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Osservatorio sui media 11 Ott 2010

Giornalisti digitali: a qualcuno serve un ‘sms-ista’? Da lsdi.it

L’editoria tradizionale continua ad avere enormi difficoltà nell’adattare le proprie notevoli risorse alle dinamiche del web

L’editoria tradizionale continua ad avere enormi difficoltà nell’adattare le proprie notevoli risorse alle dinamiche del web

– In alcuni quotidiani si sono inventati figure professionali come i redattori da sms, giornalisti che  passano il proprio turno in redazione confezionando micronews da telefonino (altro che twitter!) e impegnando braccia e menti in un lavoro che potrebbe essere svolto da un algoritmo in totale e completa indipendenza robotica.  >>
Cercasi cronista: ‘Molto lavoro, poco salario’
Con questo annuncio tra il sincero e il cinico un piccolo giornale locale americano – l’ Illinois Valley News – sta cercando di richiamare l’ attenzione dei possibili candidati a un posto di cronista. Il resto dell’ inserzione, apparsa su Journalismjobs.com (un sito specializzato nell’ offerta/domanda di lavoro giornalistico), insiste sulle pesanti condizioni di lavoro che dovrà sobbarcarsi l’ aspirante cronista selezionato. >>
Raddoppiati in tre anni in Spagna i giornalisti disoccupati
Fra il 2008 e ora il numero di giornalisti disoccupati in Spagna è più che raddoppiato, passando da 3.030 a 6.500, secondo i dati diffusi qualche giorno fa da Pedro Farias, docente all’ Università di Malaga e direttore dell’ ‘’Informe Anual de la Profesión Periodística’’, uno studio annuale sulla situazione del giornalismo pubblicati dall’ Associazione della Stampa di Madrid (APM), di cui sono stati anticipati alcuni dati  >> Giornalismo e giornalismi
Giornalismo d’ inchiesta? Ma è molto più semplice pubblicare verbali
Pubblicare il virgolettato di un testimone che è stato torchiato da un poliziotto o da un magistrato è cosa molto più succulenta, e molto meno stancante, del lavoro di manovalanza giornalistica – E i  direttori, più che mai responsabili della produttività della propria redazione, incoraggiano ampiamente questo tipo di pratiche: anziché mettere insieme un gruppo di reporter, basta raggiungere un amico con buoni contatti e si è nel business. Oggi, assoldare e gestire le “talpe” costituisce il cuore del giornalismo d’inchiesta francese – Confrontando le reazioni di Le Monde e Daily Telegraph a comportamenti illeciti dell’ esecutivo, Frédéric Filloux, in una delle sue MondayNote,  critica il comportamento del quotidiano parigino: invece di una ‘’inconsistente azione legale’’ la risposta migliore avrebbe dovuto essere di carattere giornalistico: una settimana con cinque o sei inchieste sulle pratiche di insabbiamento del governo, sull’ossessione di vendetta che nutre l’attuale amministrazione, sugli ostacoli che questo Paese pone allo svolgimento di una schietta attività giornalistica, sulla subordinazione dell’apparato giuridico, o sull’incapacità del parlamento francese di avviare indagini indipendenti >>
Una ‘’band’’ di pensionati che offrono (gratis) valore aggiunto al giornalismo di tutti i giorni
E’ partito ai primi di settembre in Svizzera un portale di informazione in lingua tedesca che si basa sul lavoro gratuito di 80 giornalisti in pensione  che  propongono quello che per molti altri media non ha più importanza: un giornalismo fatto di approfondimenti,  commenti, opinioni e contestualizzazione degli eventi – Tut­to questo per il puro piacere di farlo, senza nessun compenso >>
Fotogiornalismo
Lo spettacolo uccide l’ informazione
Una tesi di laurea su ‘’Informazione e immagini cruente’’ affronta le questioni che ripetutamente l’ attualità ci propone di fronte a vicende di morte, crudeltà, violenza – Dove si trova il limite tra ciò che è giusto vedere e ciò che trasforma l’osceno in spettacolo? Qual è il ruolo del giornalismo per immagini? E’ possibile costruire, rispetto al partito del “vedere ad ogni costo”, una linea di equilibrio, che faccia prevalere le ragioni di coloro che, al  contrario, riconoscono le conseguenze di questo “vedere” e cercano una soluzione alternativa? – Una strada, secondo la tesi, c’ è,  ‘’Un duplice equilibrio: rispetto per chi guarda e rispetto per chi é guardato’’ >>
Media e potere
Guerra di calendari alla facoltà di giornalismo di Mosca
A un calendario che nasce come regalo per il 58° compleanno di Putin e in cui 12 aspiranti giornaliste in lingerie inneggiano spudoratamente al premier, altre sei studentesse hanno risposto con un altro calendario facendosi fotografare con la bocca chiusa da un cerotto e ponendo al premier sei domande scottanti sulla libertà di informazione, il terrorismo, i diritti umani e ricordandogli che sono passati 4 anni dall’ uccisione di Anna Politkovaskaja  >>
Trasparenza: sui quotidiani gli Usa battono la Germania
Un’ analisi comparata di quattro grandi quotidiani tedeschi e americani mostra che i primi sono meno trasparenti dei secondi – Sul New York Times e il Washington Post la percentuale delle affermazioni prive di indicazione della fonte nel testo era del 23,5%, sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung era del 25%,  mentre nei contributi della Suddeutsche Zeitung la provenienza delle informazioni non era indicata in un caso su tre (31,3%)   >>
Elezioni in Bosnia, la vittoria è di internet
Le campagne informative della rete e delle ong sono riuscite a contenere l’ astensionismo, mentre i media ufficiali hanno confermato di essersi ridotti a semplici ‘’megafoni del potere’’ – La Rete è stata il motore dell’informazione contro i partiti al potere – Una interessante analisi del voto sull’ Osservatorio sui Balcani >>
Al sen. Butti il nobel per la pace in Cina ?

Ma che senso ha costruire autostrade dell’informazione se poi si fanno leggi e si adottano posizioni che impongono di  percorrerle a piedi?  >>
La Rete
Italiani gli internauti più ‘partecipativi’
Uno studio condotto da Forrester su 275.000 persone in Asia, Europa e America del nord ha accertato che solo il 15% degli utenti contribuiscono con i loro contenuti ai social network, ma la percentuale sale al 24% nel caso degli internauti italiani – Un dato leggermente inferiore a quello Usa (23%) – La Francia ha uno dei più bassi tassi di “creatori” in Europa (11%) e solo la Germania (8%) è ancora più ‘’passiva’’ >>
Pubblicità
In netta ripresa l’ online in Europa occidentale
Crescita costante, anche se a una cifra, nei prossimi quattro anni – Una ricerca di eMarketer >>
La lista nera delle pubblicità ingannevoli
Il Parlamento europeo ha lanciato un sito a tutela dei consumatori, ‘E’ corretto?’, in si può chiedere assistenza e avere informazioni sulle norme dell’ Unione europea in materia di pratiche pubblicitarie sleali >>

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