“L’informazione non è spettacolo. Presentatori, conduttori, autori fanno un altro mestiere. Nessuno glielo contesta ma non possono invadere il campo di lavoro dei giornalisti. Vale anche, e oggi soprattutto, per Bonolis.
I giornalisti non rispondono a lui. Non si accettano pacchi né invasioni di campo improprie. L’organizzazione del lavoro dei giornalisti e la loro deontologia sono definiti dal contratto di lavoro e dalla legge professionale. Bonolis deve saperlo. La guerra dell’audience non consente a nessuno di modificarle senza rispettare ruoli, professionalità, procedure. Il trasferimento di una redazione e la riorganizzazione del suo lavoro non è nel potere di un collaboratore aziendale, anche è se è un uomo che fa brillantemente spettacolo e intrattenimento. Un’azienda come Mediaset sa che esiste un contratto di lavoro, come funziona e come e perché credibilità e vera ricchezza dell’informazione, reale patrimonio delle stesse aziende editoriali, si affermino rispettando le regole. A questo, oggi ci appelliamo, respingendo accuse e annunci di Bonolis, e manifestando la piena solidarietà ai colleghi di Sport Mediaset e di tutte le testate Mediaste. La centralità redazionale e la dignità professionale non può essere svillaneggiata, né sottoposta agli umori di collaboratori intrattenitori. Di questi argomenti, delle troppe tensioni scaricate impropriamente a diversi livelli si farà opportuno approfondimento durante il prossimo Consiglio nazionale dell’Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi) in programma a Torino mercoledì e giovedì prossimi. I temi caldi sono ormai troppi: dalla querelle Rai-Milan, all’informazione libera e plurale su tutti i grandi eventi, a partire dalle prossime Olimpiadi invernali e dai mondiali di calcio.” Dichiarazione del Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, e il Presidente dell’Unione Stampa Sportiva Italiana, Antonello Capone