Il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti, e la segretaria del Sindacato giornalisti Veneto, Monica Andolfatto, hanno partecipato a Venezia alla cerimonia organizzata al ghetto in occasione della Giornata della memoria. Una presenza per rinnovare in concreto l'impegno dei giornalisti italiani a contrastare l'antisemitismo e il razzismo.
Il presidente della Fnsi, in particolare, ha puntato l'indice contro le parole dell'odio e del livore che sono la premessa per la distruzione e il rifiuto delle differenze e delle diversità, ribandendo anche l'importanza della memoria. «Siamo in un luogo simbolico che ha vissuto una delle pagine più dolorose della storia della città con la deportazione nell'agosto del '44 di tutti e 21 gli ospiti della casa di riposo ebraica. In tutto furono circa 250 gli ebrei veneziani imprigionati nei campi di sterminio nazisti. Pochissimi i sopravvissuti», ha ricordato Giulietti.
«Siamo qui - ha aggiunto - per ribadire un impegno che non è solo quello di onorare le tante vittime della deportazione nazifascista, ma soprattutto l'impegno a contrastare le parole del razzismo, dell'antisemitismo, della violenza, perché sono quelle parole che creano poi le condizioni dell'odio».
Nella mattinata la cerimonia con il presidente della Comunità ebraica e il rabbino di Venezia, alla presenza fra gli altri del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha messo in guardia dal pericolo rappresentato dal negazionismo dilagante, soprattutto in Rete, che bisogna combattere senza se e senza ma con ogni strumento.
Domenica 26 gennaio, alla vigilia della Giornata della memoria, una delegazione del sindacato dei giornalisti, composta dal presidente della Fnsi, dal presidente e dal segretario dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia, Carlo Muscatello e Alessandro Martegani, e da Fabiana Martini e Antonella Napoli di Articolo 21, si è anche recata in visita alla risiera di San Sabba di Trieste, unico campo di sterminio con forno crematorio in Italia, per rendere omaggio alle vittime di un lucido e spietato disegno di eliminazione del popolo ebreo e di ogni forma di diversità odiata dal nazifascismo.