile non solo nei confronti dei colleghi della redazione di Libero ma di tutti i giornalisti. Va ricordato che il Garante della privacy, sul tema del controllo della navigazione in internet del dipendente, ha stabilito l’illiceità del monitoraggio da parte dell’azienda. Alg e Asr chiedono all’Amministrazione di Libero di ritirare il documento perché non applicabile alla professione giornalistica, che è regolata dal Cnlg e dalla legge 69/1963. In caso contrario tuteleranno i colleghi in tutte le sedi.