«I tanti giornalisti minacciati per le loro inchieste, molti dei quali giovani, hanno bisogno non solo di una scorta tradizionale ma anche della cosiddetta 'scorta mediatica' e popolare: l'impegno dei colleghi cronisti ma anche dei cittadini nel rilanciare le inchieste scomode. È questo il modo per non lasciarli soli».
L'appello è stato rilanciato dai rappresentanti di Articolo 21 all'indomani dell'iniziativa dedicata all'espansione e alla trasformazione delle mafie promossa a Palermo dal Centro Pio la Torre, che ha coinvolto migliaia di studenti.
«Per questo – affermano Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre e Stefano Corradino, direttore di Articolo21.org – abbiamo invitato gli studenti a seguire su Facebook, Twitter e gli altri social network i giornalisti minacciati e sotto scorta come Paolo Borrometi, Giovanni Tizian, Federica Angeli, Marilù Mastrogiovanni, Amalia De Simone, Ester Castano, Marilena Natale, Nello Trocchia, Lirio Abate... così da stimolare un "uso civile" dei social network».
La semplice "richiesta di amicizia" sui social, la condivisione e il rilancio degli articoli diventa così «un modo – proseguono – per evitare l'isolamento nel quale le organizzazioni criminali vorrebbero confinare i giornalisti ed è un modo per gli studenti per condividere, seguire e approfondire la lotta quotidiana di giovani cronisti per la legalità».
Un appello che le due associazioni hanno rivolto alle scuole di tutte le regioni, «dal sud al nord del Paese a partire da quelle di Palermo, della Sicilia e dell'Italia che partecipano al progetto educativo del Centro Pio La Torre». (Agi - Palermo, 6 aprile 2017)