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Rai 30 Mar 2011

Franco Siddi: “Grazie Zavoli, scelta giusta e saggia Liberare l’informazione. No a manipolazioni e bavagli”

Era e resta incredibile e privo di ragionevole fondamento il proposito - che ha alimentato un sofferto dibattito politico fino a pochi minuti fa - presentato alla Commissione di Vigilanza Rai, di bloccare le trasmissioni di approfondimento nel servizio pubblico durante la prossima stagione elettorale. Gli appelli estremi al buon senso, alla ragionevolezza hanno trovato nel Presidente Zavoli, anche dopo le valutazioni di ieri dell’Ag Com, la considerazione più giusta e saggia.

Era e resta incredibile e privo di ragionevole fondamento il proposito - che ha alimentato un sofferto dibattito politico fino a pochi minuti fa - presentato alla Commissione di Vigilanza Rai, di bloccare le trasmissioni di approfondimento nel servizio pubblico durante la prossima stagione elettorale. Gli appelli estremi al buon senso, alla ragionevolezza hanno trovato nel Presidente Zavoli, anche dopo le valutazioni di ieri dell’Ag Com, la considerazione più giusta e saggia.

“Liberare l’informazione è l’unica linea guida possibile. E il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, con la forza della sua autorità morale e professionale di uomo delle istituzioni e della nostra civiltà giuridica, lo dice meglio di qualsiasi altra parola con la sua dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti al regolamento per la par condicio durante la prossima campagna elettorale, che erano stati presentati in commissione di vigilanza dalla maggioranza di Governo.
Era e resta incredibile e privo di ragionevole fondamento il proposito - che ha alimentato un sofferto dibattito politico fino a pochi minuti fa - presentato alla Commissione di Vigilanza Rai, di bloccare le trasmissioni di approfondimento nel servizio pubblico durante la prossima stagione elettorale.
Gli appelli estremi al buon senso, alla ragionevolezza hanno trovato nel Presidente Zavoli, anche dopo le valutazioni di ieri dell’Ag Com, la considerazione più giusta e saggia.
Nessuno deve temere servizi di informazione che vogliano approfondire argomenti e temi della vita civile o della cronaca e mettere, nello stesso tempo, a confronto opinioni e voci diverse. Nessuno deve essere impedito. Se c’è una necessità è quella di arricchire, di aumentare l’informazione e il confronto tra le voci, senza tifosi, anche senza fischi e senza applausi precostituiti. Un divieto non mortificherebbe un giornalista o un conduttore ma sarebbe solo una ferita al diritto dei cittadini ad un’informazione completa e a una scelta tra le offerte di informazione plurali che il servizio pubblico deve assicurare.
Certamente, chiedere che il servizio pubblico chiuda sugli approfondimenti nello stesso periodo in cui altri possono usare le trasmissioni addirittura per taroccare l’informazione con attori che recitano a soggetto, per esempio, il terremoto dell’Aquila, sarebbe stato paradossale, illogico, fuori luogo e scorretto. Si qualifichino i doveri del pluralismo in Rai ma non si spenga nessuna voce. Nessun silenziatore sulle notizie e sulle idee.
L’informazione è un bene pubblico.
L’appello è che ciascuno ora faccia correttamente la sua parte: prevalga la civiltà della convivenza democratica, la forza della ragione, la consapevolezza che l’informazione non si domina ma si libera e si rispetta. Noi non tifiamo mai per l’irreparabile”.

RAI: ZAVOLI, INAMMISSIBILI NORME PAR CONDICIO NEI TALK

Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli ha dichiarato inammissibili gli emendamenti della maggioranza al regolamento per le amministrative che estendono la par condicio ai talk show. Lo stesso giudizio per quelli che prevedono la sostituzione delle trasmissioni di comunicazione politica ai programmi di informazione.
Zavoli ha rilevato che ''una equiparazione esplicita oltre che di fatto tra comunicazione politica e programmi di informazione determinerebbe effetti impropri sull'autonomia della Rai''. Il presidente della commissione, nel rilevare l'inammissibilità di due emendamenti della maggioranza e di due commi di un terzo, ha richiamato la legge 28 del 2000 oltre che le sentenze della Corte Costituzionale e del Tar del Lazio.
Nel corso della replica, Zavoli ha aggiunto: ''Non posso che condividere i timori di quanti paventano il rischio di ripetere l'esperienza verificatasi lo scorso anno per le elezioni regionali, quando i timori della Rai su tale assimilazione hanno indotto l'azienda a sospendere i talk show''. ''La predetta assimilazione - ha proseguito - comporterebbe l'imposizione alla Rai di un carico eccessivo di impegni operativi con diverse conseguenze: in primo luogo una forte limitazione della libertà di espressione e dell'autonomia professionale dei giornalisti; in secondo luogo la sottrazione di spazi agli adempimenti del servizio pubblico a vantaggio di consultazioni elettorali che interessano poco più delle percentuale di elettori richiesta per l'applicazione della par condicio (il 27% dell'elettorato) e che riguardano tematiche di interesse eminentemente locale; e altre che suscitano difficoltà tali, a livello organizzativo, da rendere praticamente impossibile effettuare in tempo utile i vari adempimenti necessari, anche in considerazione dell'alto numero di soggetti da coinvolgere''.
''Possiamo invece convenire - ha detto ancora Zavoli – sulla proposta di coinvolgere in forma non prescrittiva l'ambito nazionale delle trasmissioni Rai per fornire un'adeguata informazione sulle elezioni''. (ANSA)

RAI: ORDINE GIORNALISTI, SOLIDARIETA' A ZAVOLI

Il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti - si legge in una nota - ''è solidale col presidente della commissione parlamentare di Vigilanza Zavoli che ha ritenuto inammissibili gli emendamenti alla delibera di regolamentazione del periodo elettorale, che avrebbe consentito un nuovo bavaglio''.
''Spegnere di nuovo i talk-show del servizio pubblico radiotelevisivo - prosegue la nota - è una pesante sottrazione al diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. È già accaduto l'anno scorso e il Tar si è pronunciato contro la delibera che aveva consentito il divieto. Lo stop dato da un maestro di giornalismo nella sua attuale qualità di presidente tutela una norma costituzionale e tutta la categoria''. (ANSA)

FNSI-USIGRAI: “INACCETTABILE STOP AI TALK SHOW RAI”

28 MARZO - ''E' semplicemente inaccettabile che ancora una volta si stia progettando la chiusura degli spazi di approfondimento politico della Rai all'approssimarsi delle elezioni''. In questi termini Federazione nazionale della stampa italiana e Usigrai bocciano l'emendamento della maggioranza alla bozza di regolamento della Vigilanza per la par condicio per le amministrative che prevede l'equiparazione dei programmi di approfondimento alle tribune politiche.
''Il pluralismo nel nostro Paese, già incluso dal Parlamento Europeo tra le nazioni da monitorare con attenzione, ne risulterebbe ulteriormente sfregiato'', sottolineano Fnsi e Usigrai in una nota congiunta, chiedendo alla ''commissione di Vigilanza di avere rispetto del diritto dei cittadini ad essere informati e a poter scegliere tra offerte giornalistiche differenziate. Il servizio pubblico può definirsi tale soltanto se e' il luogo nel quale convivono stili informativi anche radicalmente diversi tra loro''.
''Il sindacato dei giornalisti farà di tutto, nelle prossime ore, per evitare che venga attuato questo autentico esproprio ai danni dell'opinione pubblica e troverà le forme più incisive - concludono le due organizzazioni - per far sentire che tanta parte del Paese non e' disposta a farsi sequestrare la possibilità di conoscere e capire''. (ANSA)

AMMINISTRATIVE: NATALE, STOP TALK SHOW SAREBBE PERICOLOSO

28 MARZO - ''I giornali di oggi tornano a prospettare lo sciagurato blocco degli approfondimenti televisivi prima delle amministrative: se così è, rischia di diventare una pericolosa tradizione all'avvicinarsi di ogni elezione''. È la preoccupazione espressa dal presidente della Fnsi, Roberto Natale, che stamani ha partecipato al Circolo della Stampa di Milano a un incontro sulla libertà di stampa in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Natale ha detto che in Italia, quanto appunto a libertà di informazione, ''stiamo male'' e ne ha elencato i motivi.
''Stiamo male, lo dice l'Europarlamento che due settimane fa ha votato un documento di preoccupazione per un gruppo di paesi quasi tutti ex regimi comunisti dell'Europa orientale e con un solo paese occidentale, l'Italia - ha argomentato il presidente del sindacato dei giornalisti - ma stiamo male anche perché il servizio pubblico non ha autonomia e perché nella tv privata c'è un problema evidente di concentrazione notevolissima di risorse''. In questo quadro, a giudizio di Natale, emerge comunque ''un elemento molto positivo, che è la sensibilità crescente dell'opinione pubblica non più disposta a far sequestrare il diritto di sapere'' sancito dall'articolo 21 della Costituzione. (ANSA)

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