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Internazionale 10 Giu 2015

Giornalisti egiziani in sciopero, la vicinanza di Fnsi e Ifj: per manifestare i colleghi rischiano di finire in carcere

Oggi è una giornata speciale, difficile e dolorosa, per i giornalisti egiziani e per il loro sindacato di categoria, scesi in sciopero contro massicci licenziamenti, contro la precarietà e per denunciare la drammatica consuetudine di sbattere in carcere giornalisti ritenuti scomodi.

Oggi è una giornata speciale, difficile e dolorosa, per i giornalisti egiziani e per il loro sindacato di categoria, scesi in sciopero contro massicci licenziamenti, contro la precarietà e per denunciare la drammatica consuetudine di sbattere in carcere giornalisti ritenuti scomodi.

Lo sciopero dei colleghi egiziani ha la piena solidarietà della Fnsi, che raccoglie l'invito della Federazione internazionale di categoria (la Ifj) a far sentire la voce di questa protesta in ogni angolo del mondo, anche per contrastare pericolose derive a danno dei diritti fondamentali dei lavoratori e dei cittadini a ogni latitudine.
La battaglia del sindacato dei giornalisti egiziani ha un significato speciale anche perché lo sciopero avviene a meno di un mese dalla pronuncia della Corte Amministrativa dell'Egitto che ha bollato gli scioperi come crimine. Una decisione inaccettabile e contraria ai diritti universali dell'uomo e difforme dalle convenzioni internazionali sul diritto del lavoro.
Lottare, ovunque, fare rete, anche con la diffusione di notizie così gravi, perché le repressioni e gli attacchi alla libertà di espressione e di manifestazione del pensiero non passino sotto silenzio è opera di grande significato. È opera sentita e necessaria, affinché la reazione sociale pacifica possa produrre effetti positivi. L'impegno permanente a una penetrante battaglia delle idee è la bussola della Fnsi che, con fraternità e concretezza, è perciò oggi accanto ai colleghi del sindacato egiziano in sciopero.

@fnsisocial

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