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Fnsi 25 Mar 2005

Giornalisti, l'Aser polemizza con il sindaco di Parma: "Ripristini l'ufficio stampa, le promesse non sono state mantenute"

Giornalisti, l'Aser polemizza con il sindaco di Parma: "Ripristini l'ufficio stampa, le promesse non sono state mantenute"

Giornalisti, l'Aser polemizza con il sindaco di Parma: "Ripristini l'ufficio stampa, le promesse non sono state mantenute"

L' Associazione stampa dell'Emilia-Romagna (Aser), il sindacato dei giornalisti, è tornata a esprimere «il rammarico e la viva preoccupazione per le sorti dell'informazione all'interno del Comune di Parma», diffondendo una lettera al sindaco Elvio Ubaldi. L'ufficio stampa, ricorda l' Aser, «dopo essere stato sciolto nel luglio 2004, ed essere stato ricostituito in posizione assolutamente inadeguata al ruolo e alle funzioni che svolge, è stato affidato al portavoce del sindaco, figura evidentemente politica, ben lontana, quindi, dal garantire quella neutralità e terzietà che un servizio come quello deve avere». Il presidente dell' Aser, Marco Gardenghi, riferisce di aver avuto «rassicurazioni» in un incontro con il sindaco nel luglio 2004, ma «nonostante le promesse sulla riconsiderazione delle decisioni prese - sottolinea - nulla è cambiato, anzi il Comune di Parma ha scelto di trasformare l'ufficio stampa in un organo politico». Ricordando poi che la legge 150/2000 istituisce tre uffici negli Enti pubblici ("l'ufficio stampa, l'ufficio comunicazione e il portavoce», con «chiarezza dei rispettivi ruoli"), Gardenghi rileva che «il Comune di Parma ha disapplicato la legge, affidando tutto al portavoce, subordinando quindi l'informazione al disegno politico del sindaco». Il sindacato ribadisce «la solidarietà nei confronti dei due giornalisti allontanati dalle loro funzioni» e, richiamando «l'importanza e la delicatezza del ruolo dell'informazione negli enti pubblici», rivolge un «ulteriore appello» al sindaco Ubaldi, «affinchè sia ripristinato il servizio stampa nel ruolo e con le caratteristiche che da sempre l'hanno contraddistinto, riservandosi di adire, qualora ciò non accadesse, tutte le sedi ritenute opportune». (ANSA).

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