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Rai 07 Mag 2011

Franco Siddi: “Nulla di sindacale in atti anonimi solo pericolosa deriva di barbarie”

''Non c'è nulla di sindacale negli atti che si fondano su anomimi e insinuazioni variamente costruiti al solo scopo di colpire competitori o portatori di idee e progetti, anche professionali, diversi e rispettati. La denuncia di un documento anonimo contro il suo lavoro e la sua immagine del direttore del Tg3 Bianca Berlinguer, che sarebbe raccolto da un redattore del Tg1, è spia di un rischio deriva che, da certi esempi malvagi che già attraversano settori della politica, si stanno insinuando anche in ambiti dell'informazione''. Lo dice il segretario della Fnsi Franco Siddi.

''Non c'è nulla di sindacale negli atti che si fondano su anomimi e insinuazioni variamente costruiti al solo scopo di colpire competitori o portatori di idee e progetti, anche professionali, diversi e rispettati. La denuncia di un documento anonimo contro il suo lavoro e la sua immagine del direttore del Tg3 Bianca Berlinguer, che sarebbe raccolto da un redattore del Tg1, è spia di un rischio deriva che, da certi esempi malvagi che già attraversano settori della politica, si stanno insinuando anche in ambiti dell'informazione''. Lo dice il segretario della Fnsi Franco Siddi.

''Dal 'caso Boffo' in poi, fino al maldestro tentativo di colpire, dal Tg1, il capo del servizio parlamentare del Tg3, Pierluca Terzulli, si sono manifestati, qua e là, episodi che suscitano inquietudine e sono fuori dai binari della leale competizione delle idee. Le questioni sindacali si affrontano sul terreno della libertà e della trasparenza, delle regole morali e professionali, del confronto delle parti interessati.
Questo e solo questo è il terreno sul quale il sindacato dei giornalisti continuerà a operare nei confronti del direttore del Tg3, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni, a partire da quella del Cdr che rappresenta i colleghi della testata nelle relazioni, che primariamente gli appartengono con il suo
direttore, e del sindacato di base Usigrai.
Attacchi maleodoranti e infamie, denunciati da Bianca Berlinguer, se confermati o peggio 'messi in macchina', non potranno trovare accoglienza nella casa del sindacato, se non per le giuste valutazioni da portare all'esame delle sedi competenti. Competizione e confronto tra idee plurali sono l'ingrediente di un sindacato libero e unitario come quello dei giornalisti. Tutto ciò che va fuori e oltre per alimentare l'idea del 'tutto è uguale', 'tutto e buono o tutto è marcio' risponda a una logica non condivisibile e devastante. Nessuno e neanche la Rai potrà considerare - credo - normale ciò che non è''.
''A Bianca Berlinguer un sentimento di vicinanza davanti all'ipotesi di attacchi 'maleodoranti' e comunque fuori campo, nella conferma di un rapporto sindacale leale, franco e basato su principi di correttezza umana e civile. E la tutela sindacale dei colleghi sarà con altrettanta lealtà e correttezza assicurata da ogni organismo sindacale a ciò deputato, anche se ciò forse a qualcuno non piace''. (ANSA)

DOCUMENTO CONTRO BERLINGUER, 'ACCUSE MALEODORANTI'
USIGRAI, 'QUESTIONI SI AFFRONTANO IN SEDE AZIENDALE'
Un documento intitolato ''Libro Bianca - La zarina fa, ma non si dice'' che mette insieme una serie di accuse anonime al direttore del Tg3 Bianca Berlinguer circola in Rai, spedito ad un indirizzario molto ampio, dal giornalista del Tg1 Stefano Campagna che si firma come componente dell'Esecutivo Usigrai-L'alternativa. Circola tanto diffusamente in Rai che la stessa Berlinguer interviene per prima a denunciarlo con un comunicato in cui parla di un testo che ''si qualifica da solo, tanto è zeppo di accuse maleodoranti nei miei confronti costruite su informazioni totalmente false, scambi di persona e attacchi infamanti a me e alla mia direzione''.
Il direttore del Tg3 non replica perché giudica il piano dello scontro ''tanto squallido e umiliante, in primo luogo per chi lo pratica'' ma dice di aver informato ''il direttore generale della Rai Lorenza Lei'' e di aver dato mandato all'avvocato Grazia Volo ''di tutelare la mia immagine in ogni sede giudiziaria opportuna nei confronti della fonte anonima, se individuata, e di chiunque abbia concorso o concorrerà alla circolazione di un simile scritto falso e diffamatorio''. Spiega ancora il direttore che ''l'unico organo preposto a tutelare l'integrità del corpo redazionale del Tg3 è il suo Cdr, e nessuno può fare le sue veci. Mi limito a far notare che mai nella storia di questa azienda nella quale lavoro da più di vent'anni - aggiunge Bianca Berlinguer - era capitato di assistere ad una tale degenerazione interna del clima tanto più tra chi ha la responsabilità di direzione''.
È per primo il Comitato di redazione del Tg3 ad intervenire, facendo nome e cognome del collega del Tg1, Stefano Campagna, che ha diffuso il testo di 4-5 pagine in cui si punta il dito contro il direttore, citando una serie di episodi interni alla testata ma entrando anche in scelte di linea editoriale, di promozioni, o in quella della conduzione da parte del direttore del Tg delle 19 e di Linea notte. ''Il CdR del TG3 - spiega la rappresentanza sindacale - non ha bisogno di delegare la tutela sindacale della testata al collega Stefano Campagna del Tg1. La dialettica interna non è mai stata segnata da lettere anonime o messaggi omertosi, la nostra tradizione sindacale e culturale ci permette di discutere dei nostri problemi e delle vertenze in atto, mettendo in atto in nostro mandato con il supporto di Fnsi e Usigrai''.
Interviene anche l'Usigrai, con il segretario Carlo Verna che spiega che ''Il libro bianco su Minzolini che attende ancora risposte da parte dell'azienda è stata un'iniziativa del cdr all'epoca in carica al Tg1 (che si è esposto direttamente col proprio Direttore), condivisa da Usigrai ed Fnsi. Tutto alla luce del sole, niente dossier o fonti anonime''. E aggiunge: ''Vertenze aperte ci sono in quasi tutte le testate e ovviamente anche al Tg3, dove affianchiamo il cdr ogni volta che ci sono ragioni da far valere'', e chiede infine alla Berlinguer ''niente querele le questioni si affrontano in sede aziendale e sindacale''.
Solidarietà al direttore del Tg3 dal segretario Fnsi Franco Siddi: ''A Bianca Berlinguer un sentimento di vicinanza davanti all'ipotesi di attacchi 'maleodoranti' e comunque fuori campo , nella conferma di un rapporto sindacale leale, franco e basato su principi di correttezza umana e civile. E la tutela sindacale dei colleghi sarà con altrettanta lealtà e correttezza assicurata da ogni organismo sindacale a ciò deputato, anche se ciò forse a qualcuno non piace''. Solidarietà al direttore anche dal Pd: ''La denuncia di Bianca Berlinguer dimostra quanto l'uso di attività di dossieraggio alimentata da anonime bufale si stia diffondendo in questo paese'', sottolinea Matteo Orfini della Segreteria nazionale e responsabile Informazione del Pd.   (Di Elisabetta Stefanelli)  (ANSA)

RAI: BERLINGUER; GIULIETTI-VITA, DA TEMPO IN MIRINO PREMIER
''Condividiamo le prese di posizione di Franco Siddi, di Carlo Verna, del Popolo Viola. L'aggressione in atto contro Bianca Berlinguer è solo una parte di un piano coordinato ed orchestrato che avrà nel mirino il tg3, Raitre, Rainews, e tutte le trasmissioni da sempre al centro delle perverse attenzioni del servizio d'ordine mediatico del presidente del consiglio''. Lo affermano in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita.
'''Non ci faremo intimidire' ha risposto Bianca Berlinguer, e ci sembra davvero la risposta giusta, se vorranno provare a chiudere la bocca alle ultime postazioni che ancora non sono riusciti ad occupare, troveranno pane per i loro denti - aggiungono Giulietti e Vita - Per loro sfortuna in giro per l'Italia non ci sono solo responsabili da acquistare, ma anche irresponsabili che preferiscono la legalità repubblicana al bacio della pantofola del padrone di turno. Ci auguriamo che la nuova direttrice generale Rai - concludono - voglia non solo respingere il metodo dei dossier e delle denunce anonime, ma anche allontanare definitivamente ogni richiesta di censura preventiva ed ogni attività di molestia nei confronti di una qualsiasi delle trasmissioni che, da tempo, sono al centro delle attenzioni degli imbavagliatori in servizio permanente effettivo''. (ANSA) RAI: BERLINGUER; CAMPAGNA, CHIEDEVO SOLO VERIFICA SINDACATO
''Da tempo ricevo segnalazioni da colleghi del Tg3 che 'terrorizzati' denunciano fatti gravissimi, supplicando l'anonimato. Cosa deve fare un sindacalista? Tacere, assecondare i silenzi di Fnsi e Usigrai?'' Cosi' Stefano Campagna, il giornalista del Tg1 che ha redatto il documento di accusa denunciato dal direttore del Tg3 Bianca Berlinguer, replica alle polemiche sul suo ''Libro Bianca''.
''Sono nell'esecutivo Usigrai e rappresento tutte le testate oltre ad avere uno specifico incarico della lista che mi ha eletto (L'Alternativa). Ho elaborato un documento interno con cui mi limitavo a chiedere al sindacato di effettuare una verifica dei contenuti pervenuti da colleghi che non hanno evidentemente piu' fiducia nel sindacato politicamente istituzionalizzato''. Quanto alla diffusione molto ampia del documento, contestata dalla Berlinguer: ''il documento – spiega Campagna - è stato diffuso solo all'interno della Rai ed è stato da me firmato, quindi non c'è stato nessun anonimato da parte mia''.
''Ora - continua - mi ritrovo minacciato e offeso dal direttore del Tg3 che definendomi 'maleodorante' impone una 'inusuale' linea sindacale delegando solo al Cdr del Tg3 il potere di intervenire. Cosa ampiamente smentita dal fango quotidiano dell'Usigrai sul Tg1. Non divulgherò il testo del documento che ironicamente ho definito 'Libro Bianca' essendo contrario al dossieraggio stile ex Cdr Tg1. Dopo le gravissime dichiarazioni di Verna e di Siddi e le minacce di querela del direttore del Tg3, chiedo la tutela sindacale (Usigrai, Garanti e Probiviri). Mi riservo di controquerelare Bianca Berlinguer per aver denigrato e minacciato un sindacalista senza senza dare minima spiegazione sui contenuti del documEnto, gravissimi. Nono ho i mezzi economici della 'direttorissima' e sono pronto ad aprire banchetti in tutta Italia per raccogliere fondi per il mio legittimo diritto alla difesa. Concludo - sostiene ancora Campagna - facendo appello ai colleghi del Tg3 che sino rivolti a me di uscire dall'anonimato. Ho fatto quello che potevo per difendere i diritti dei colleghi. Non vorrei dovermi alla fine scusare per aver fatto solo il mio dovere secondo i principi di libertà, onestà intellettuale e difesa dei giornalisti in difficoltà''. (ANSA)

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