Il consiglio d’amministrazione di “Libération” svoltosi venerdì scorso ha acuito le tensioni tra vertici e dipendenti del giornale. Il clima era già teso dopo che la scorsa settimana era stata annunciata un’ “ottimizzazione dell’organizzazione” e i dipendenti avevano letto in quell’annuncio l’ipotesi di una riduzione degli stipendi.
(Astro9colonne) - Parigi, 3 ott - Il consiglio d’amministrazione di “Libération” svoltosi venerdì scorso ha acuito le tensioni tra vertici e dipendenti del giornale. Il clima era già teso dopo che la scorsa settimana era stata annunciata un’ “ottimizzazione dell’organizzazione” e i dipendenti avevano letto in quell’annuncio l’ipotesi di una riduzione degli stipendi. Ma dopo il consiglio di venerdì le loro preoccupazioni si sono intensificate; in gioco sarebbe non soltanto la riduzione dei salari ma anche un possibile taglio dei posti di lavoro. Cifre non ufficiali parlano di licenziamenti collettivi stimati fra le 40 e le 80 unità. Il sindacato nazionale dei giornalisti francesi (SNJ) ha esplicitamente evocato nel corso dell’assemblea redazionale questa possibilità. Gli azionisti di “Libération” continuano a parlare di “progetti per migliorare il lavoro” ma - lamentano i giornalisti - “nessun piano è stato finora mostrato ai sindacati”. Al di là dell’aspetto economico e professionale, i giornalisti esprimono timori anche per la loro indipendenza: l’azionariato prende sempre più spesso decisioni che riguardano i contenuti del quotidiano e non si limita – secondo l’assemblea di redazione - a garantire la corretta gestione finanziaria del prodotto. La redazione chiede che il giornale della sinistra francese mantenga la sua “tradizionale e caratteristica indipendenza”.