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Vertenze 08 Mag 2020

Gazzetta del Mezzogiorno, il Cdr: «Bene la solidarietà , ma ora servono azioni concrete»

Il mondo politico e sindacale pugliese e lucano, e non solo, si mobilita per cercare di salvare le sorti del quotidiano dopo che l'editore ha annunciato di volerlo mettere in liquidazione. I giornalisti sono ben consapevoli di ciò che è necessario: «Occorrono imprenditori che sappiano raccogliere l'offerta di Ciancio a cedere l'azienda a titolo non oneroso a chiunque sia interessato a garantirne la continuità ».

Dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Andrea Martella, ai presidenti della Regione Puglia e della Regione Basilicata, a tante altre autorità e rappresentanti delle istituzioni. Il mondo politico e sindacale pugliese e lucano si mobilita per cercare di salvare le sorti della Gazzetta del Mezzogiorno dopo che l'editore Ciancio ha annunciato di volerla mettere in liquidazione. I numerosi messaggi di solidarietà giunti in queste confermano l'importanza che la 'Gazzetta' riveste tutt'oggi per le comunità della Puglia e della Basilicata, ma i giornalisti sono ben consapevoli che è necessario fare di più: «Serve individuare imprenditori che sappiano raccogliere l'offerta dell'editore Ciancio a cedere l'azienda a titolo non oneroso a chiunque sia interessato a garantirne la continuità», scrivono nel nuovo comunicato sindacale pubblicato anche sul sito web del giornale. Ecco di seguito il loro messaggio.

PER APPROFONDIRE
Il comunicato del Comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno.

Salvataggio della Gazzetta, i giornalisti: «Non ci aspettiamo solo solidarietà»
I numerosi messaggi di solidarietà che in queste ore continuano a giungerci da parte del mondo politico pugliese e lucano e dei rappresentanti del governo, ci confermano l'importanza che, malgrado la grave crisi che stiamo attraversando, la Gazzetta riveste tutt'oggi per le comunità di queste due regioni.
Siamo tuttavia costretti a ribadire che il tempo delle solidarietà è scaduto, così come quello dei bizantini tavoli di confronto, delle task force e delle lunghe consultazioni con le parti sociali. L'editore ha espresso in maniera fin troppo chiara la propria volontà ed è semplicemente utopico pensare che un intervento politico possa indurlo a tornare sui propri passi. E anche qualora questo accadesse, nulla ci garantisce che le eventuali difficoltà del percorso di salvataggio del quotidiano ci eviterebbero una sua nuova manifestazione di disaffezione.
Alle istituzioni di Puglia e Basilicata, ai suoi governanti, ai parlamentari e ai nostri rappresentanti al governo rivolgiamo allora un altro invito, l'unico che può realmente mettere in sicurezza i 133 anni di storia del nostro giornale: servono strumenti legislativi che consentano di avviare un corretto percorso di risanamento e serve individuare imprenditori che sappiano raccogliere l'offerta dell'editore Ciancio a cedere l'Azienda a titolo non oneroso a chiunque sia interessato a garantirne la continuità. E serve che accada subito, prima che un qualsiasi arbitro decreti la fine col triplice fischio.
Solo in questo modo, i tanti attestati di solidarietà dimostreranno di essere un gesto di amore concreto per la propria terra e non vuote passerelle di circostanza.
Per lo stesso motivo, ci rivolgiamo anche al mondo imprenditoriale, che il nostro editore ha definito sordo alle sue proposte. La Gazzetta del Mezzogiorno non è solo un pezzo di storia per la Puglia e la Basilicata, né intende adagiarsi sui polverosi allori del passato. È un presidio di informazione, ma anche un'azienda che può tornare sana e produrre utili, a condizione di essere gestita con la testa e con il cuore nelle stesse regioni alle quali si rivolge e di essere guidata da manager competenti, anziché da cinici tagliatori di teste.
Chiunque vorrà fare questa scommessa, chiunque vorrà dimostrare che il Sud e i suoi imprenditori non sono inferiori a nessuno, non troverà dei lavoratori intenti a reclamare privilegi in buona parte ormai perduti, ma degli interlocutori aperti, ragionevoli e pronti a impegnarsi e a continuare a combattere per uscire dal tunnel.
È un cammino da percorrere insieme senza diffidenze, ma anzi con tenace e rinnovato entusiasmo. Non ci sono più alibi per nessuno.

@fnsisocial

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