«Con grande stupore apprendiamo che la maggioranza del Comites di Montevideo ha espresso un parere negativo (10 contro 7), anche se non vincolante, in merito a 'La Gente d'Italia', soprattutto per la linea editoriale adottata dal direttore Porpiglia. Prendiamo questo intervento del Comitato come una gravissima ingerenza all'interno di quello che in pratica resta l'unico quotidiano per gli italiani all'estero ancora in edicola». Lo afferma, in una nota, il Comitato di redazione di 'La Gente d'Italia'.
«Dati alla mano – proseguono i giornalisti – il giornale vende ogni giorno nelle edicole più di 15mila copie, il che significa che 15mila persone quotidianamente fanno lo sforzo di andare in edicola, di spendere qualche soldo per acquistarlo. E che sul web sono più di 20mila i contatti giornalieri certificati provenienti al sito da ogni parte del mondo. Numeri importanti, secondo noi. Forse troppo importanti, dato che sembra dare fastidio a qualcuno. E se una decina di persone del Comites danno parere contrario a questa realtà che inoltre fa tanto indotto (cartiere, tipografie, distributori, edicolanti, giornalisti e affini) qualcosa non quadra».
I Comitati degli italiani all'estero sono organismi rappresentativi della collettività italiana, eletti direttamente dai connazionali residenti all'estero. Fra i compiti che la legge attribuisce ai Comites anche quello di esprimere un parere obbligatorio, entro trenta giorni dalla richiesta, sui contributi accordati dalle amministrazioni dello Stato ai locali mezzi di informazione.
Per il Cdr di Gente d'Italia, il parere del Comites sul giornale è però «un autogol clamoroso perché queste persone hanno dimostrato di non conoscere neanche la Costituzione» e ha l'obiettivo di «far chiudere uno dei pochi giornali fuori dal coro dei padroni della politica e che per questo dà parecchio fastidio. Basta - tuonano i giornalisti - giocare con la pelle dei lavoratori».