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Fnsi 30 Mar 2012

Giunta: "Contrastare licenziamenti e provvedimenti che ledano autonomia professionale e diritti del giornalista"

La Giunta della Fnsi ha deciso di assumere una serie di iniziative, da sviluppare progressivamente nei prossimi sessanta giorni, per contrastare qualsiasi provvedimento che incida sull’autonomia e sulla libertà professionale e sui fondamentali diritti di ogni lavoratore e giornalista. Cdr e Associazioni di stampa sono invitati a diventare osservatorio permanente, negli ambiti di competenza, e protagonisti di iniziative sociali, perché siano eliminati i licenziamenti per motivi economici dal progetto governativo sul mercato del lavoro; perché sia rispettata l’autonomia previdenziale; perché non siano travolti i princìpi fondamentali della professione giornalistica che, sebbene, necessiti di una riforma, non potrà mai accettare nessuna norma che incida sulla tutela delle fonti e sul diritto di cronaca. La prossima settimana sarà resa nota una prima agenda di iniziative. Nel frattempo la Giunta fa proprie le prese di posizioni diffuse sin qui e riproposte di seguito.

La Giunta della Fnsi ha deciso di assumere una serie di iniziative, da sviluppare progressivamente nei prossimi sessanta giorni, per contrastare qualsiasi provvedimento che incida sull’autonomia e sulla libertà professionale e sui fondamentali diritti di ogni lavoratore e giornalista. Cdr e Associazioni di stampa sono invitati a diventare osservatorio permanente, negli ambiti di competenza, e protagonisti di iniziative sociali, perché siano eliminati i licenziamenti per motivi economici dal progetto governativo sul mercato del lavoro; perché sia rispettata l’autonomia previdenziale; perché non siano travolti i princìpi fondamentali della professione giornalistica che, sebbene, necessiti di una riforma, non potrà mai accettare nessuna norma che incida sulla tutela delle fonti e sul diritto di cronaca. La prossima settimana sarà resa nota una prima agenda di iniziative. Nel frattempo la Giunta fa proprie le prese di posizioni diffuse sin qui e riproposte di seguito.

SIDDI: A RISCHIO L'AUTONOMIA E LA LIBERTÀ PROFESSIONALE
SULL'ARTICOLO 18 IL PARLAMENTO ASCOLTI LA FNSI
''Il dibattito ed il confronto vero sull'articolo 18 e l'intera manovra lavoro, a questo punto, si apre proprio ora nella sede del Parlamento. E il sindacato dei giornalisti, sin da oggi, chiede di essere ascoltato anche per le specificità delle ripercussioni su una attività come quella dei giornalisti che rischia di essere minata nella sua autonomia e libertà professionale''. È la richiesta del segretario della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi, che annuncia che mercoledì 28 marzo la Giunta esecutiva del sindacato dei giornalisti analizzerà il provvedimento per valutare eventuali ''azioni da mettere in campo''.
''La sola ipotesi di licenziamenti economici per singoli o poche unità di lavoratori anche ogni 120 giorni – sottolinea Siddi – può diventare infatti occasione per imprenditori poco onesti per liberarsi di giornalisti scomodi o non allineabili.
In un momento di crisi economica come questo, che punge non poco sul settore dell'editoria, i rischi appaiono davvero alti e l'allarme non può essere ritenuto una mera reazione di parte, peraltro di una categoria già in grande sofferenza per tagli occupazionali, prepensionamenti, piani di cassa integrazione e contratti di solidarietà. Anche per questo prevedere licenziamenti per motivi economici in un momento di crisi acuta, di assenza di sviluppo e di nuova occupazione, significa solo dare già atto di un saldo negativo per i lavoratori''.
La Giunta esecutiva della Fnsi ''mercoledì farà un'approfondita analisi di tutto il provvedimento - del quale rileva positivamente le azioni contro le false partite iva e per scoraggiare contratti precari - e valutare quali azioni mettere in campo, anche nei giornali, per suscitare le giuste attenzioni ai nodi irrisolti e gli indispensabili cambiamenti''. (ROMA, 24 MARZO - ANSA)  

ART.18: CDR ANSA, MODIFICHE VULNUS PROFESSIONE GIORNALISTICA
Il Cdr dell'Ansa condivide la posizione della Federazione nazionale della stampa sulla riforma del lavoro ed esprime allarme, in particolare, per le modifiche previste all'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ritenendo pericolose variazioni strutturali a uno strumento giuridico che tutela i dipendenti da possibili illegittimi licenziamenti.
In particolar modo la riforma appare inaccettabile laddove consente licenziamenti per motivi economici: questo potrebbe concedere alle imprese l'opportunità di applicare un'impropria e arbitraria riduzione del personale adducendo problemi gestionali e di costi e di liberarsi in particolare dei contratti maggiormente onerosi. Altrettanto grave appare, nell'ipotesi di licenziamento disciplinare, consentire al giudice di risolvere il contratto anche soltanto con un indennizzo, invece del reintegro previsto dalla norma attualmente in vigore. Inoltre nel settore dell'informazione l'applicazione della modifica dell'art.18 potrebbe trasformarsi in un mezzo di pressione sui colleghi. Per questo il Cdr dell'Ansa ritiene che questa riforma possa avere pesanti ricadute, oltre che sui livelli occupazionali, anche sull'autonomia dei giornalisti, costituendo un grave vulnus per la libertà di stampa e la democrazia.
Come Cdr dell'Ansa sollecitiamo quindi l'Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa a intervenire subito, con i metodi che si ritengano più opportuni ed efficaci, per mettere in campo un'azione forte, ciascuno nel proprio ruolo, a tutela della professione giornalistica. (ROMA, 24 MARZO - ANSA)

LAVORO: GIORNALISTI PIEMONTE, PREOCCUPAZIONE CONSEGUENZA RIFORMA
L'assemblea dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte che si è riunita ieri per l'approvazione di bilancio, ha espresso "la propria preoccupazione" e "ha dato mandato al consiglio dell'Ordine di impegnarsi a un'attenta vigilanza rispetto alle conseguenze che la proposta governativa di riforma del lavoro potrebbe avere anche sul settore dell'informazione". L'assemblea ha sottolineato "la necessità di un impegno puntuale per far conoscere a tutti i cittadini quei meccanismi e quegli effetti che, a fronte di una possibile applicazione distorta di nuove norme che prevedano libertà di licenziamento per ragioni economiche o disciplinari, potrebbero ripercuotersi negativamente sulla libertà e sulla qualità di quel bene comune essenziale per la democrazia che è rappresentato da un'informazione libera e plurale". "Si profila il pericolo - si legge in un documento - che peggiori una situazione già oggi vissuta pesantemente dalla stragrande maggioranza di giornalisti free lance la cui precarietà li espone quotidianamente a rischi di discriminazione e di ricatto".
L'Ordine dei Giornalisti del Piemonte, accolte le indicazioni dell'assemblea, ha assicurato che "opererà d'intesa con l'Ordine nazionale, con la Fnsi e l'Associazione Stampa Subalpina affinché il dibattito parlamentare, la formulazione e l'applicazione di nuove norme sul lavoro non si traducano in un ulteriore impoverimento delle tutele e delle garanzie di indipendenza imprescindibili dalla attività quotidiana del giornalista". (Torino, 26 marzo - AGI)

LICENZIAMENTI: ALLARME E PREOCCUPAZIONE DELLA FNSI
FORTI E CONCRETI RISCHI PER L’AUTONOMIA PROFESSIONALE

“Suscitano allarme anche per l’autonomia professionale e la libertà di stampa le nuove norme annunciate dal Governo in materia di licenziamenti.
In attesa di conoscere il testo dei provvedimenti il cui varo ufficiale è previsto per domani, la Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa, riunita oggi a Roma, considera motivo di allarme e preoccupazione la previsione (ove confermata) di licenziamenti facili.
La delicatezza dell’attività dei giornalisti ai quali spetta assicurare un’informazione che ha e deve avere come riferimento il diritto dei cittadini ad essere informati, può subire gravi mutilazioni incidenti sul circuito della libera stampa e ingiuste penalizzazioni per i lavoratori.
Allo stato delle notizie disponibili non si capisce proprio dove possa essere l’elemento di sviluppo e di libertà in un provvedimento che preveda la facoltà di licenziamento con un indennizzo che qualsiasi “padrone” che voglia addomesticare a suo piacimento l’informazione sarebbe ben disposto a pagare.
A giudizio del Sindacato dei giornalisti, l’editoria italiana è esposta alla crisi dell’economia, ma anche le manovre speculative di alcune aziende del settore che puntano a scaricare oneri impropri e indebiti sul welfare della categoria attraverso la corsa a prepensionamenti e contratti di solidarietà. Il settore, al pari del Paese, avrebbe perciò bisogno di un quadro normativo e sostegni fiscali tesi a perseguire crescita e occupazione piuttosto che norme le quali – allo stato delle notizie disponibili – tendono, invece, ad indebolire le tutele del lavoro, ora anche in materia di licenziamenti individuali.
Anche quegli elementi di un certo interesse - come il divieto assoluto di dimissioni in bianco pretese in certe lettere di assunzione: un illecito già oggi - non appaiono tali da eliminare gli elementi centrali di preoccupazione dei licenziamenti, assunti come motivo di cambiamento e di rottura con il passato. Ma ogni rottura con il lavoro è una lacerazione per l’oggi e per il futuro.
Mercoledì prossimo la Giunta della Federazione della Stampa farà un esame più approfondito e di merito su tutti i capitoli del provvedimento del Governo ed è fin d’ora già impegnata a farlo senza tacere sulle riserve che dovessero permanere e neppure sugli aspetti che dovessero risultare di positivo giudizio.
La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene perciò - e per questo fa un appello ai direttori e ai colleghi che ne hanno la facoltà nelle loro redazioni – di non rinunciare al pensiero critico e di fornire il massimo di notizie con la precisione dovuta soprattutto in termini di ricadute, di pro e contro e il massimo di opinioni perché su materie cosi delicate della convivenza civile sia possibile procedere senza tabù, ma anche senza falsi miti: tutto è discutibile, ma non c’è il dogma delle mani libere dell’impresa che fa premio su tutto. Essere attenti oggi può significare comprendere che va corretto quanto deve essere cambiato e non piangere lacrime amare domani pensando che tanto il peso passerà ad altri.
La Segreteria della Fnsi, infine, si augura che il Governo rinunci allo strumento del decreto con il quale commissariare il Parlamento e che nelle Camere si possa completare il confronto anche con audizioni dei soggetti interessati su questioni di merito che su una materia come questa, piaccia o no, non può essere chiuso da un annuncio governativo”. Roma, 21 marzo 2012 

LAVORO: ALLARME FNSI PER RISCHI SU AUTONOMIA PROFESSIONALE
''Suscitano allarme anche per l'autonomia professionale e la libertà di stampa le nuove norme annunciate dal Governo in materia di licenziamenti.
In attesa di conoscere il testo dei provvedimenti il cui varo ufficiale è previsto per domani, la Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa, riunita oggi a Roma, considera motivo di allarme e preoccupazione la previsione (ove confermata) di licenziamenti facili. La delicatezza dell'attività dei giornalisti ai quali spetta assicurare un'informazione che ha e deve avere come riferimento il diritto dei cittadini ad essere informati, può subire gravi mutilazioni incidenti sul circuito della libera stampa e ingiuste penalizzazioni per i lavoratori''. È quanto si legge in una nota della Fnsi.
''Allo stato delle notizie disponibili non si capisce proprio dove possa essere l'elemento di sviluppo e di libertà in un provvedimento che preveda la facoltà di licenziamento con un indennizzo che qualsiasi ''padrone'' che voglia addomesticare a suo piacimento l'informazione sarebbe ben disposto a pagare. A giudizio del Sindacato dei giornalisti - prosegue la Fnsi -, l'editoria italiana è esposta alla crisi dell'economia, ma anche le manovre speculative di alcune aziende del settore che puntano a scaricare oneri impropri e indebiti sul welfare della categoria attraverso la corsa a prepensionamenti e contratti di solidarietà. Il settore, al pari del Paese, avrebbe perciò bisogno di un quadro normativo e sostegni fiscali tesi a perseguire crescita e occupazione piuttosto che norme le quali - allo stato delle notizie disponibili - tendono, invece, ad indebolire le tutele del lavoro, ora anche in materia di licenziamenti individuali''.
''Anche quegli elementi di un certo interesse - come il divieto assoluto di dimissioni in bianco pretese in certe lettere di assunzione: un illecito già oggi - non appaiono tali da eliminare gli elementi centrali di preoccupazione dei licenziamenti, assunti come motivo di cambiamento e di rottura con il passato. Ma ogni rottura con il lavoro è una lacerazione per l'oggi e per il futuro. Mercoledì prossimo - si legge ancora nella nota - la Giunta della Federazione della Stampa farà un esame più approfondito e di merito su tutti i capitoli del provvedimento del Governo ed è fin d'ora già impegnata a farlo senza tacere sulle riserve che dovessero permanere e neppure sugli aspetti che dovessero risultare di positivo giudizio''.
''La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene perciò - e per questo fa un appello ai direttori e ai colleghi che ne hanno la facoltà nelle loro redazioni - di non rinunciare al pensiero critico e di fornire il massimo di notizie con la precisione dovuta soprattutto in termini di ricadute, di pro e contro e il massimo di opinioni perché su materie cosi delicate della convivenza civile sia possibile procedere senza tabù, ma anche senza falsi miti: tutto è discutibile, ma non c'è il dogma delle mani libere dell'impresa che fa premio su tutto.
Essere attenti oggi - puntualizza la Fnsi - può significare comprendere che va corretto quanto deve essere cambiato e non piangere lacrime amare domani pensando che tanto il peso passerà ad altri.
La Segreteria della Fnsi, infine, si augura che il Governo rinunci allo strumento del decreto con il quale commissariare il Parlamento e che nelle Camere si possa completare il confronto anche con audizioni dei soggetti interessati su questioni di merito che su una materia come questa, piaccia o no, non può essere chiuso da un annuncio governativo''.  com/vlm (21 Marzo 2012 - ASCA)

LAVORO: ALLARME FNSI PER RISCHI SU AUTONOMIA PROFESSIONALE
APPELLO A DARE IL MASSIMO DI NOTIZIE PRO E CONTRO
''Suscitano allarme anche per l'autonomia professionale e la libertà di stampa le nuove norme annunciate dal Governo in materia di licenziamenti''. La segreteria della Federazione Nazionale della Stampa, riunita oggi a Roma, considera, ''in attesa di conoscere il testo dei provvedimenti il cui varo ufficiale è previsto per domani, motivo di allarme e preoccupazione la previsione (ove confermata) di licenziamenti facili''.
''La delicatezza dell'attività dei giornalisti - si legge in una nota - ai quali spetta assicurare un'informazione che ha e deve avere come riferimento il diritto dei cittadini ad essere informati, può subire gravi mutilazioni incidenti sul circuito della libera stampa e ingiuste penalizzazioni per i lavoratori.
Allo stato delle notizie disponibili non si capisce proprio dove possa essere l'elemento di sviluppo e di libertà in un provvedimento che preveda la facoltà di licenziamento con un indennizzo che qualsiasi 'padrone' che voglia addomesticare a suo piacimento l'informazione sarebbe ben disposto a pagare''.
La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ''ritiene perciò - e per questo fa un appello ai direttori e ai colleghi che ne hanno la facoltà nelle loro redazioni - di non rinunciare al pensiero critico e di fornire il massimo di notizie con la precisione dovuta soprattutto in termini di ricadute, di pro e contro e il massimo di opinioni perché su materie cosi delicate della convivenza civile sia possibile procedere senza tabù, ma anche senza falsi miti: tutto è discutibile, ma non c'è il dogma delle mani libere dell'impresa che fa premio su tutto''.  (ROMA, 21 MARZO - ANSA)

LAVORO: FNSI, CON NUOVE NORME RISCHI PER AUTONOMIA PROFESSIONALE
"Suscitano allarme anche per l'autonomia professionale e la libertà di stampa le nuove norme annunciate dal Governo in materia di licenziamenti". Lo dice la segreteria della Fnsi, che attende di conoscere il testo dei provvedimenti il cui varo ufficiale è previsto per domani e però già considera "motivo di allarme e preoccupazione la previsione (ove confermata) di licenziamenti facili. La delicatezza dell'attività dei giornalisti ai quali spetta assicurare un'informazione che ha e deve avere come riferimento il diritto dei cittadini ad essere informati, può subire gravi mutilazioni incidenti sul circuito della libera stampa e ingiuste penalizzazioni per i lavoratori". In una nota la segreteria Fnsi aggiunge che "allo stato delle notizie disponibili non si capisce proprio dove possa essere l'elemento di sviluppo e di libertà in un provvedimento che preveda la facoltà di licenziamento con un indennizzo che qualsiasi 'padrone' che voglia addomesticare a suo piacimento l'informazione sarebbe ben disposto a pagare".
A giudizio del sindacato dei giornalisti, "l'editoria italiana è esposta alla crisi dell'economia, ma anche le manovre speculative di alcune aziende del settore che puntano a scaricare oneri impropri e indebiti sul welfare della categoria attraverso la corsa a prepensionamenti e contratti di solidarietà. Il settore, al pari del Paese, avrebbe perciò bisogno di un quadro normativo e sostegni fiscali tesi a perseguire crescita e occupazione piuttosto che norme le quali - allo stato delle notizie disponibili - tendono, invece, ad indebolire le tutele del lavoro, ora anche in materia di licenziamenti individuali". La Fnsi aggiunge che "anche quegli elementi di un certo interesse - come il divieto assoluto di dimissioni in bianco pretese in certe lettere di assunzione: un illecito già oggi - non appaiono tali da eliminare gli elementi centrali di preoccupazione dei licenziamenti, assunti come motivo di cambiamento e di rottura con il passato. Ma ogni rottura con il lavoro è una lacerazione per l'oggi e per il futuro".
Mercoledì prossimo la Giunta della Fnsi farà un esame più approfondito e di merito su tutti i capitoli del provvedimento del governo e intanto si dice "fin d'ora già impegnata a farlo senza tacere sulle riserve che dovessero permanere e neppure sugli aspetti che dovessero risultare di positivo giudizio". La segreteria della Fnsi sollecita "direttori e colleghi che ne hanno la facoltà nelle loro redazioni" a "non rinunciare al pensiero critico" perché "su materie così delicate della convivenza civile sia possibile procedere senza tabù, ma anche senza falsi miti: tutto è discutibile, ma non c'è il dogma delle mani libere dell'impresa che fa premio su tutto". La segreteria della Fnsi, infine, si augura che "il governo rinunci allo strumento del decreto con il quale commissariare il Parlamento e che nelle Camere si possa completare il confronto anche con audizioni dei soggetti interessati su questioni di merito che su una materia come questa, piaccia o no, non può essere chiuso da un annuncio governativo". (ROMA, 21 MARZO - AGI)

LAVORO: STAMPA ROMANA, SMANTELLATE GARANZIE A DIFESA PIÙ DEBOLI
"La riforma del mercato del lavoro pensata dal governo Monti e condivisa dalle parti sociali con l'eccezione della Cgil è il compimento di anni di attacco ai diritti dei lavoratori e rappresenta il definitivo smantellamento delle garanzie costruite, dal dopoguerra a oggi, a difesa dei più deboli". A sostenerlo è Paolo Butturini, segretario dell'Associazione stampa romana.
"La cancellazione di fatto dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori - spiega Butturini - si inserisce in un quadro che lascia sostanzialmente intatta le disparità di trattamento fra precari e, a questo punto, ex-garantiti, che rinvia a data da destinarsi l'accelerazione delle procedure giudiziarie, che non estende gli ammortizzatori a tutte le fattispecie contrattuali, lasciando così scoperti milioni di lavoratori, che riduce l'indennità di mobilità a un solo anno e che non cancella, se non in minima parte, la giungla dei cosiddetti contratti di lavoro atipici. L'indennizzo previsto per i licenziamenti poi, senza un'azione di sveltimento dei processi civili, rischia di diventare per i dipendenti l'ennesimo credito inesigibile".
 "Si aggiunga una beffa che riguarda in particolare i giornalisti, visto che la lotta alle 'false partite Iva' varrà per tutti tranne gli iscritti agli albi professionali, per cui per la nostra categoria ci sarà libero diritto di sfruttamento, mettendo l'Ordine nell'imbarazzante situazione di essere l'escamotage per aggirare la regolarizzazione del lavoro dipendente. Tutto ciò viene proposto in un quadro di pesante recessione e perdita di produttività, come dimostra l'aumento vertiginoso della cassa integrazione a febbraio, col rischio che i licenziamenti individuali diventino la via per ridurre il personale, specie nelle piccole e medie aziende".
"Credo - conclude il segretario dell'Asr - che la segreteria della Fnsi debba prendere in considerazione di convocare una sessione straordinaria della Consulta dei Cdr e del Consiglio Nazionale. Serve una mobilitazione forte che accompagni l'esame dei provvedimenti in Parlamento e ne chieda, o meglio ne imponga una loro radicale modifica". (ROMA, 21 MARZO - AGI)

ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA EMILIA-ROMAGNA
L’Associazione della stampa Emilia-Romagna (Aser) segue con attenzione e preoccupazione gli sviluppi della situazione legata alla riforma del lavoro e lo smantellamento dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Pur nella difficoltà di avere notizie certe, emerge chiaro che, ancora una volta, a pagare gli effetti della riforma saranno solo i lavoratori dipendenti che – è bene sottolinearlo – già oggi sono tra i peggio retribuiti in Europa.
Da una parte – rileva l’Aser – si maschera dietro lo slogan “flessibilità in uscita” la volontà di facilitare i licenziamenti individuali nel settore privato, dall’altra i tanto sbandierati interventi contro la giungla dei contratti per combattere il precariato e favorire le assunzioni a tempo indeterminato, faticano a vedere la luce. Se davvero si vuole rilanciare il mercato del lavoro anziché monetizzare i licenziamenti per motivi economici, il governo dovrebbe studiare provvedimenti per facilitare le assunzioni rendendo meno oneroso il costo del lavoro per le imprese.
L’Aser infine esprime grande preoccupazione per il concreto rischio che le modifiche che cancellano i diritti legati all’articolo 18 mettano a repentaglio l’autonomia professionale dei giornalisti e la libertà di stampa. Per questo l’Aser invita la Fnsi a mantenere alta la guardia e, qualora si rendesse necessario, a mettere in campo tutte le azioni per contrastare la cancellazione dei diritti dei lavoratori. Bologna,  23-03-2012

ASSOCIAZIONE LIGURE GIORNALISTI
ARTICOLO 18 E RIFORMA DEL LAVORO
GIORNALISTI, UNA PROFESSIONE CHE NON PUO’ ESSERE SMANTELLATA PER DECRETO
La delicatezza dell’attività dei giornalisti sotto ogni forma di contratto non può prescindere dal diritto-dovere di fare informazione e di fornirla ai cittadini: la riforma in discussione per il mondo del lavoro crea preoccupazioni perché la libertà di procedere ai licenziamenti con diverse motivazioni, viene a smantellare il sistema di regole e non di privilegi, faticosamente costruito negli anni anche per gestire i processi di ristrutturazione delle aziende editoriali. Oggi più che mai al centro di una grave crisi di sistema, finanziaria ed economica.
Il rischio è quello di un’informazione addomesticata e sottoposta al ricatto anche delle manovre speculative che alcune aziende potrebbero avviare per scaricare costi impropri e indebiti sul sistema del welfare di categoria, soprattutto sulla nostra previdenza.
Il mondo dell’editoria ha bisogno di un quadro normativo e di sostegni fiscali tesi a perseguire crescita e occupazione (con attenzione alla piccola editoria e ai veri giornali in cooperativa) piuttosto che di norme tendenti a indebolire le tutele del lavoro e sul fronte dei licenziamenti individuali. Altro aspetto fondamentale è l’estensione delle tutele al mondo del lavoro autonomo che sconta forme di pagamento incerte, con una pessima qualità delle condizioni di lavoro e un’incertezza continua sulla tenuta stessa dei rapporti di lavoro.
È fondamentale la difesa dell’istituto di previdenza (Inpgi), un’attenta gestione della Casagit che salvaguardi i principi della mutualità. Come è inderogabile una vera riforma dell’accesso alla professione e dell’Ordine, rispetto all’attuale ed elefantiaca -distante anni luce dalla realtà della categoria- struttura ordinistica nazionale
Privi di questo saremo ostaggi di ogni forma di ricatto e controllo alla faccia delle tante belle affermazioni di principio sul ruolo dell’informazione, di quella pubblica (Rai) compresa, sempre più compressa dall’invasione degli interessi della politica e degli uffici stampa, per i quali alla legge ultradecennale non corrisponde ancora un contratto di settore.
Quello dei vari giornalismi è un lavoro che non può e non deve essere smantellato per decreto. Ma occorre che tutti i giornalisti ne siano coscienti capendo che siamo una categoria e non una corporazione. Al cui interno tutti devono avere uguali diritti e tutele e, se necessario, molte di più per chi il lavoro lo ha precario o legato a quelle forme di collaborazione (da abolire) che, nei fatti, nascondono per pochi euro un vero e proprio lavoro dipendente. 23 marzo 2012

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