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Fnsi 20 Mag 2010

Franco Siddi: “I 40 anni dello Statuto dei lavoratori non una celebrazione rituale ma un’occasione per estendere diritti a chi non li ha”

“I 40 anni dello Statuto dei lavoratori non sono una ricorrenza formale. Sono 40 anni di civiltà del lavoro che hanno qualificato l’evoluzione della vita economica e sociale del Paese. La carta fondamentale dei diritti del lavoro in Italia non ha esaurito la sua valenza e anzi oggi più che mai rappresenta la via maestra per una ancora più piena valorizzazione della dignità del lavoro e dei lavoratori tutti a prescindere dalla condizione in cui esercitano la loro attività (da dipendenti o da autonomi).

“I 40 anni dello Statuto dei lavoratori non sono una ricorrenza formale. Sono 40 anni di civiltà del lavoro che hanno qualificato l’evoluzione della vita economica e sociale del Paese. La carta fondamentale dei diritti del lavoro in Italia non ha esaurito la sua valenza e anzi oggi più che mai rappresenta la via maestra per una ancora più piena valorizzazione della dignità del lavoro e dei lavoratori tutti a prescindere dalla condizione in cui esercitano la loro attività (da dipendenti o da autonomi).

E’ centrale il diritto di partecipazione e espressione  di ogni lavoratore e del suo sindacato nei confronti delle imprese e del sistema istituzionale. Non servono formule miracolistiche – magari all’insegna di un’indicazione affascinante come quella che parla di Statuto dei lavori – ma un’estensione chiara di tutti i principi ineludibili dello Statuto dei lavoratori a tutti. La legge n. 300 del 1970, opera di riformisti veri come l’allora Ministro del Lavoro Brodolini che ne assunse l’iniziativa politica e del prof. Gino Giugni che inserì con rigore scientifico in legge valori ineludibili per la dignità del lavoro e dei lavoratori, ha una permanente attualità.

Non dimentichiamo, che uomini come lo stesso Giugni e altri professori come D’Antona e Biagi, fortemente impegnati nel sociale, sono entrati nel mirino del terrorismo.

Quei protagonisti sono stati vicino al giornalismo italiano, che nello Statuto dei lavoratori ha trovato e trova ragioni profonde di ancoraggio alle indispensabili autonomie della professione e della delicata opera di assicurare un’informazione libera e corretta ai cittadini. Oggi il complesso e agitato mondo dell’informazione avverte con urgenza l’esigenza dell’estensione del quadro dei diritti e principi dello Statuto a tutti gli attori del sistema, con particolare riguardo ai free lance e all’area del precariato, perché un bene prezioso e delicato (quale appunto l’informazione) non sia maneggiato in modo improprio e tale da alterare la democrazia della conoscenza e della partecipazione”.

@fnsisocial

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