Gli algoritmi per l’ aggregazione e l’ editorializzazione dei contenuti non è sufficiente e si sta quindi diffondendo sempre di più la figura del ‘’content curator’’ (chi trova, raggruppa, organizza e condivide online i contenuti migliori e più pertinenti su un determinato argomento), una funzione chiave dell’ informazione in Rete - In un articolo che analizza le varie piattaforme di curation che stanno nascendo TechCrunch cita previsioni di osservatori Usa secondo cui si profilerebbe per il settore un mercato miliardario – Molti lo fanno già naturalmente: chi col bookmark, chi condividendo su Facebook o Twitter, chi inviando mail; la scommessa di queste nuove piattaforme è di unificare queste azioni naturali dando loro un senso – Al di là delle differenze, puntano tutte sul fattore umano, sull’ idea che nelle sottigliezze dei contenuti e della semantica l’ uomo ha ancora una distanza di vantaggio sulla macchina
Qualcuno che trova, raggruppa, organizza e condivide online i contenuti migliori e più pertinenti su un determinato argomento. E’ il ‘’content curator’’, la nuova figura professionale che la Rete ha già distillato e che si profila come una funzione chiave dell’ informazione in Rete.
Dopo il webmaster è arrivato il blogger. Ora è suonata l’ ora del ‘’curator’’. Ne è convinto Guillaume Decugis, CEO di Goojet – un sito che consente di scovare, commentare e condividere contenuti sulla rete -, che ora sta per lanciare una piattaforma di ‘’curation’’: scoop.it.
Da qualche mese – scrive Decugis sull’ edizione francese di TechCrunch - diversi osservatori americani di media sociali prevedono l’ arrivo dei curator e ne fanno addirittura una “opportunità da 1 miliardo di dollari“.
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