“Con la morte, a 98 anni, del Professor Giovani Lilliu, uno dei maggiori maestri di archeologia preistorica del mondo e accademico dei Lincei, scompare anche una delle figure più illustri del pubblicismo italiano contemporaneo. Massimo studioso della Civiltà nuragica, scopritore della reggia di Barumini, suo paese natale, ai cui scavi partecipò non solo con la sapienza degli studi ma attivamente nell’opera di paziente rivolgimento della terra di una collina che nel suo seno nascondeva il più grande complesso nuragico del Mediterraneo, Lilliu ha reso al mondo il senso di una storia d’identità millenaria.
La grandezza della sua opera è in quegli scavi e nell’immensa produzione di documenti, scritti, saggi che ne fanno uno dei padri di patria sarda d’oggi, un vero federalista d’Italia e d’Europa del Novecento, segnatamente degli ultimi ottanta anni.
Pubblicista naturale, oltre che accademico di immenso prestigio, agli studi e alle ricerche ha unito un’opera divulgativa straordinaria, alimentando su più testate pagine di storia e cultura e il dibattito delle idee. Nel 1983 questa sua attività venne riconosciuta con l’iscrizione all’albo dei giornalisti quale pubblicista e subito dopo al sindacato di categoria, verso il quale fino alla morte ha mantenuto l’adesione come forma di solidarietà nei confronti di una professione chiamata a lavorare su e per la libertà.
L’opera d Giovanni Lilliu è perciò un preziosa ricchezza anche per il giornalismo italiano, nel quale ha portato la profondità della cultura unita alla semplicità e onestà di un uomo di forti radici (l’identità sarda e del mondo rurale) capace di considerare l’energia dell’autonomia della sua Regione nei processi di integrazione e contaminazione fra culture (significative le sue collaborazioni con personaggi di altra estrazione come Zevi e Norberto Bobbio).
Giovanni Lilliu lascia a quanti lo hanno conosciuto e a quanti vorranno studiarlo una lezione di valore assoluto. La sua vicenda è una pagina luminosa del e per il giornalismo. A Giovanni Lilliu la Fnsi rende omaggio grato.”