Milano, 27 marzo 2006. Ho letto la nota di “Senza bavaglio” (alias Massimo Alberizzi) pubblicato oggi nel sito della Fnsi (www.fnsi.it). Molte risposte sono contenute nella mia replica a “Nuova Informazione”. E non mi ripeto ma rimando a quelle pagine il lettore interessato.
Vanno precisati pochi punti: 1) Assistenza agli iscritti. l’Ordine non svolge (per le legge) i compiti di assistenza propri del sindacato e che la Fnsi svolge contrattualmente essendo destinataria di uno 0,10% mensile pagato dai giornalisti dipendenti. Va precisato che, in base al contratto, lo status di disoccupato spetta soltanto a professionisti e praticanti. 2) Formazione professionale. Per quanto riguarda la formazione, il compito spetta alle parti sociali (Fnsi e Fieg) in base alla legge 388/2000. Fnsi e Fieg sono tenute a costituire un apposito Fondo. La somma annuale, che gli editori versano all’Inpgi, ammonta a 2,4 milioni (euro) e viene legittimamente trattenuta dall’Inpgi per le sue finalità. E ciò accadrà finché le parti sociali non troveranno un accordo. 3) Accantonamento di 70mila euro per le elezioni 2007. Bisogna trovare una sede, che dia sicurezza e che abbia vie di fuga e che sia predisposta per accogliere gli eventuali ritardatari. Non hanno questi requisiti né la sede dell’Associazione lombarda dei Giornalisti né il Circolo della Stampa. Non possiamo pretendere di immobilizzare il Circolo della Stampa per 8 giorni divisi in due frazioni di 4 giorni. Gli scrutatori e le persone addette al seggio vanno retribuiti con riferimento al tariffario (sia pure tagliato, come abbiamo fatto in passato, del 50 per cento). L’ente pubblico “Ordine dei giornalisti della Lombardia” deve organizzare le elezioni, rispettando parametri fissati in sede legislativa: “L'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza secondo le modalità previste dalla presente legge e dalle altre disposizioni che disciplinano singoli procedimenti, nonché dai princìpi dell'ordinamento comunitario” (articolo 1, I comma, della legge 241/1990). 4) Gli enti pubblici hanno particolari e peculiari poteri di autonomia normativa o di autodichia. L’Ordine, pubblica amministrazione, ha un potere di autogoverno e di autoregolamentazione (Cass. civ. Sez. unite, 10/6/2003 n. 9296; Cass. civ. Sez. unite, 10/7/2003 n. 10842; Cass. civ. Sez. unite, 11/11/2003 n. 16943; Cass. Civ. Sez. unite, 23/1/2002 n. 762; Cass. civ. Sez. unite, 6/6/2002 n. 8225; Cass. civ. Sez. III, 6/4/2001 n. 5156; Cass. civ. Sez. Unite, 22/6/1990 n. 6312); potere riconosciuto anche dal Ragioniere generale dello Stato (Ispettorato generale dello Stato per gli ordinamenti del personale; Divisione IV, prot. 177755/14 ottobre 1997) in tema di fissazione delle indennità spettanti ai consiglieri; indennità poi fissate dal Consiglio nazionale, ma rifiutate dai consiglieri e dai revisori dell’Ordine di Milano. L’Ordine di Milano si avvale da decenni del potere di autodichia, autogoverno e autoregolamentazione (delibera sul praticantato d’ufficio; delibera istituiva di una Scuola di giornalismo con il praticantato alternativo a quello tradizionale; delibere (ripetute negli anni) di sostegno economico della Scuola di giornalismo; delibera sull’assistenza legale/amministrativa/fiscale a favore degli iscritti economicamente deboli; delibera istitutiva di un contributo una tantum di 10 euro a carico degli iscritti per sostenere la Scuola di giornalismo; delibera con la quale ha liberato il direttore di Tabloid dal pagamento di spese legali e di risarcimenti a terzi a seguito di condanna; delibera di pagamento delle spese legali a favore di giornalisti disoccupati; delibera di acquisto di mezzi tecnici di stampa del giornalino dei detenuti di San Vittore; delibera per la premiazione delle migliore tesi di laurea sul giornalismo e per il sostegno di premi giornalistici organizzati da enti della categoria; delibera per la concessione di medaglia d’oro agli iscritti con 50 anni di Albo; delibere con impegni finanziari in occasione di ricorrenze particolari con stampa anche di volum; delibera di sostegno dell’assistenza svolta dalla Fnsi e dall’Alg a favore di giornalisti senza lavoro; delibera con stanziamenti economici a favore del Circolo della stampa, etc). 5) Conclusioni. Bilanci e relazioni vengono pubblicati con almeno 4 giorni di anticipo sulla data dell’assemblea nella home page del portale www.odg.mi.it. “Senza bavaglio” peraltro non può appropriarsi oggi di decisioni del Consiglio (il taglio dei numeri di Tabloid da 10 a 6 all’anno). E’ una vittoria l’inversione dell’ordine del giorno oppure era un atto dovuto verso colleghi giovani e meno giovani in attesa di medaglie e tessere ? Quali sono le spese faraoniche? “Senza bavaglio” sa che il rinnovo del contratto della vecchia sede di via Appiani sarebbe costato quanto il nuovo? Con alcune differenze: 355mq di ufficio contro 270; 100 mq di archivio contro 45; con in più l’aria condizionata. Massimo Alberizzi lavora in un giornale (Corriere della Sera) che ama il metodo storico applicato alle indagini (fa parte del “metodo Mieli”). Prima di rilasciare sgangherate e irrazionali dichiarazioni a ruota libera sui bilanci dell’Ordine dovrebbe studiarli e compararli almeno con quelli dell’Ordine nazionale e dell’Ordine del Lazio (che è grande quanto quello di Milano). Ma non posso chiedere ciò: Massimo è impegnato per lo più in Africa dove utilizza per ore e ore il computer spesso in condizioni disperate e disagevoli. E dall’Africa spedisce via Internet (anche lui) migliaia di email. Come faccio a pretendere da un chimico (Massimo è stato battezzato simpaticamente “Alì il chimico”) che dedichi tempo ai massicci e complessi bilanci del suo Ordine? Davvero i libri della nostra biblioteca e le tesi di laurea sul giornalismo sono spese che non rientrano nell’attività culturale di un Ordine professionale? Spingere le università a fare ricerca sul nostro mondo è un progetto velleitario? I libri e le tesi danno prestigio e immagine all’Ordine o no? Queste sono le domande che “Senza bavaglio” e “Nuova Informazione” devono porsi e alle quali devono rispondere con equilibrio e distacco. Non ci si può definire liberali (come Massimo Alberizzi) e democratici di sinistra (come Marina Cosi) e poi fare polemiche da conservatori, incapaci di riconoscere la lungimiranza e la complessità delle visioni e delle scelte dell’avversario, che ha letto almeno Gobetti e Bobbio. Franco Abruzzo/presidente OgL