Il segretario generale Raffaele Lorusso replica all’infelice sortita del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha stilato alla Leopolda il suo indice dei giornali scomodi. “Politici e governanti devono farsene una ragione: chi tenta di asservire o di ridurre al silenzio la libera stampa perde soltanto il proprio tempo”. La solidarietà della Fnsi ai colleghi dei giornali messi alla berlina dal premier.
“Mettere alla berlina i giornali e i giornalisti scomodi,
agitando bavagli più o meno mascherati, è tipico dei regimi. L’iniziativa del
presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, di redigere la classifica
di quelle che, a giudizio suo e dei suoi sostenitori, sono le peggiori prime
pagine dei giornali italiani, qualifica chi l’ha proposta e si inserisce nella
peggiore tradizione della politica italiana”. Lo afferma, in una nota, Raffaele
Lorusso, segretario generale della Fnsi.
L’infelice sortita del presidente Renzi suscita il biasimo del segretario
generale della Federazione della Stampa, che osserva come “dall’editto bulgaro
di Berlusconi alle scomuniche di Beppe Grillo, fino ad arrivare all’ultima
sortita del presidente Renzi, solo per restare ai casi più recenti, c’è un filo
rosso che attraversa trasversalmente la politica italiana: l’avversione alla
stampa non allineata al potere in carica”.
Additare giornali e giornalisti non allineati non impedirà la libera
circolazione delle idee e non impedirà certo alla stampa di svolgere il ruolo
che la vita democratica di ogni Paese civile le assegna.
“Politici e governanti devono farsene una ragione: una stampa libera – incalza
il segretario Lorusso – è il presupposto di qualsiasi sistema democratico e chi
tenta di asservirla o di ridurla al silenzio perde soltanto il proprio tempo.
Va comunque tenuta alta la guardia sui sempre più frequenti tentativi di
intimidazione ai giornalisti da parte di esponenti della classe politica,
evidentemente allergici alla circolazione delle idee e delle notizie. Sui temi della libertà di espressione e del
diritto di cronaca il sindacato dei giornalisti italiani continuerà a
denunciare tutti i tentativi di intimidazione, senza accettare lezioni da
qualche improvvisato difensore della libertà di stampa a giorni alterni,
soprattutto se è lo stesso che ha dato il nome ad una legge che ha devastato il
sistema radiotelevisivo pubblico e privato di questo Paese”.
Ai colleghi dei giornali messi alla berlina dal presidente del Consiglio, il
segretario Lorusso indirizza “la piena solidarietà della Fnsi, insieme con
l’invito a continuare la propria attività di ricerca e di pubblicazione delle
notizie nel rispetto della verità dei fatti”.