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Osservatorio sui media 01 Ago 2011

Giornalismo digitale, l’illusione dei grandi numeri

Innovazioni e paradossi di una ‘’rivoluzione’’ ancora in cerca di un modello economico/2Pensare che i grandi numeri portino per forza soldi è una illusione, perché le redazioni ‘’normali’’ non potranno mai crescere tanto da poter contrastare i numeri realizzati da giganti come Google e Facebook. E, anzi, proprio la corsa al traffico ha fatto sì che i giornali online avessero grandi utenze e piccole entrate

Innovazioni e paradossi di una ‘’rivoluzione’’ ancora in cerca di un modello economico/2
Pensare che i grandi numeri portino per forza soldi è una illusione, perché le redazioni ‘’normali’’ non potranno mai crescere tanto da poter contrastare i numeri realizzati da giganti come Google e Facebook. E, anzi, proprio la corsa al traffico ha fatto sì che i giornali online avessero grandi utenze e piccole entrate

– Le testate giornalistiche invece devono offrire qualcosa in più, che ribalti quella logica puntando non tanto sulla quantità ma sull’ engagement, l’ attenzione, l’ interesse, il tempo dedicato al proprio sito – Perché solo in questo modo si potranno ottenere delle audience stabili e ‘’fedeli’’, da far pesare nei rapporti con gli inserzionisti e sulla fissazione delle tariffe pubblicitarie – ‘’Il problema del traffico: perché una grande audience non sempre è redditizia’’, il secondo capitolo di “The Story So Far: What We Know About the Business of Digital Journalism”, il Rapporto realizzato da alcuni docenti e ricercatori della Columbia Journalism School (che Lsdi sta pubblicando in traduzione italiana), è dedicato al problema del rapporto fra numeri e ricavi sul web e analizza anche le strategie più interessanti adottate da alcune testate Usa
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Vie nuove per il giornalismo

Il sito web di le Monde sta esplorando due vie promettenti: il Live, un difficile esercizio di equilibrio nel trattamento dell’ informazione a caldo, e una forma di ‘’giornalismo umano’’ attraverso una catena di otto blog iperlocali, lanciati in vista della campagna presidenziale, in un progetto denominato ‘’Un anno in Francia’’ – Due direzioni apparentemente opposte, visto che la prima lavora sull’ attualità immediata e la seconda è la riabilitazione di un giornalismo che si inscrive nel campo della ‘’durata’’, ma l’ esigenza di fondo è la stessa: il giornalismo evolve e deve continuamente reinventarsi – Un interessante articolo di Marc Mentré su Mediatrend.com
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Paywall: la strategia del New York Times sembra funzionare

Secondo uno studio della Columbia Journalism Review, riportata da ReadWriteWeb, il giornale sarebbe riuscito a raccogliere nei primi tre mesi 224.000 abbonati (a 200 dollari l’ anno circa), senza contare i 57.000 abbonati iPad. A cui bisogna aggiungere gli abbonati all’ edizione cartacea, che dispongono di un accesso al web, e che sono 750.000
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La crisi dei giornali tocca anche i Nativi dell’ Alaska


Sei settimanali di una catena che fa capo a una società degli eschimesi Yupik interrompono il mese prossimo le pubblicazioni per l’ aumento dei costi di produzione e delle materie prime – I giornali erano ”una casa per giornalisti che avevano abbracciato la vita avventurosa in Alaska” e che spesso, per lavoro, dovevano utilizzare anche le slitte con i cani
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La professione

Google+, come i giornalisti hanno cominciato ad usarlo


Thenextweb.com racconta come alcuni redattori di testate Usa abbiano già cominciato a utilizzare l’ ultima piattaforma di social networking per il loro lavoro – Pareri molto positivi sulle sue potenzialità,anche rispetto a Facebook e Twitter, ma pure qualche perplessità, soprattutto perché Google+, almeno finora, sarebbe abitato quasi esclusivamente da gente dei media e delle tecnologie, offrendo così pochi spunti per l’ attività giornalistica
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Il giornalismo, rimedio contro l’ info-obesità

In una intervista ad Avvenire, Eric Scherer parla del suo ultimo libro (‘’C’ è ancora bisogno dei giornalisti?’’) e del concetto di ‘’giornalismo aumentato’’
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Non usare il nome di WikiLeaks invano


Pigrizia e sciatteria professionale nell’ uso di paragoni del tutto scorretti nella sostanza – Un intervento di Agoravox ripreso anche dal sito ”Support Julian Assange”
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La Rete

Comunicazione, un caso di plagio per il nuovo logo del Viminale?

La Rete, ancora una volta, mostra la sua potenza sollevando un caso che, oltre alle polemiche, ha messo in moto anche la fantasia e la cattiveria dei grafici: un esempio è questo logo immaginario coniato per l’ occasione, uno dei tanti prodotti in questi giorni e raccolti in una divertente antologia
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Le immagini

Giornalismo grafico, la complessità spiegata da due grandi siti Usa


Le infografie sul debito pubblico americano o le interconnessioni fra le grandi compagnie tecnoologiche mondiali su Chartporn e Flowingdata
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200.000 parole per un ritratto

E’ la tecnica usata da Juan Osborne, un artista spagnolo, per comporre ritratti - Migliaia e migliaia di parole di diversa altezza, larghezza e colore. Parole che – aggiunge – non sono mai casuali, ma hanno sempre una stretta attinenza con il soggetto: ad esempio i titoli e le strofe delle sue canzoni, o le parole più ripetute nei suoi libri o nei suoi discorsi pubblici
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