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Mafia 13 Nov 2013

Fnsi: "Minacce a Lirio Abbate contro il giornalismo d’inchiesta Questo tipo d'informazione è fondamento di legalità"

“Il Sindacato dei giornalisti è vicino a Lirio Abbate minacciato dalla malavita organizzata romana collegata al clan del Casalesi. Ormai è un vero e proprio stillicidio di minacce e soprusi che criminalità, poteri forti e cattiva politica stanno perpetrando, ormai da troppo tempo, ai danni di una libera informazione. Sono centinaia ormai i colleghi che vengono sottoposti a pressioni di ogni genere, molti dei quali costretti a vivere sotto stretta sorveglianza delle forze di polizia.

“Il Sindacato dei giornalisti è vicino a Lirio Abbate minacciato dalla malavita organizzata romana collegata al clan del Casalesi. Ormai è un vero e proprio stillicidio di minacce e soprusi che criminalità, poteri forti e cattiva politica stanno perpetrando, ormai da troppo tempo, ai danni di una libera informazione. Sono centinaia ormai i colleghi che vengono sottoposti a pressioni di ogni genere, molti dei quali costretti a vivere sotto stretta sorveglianza delle forze di polizia.

Il giornalismo d’inchiesta, come quello di Lirio Abbate, certo non si fermerà davanti ai pentoloni maleodoranti di criminalità, poteri occulti e cattiva politica. Questo giornalismo è il fondamento della legalità. A questo punto, però, non bastano più parole di circostanza e di solidarietà da parte delle istituzioni delle Stato, bisogna fare di più nel rispetto della libertà di stampa e del diritto-dovere dei cittadini di essere informati da un sistema dei media non più sotto ricatto”. 

MINACCE AL COLLEGA LIRIO ABBATE DA BOSS ROMA-CASALESI

Il giornalista dell'Espresso Lirio Abbate sarebbe oggetto di minacce da parte di esponenti della criminalità organizzata che opera nella Capitale vicini alla camorra e al clan dei casalesi. Ne parla oggi il Fatto quotidiano, citando le dichiarazioni di un anonimo e le indagini in corso da parte della Squadra mobile di Roma. "Lirio Abbate deve stare attento a Riccardino l'albanese, uno dal quale dipende gente che spara", la frase riferita da un anonimo sul cronista, che è già da anni sotto scorta per le minacce della mafia.
"La segnalazione risale all'estate scorsa - scrive il quotidiano - ma emerge solo ora perché Riccardino, all'anagrafe Arben Zogu, 40 anni, il 29 ottobre è stato arrestato insieme a Mario Iovine e ad altre 12 persone legate al clan dei casalesi".
Arresti legati a un inchiesta condotta dalla Dda di Napoli con il Gico della Guardia di Finanza di Roma e relativa a un sodalizio tra criminalità campana e albanese per il controllo delle slot machine ad Acilia e Ostia.
Nate in questo ambiente, le minacce contro Abbate sono da collegarsi all'inchiesta giornalistica da lui firmata e pubblicata su L'Espresso nel dicembre 2012 dal titolo "I quattro re di Roma", con "una mappa aggiornata - ricorda oggi Il Fatto - con nomi, cognomi e sfere di influenza sul crimine romano, puntando il faro su personaggi pesanti ma a piede libero". (ROMA, 12 NOVEMBRE - ANSA)  

MINACCE A ABBATE, SOLIDARIETÀ DIREZIONE E REDAZIONE ESPRESSO

La Direzione e la Redazione dell'"Espresso" esprimono solidarietà a Lirio Abbate per le minaccericevute e assicurano che "non faranno venir meno il loro sostegno, ringraziandolo sinceramente e affettuosamente".
"Da sei anni l'inviato dell'"Espresso" Lirio Abbate – scrive in una nota il direttore Bruno Manfellotto - vive sotto scorta.
Nell'estate del 2007, infatti, fu sventato un attentato davanti alla sua casa di Palermo che gli investigatori misero in relazione alle sue inchieste e a un suo libro sui rapporti tra mafia e politica. Nel luglio scorso, a seguito di un'inchiesta di copertina sulla malavita a Roma e sugli intrecci tra questa e i mondi della politica e degli affari, Abbate ha ricevuto nuove minacce di morte".
Secondo Manfellotto, ciò "è la dimostrazione che quando si fa informazione accurata e coraggiosa, soprattutto sui rapporti perversi tra politica e criminalità, si rischia molto ma si colpisce il cuore dei veri poteri forti. I quali, come si è visto, usano ogni mezzo per bloccare chi conduce tali inchieste e impaurire chi le pubblica". "Tentativi vani: durante tutto questo tempo Lirio Abbate ha svolto senza condizionamenti e in piena autonomia e libertà il suo lavoro di giornalista investigativo", conclude. (ROMA, 12 NOVEMBRE - ANSA)

MINACCE A ABBATE: STAMPA ROMANA, LIRIO NON VA LASCIATO SOLO

"L'Associazione Stampa Romana esprime solidarietà e vicinanza al collega dell'Espresso Lirio Abbate, oggetto di minacce di morte da parte della criminalità romana a causa delle sue inchieste sulla penetrazione delle mafie nella capitale". È quanto si legge in un comunicato. "Abbate, già sotto scorta da anni e oggetto di un fallito attentato a Palermo, è uno delle decine di colleghi in prima linea che le mafie e la malavita organizzata cercano di ridurre al silenzio, soprattutto per aver gettato luce sulle complicità e le connivenze fra criminalità e politica", prosegue la nota.
"Lirio non va lasciato solo - commenta il segretario Asr Paolo Butturini - perché l'isolamento è l'anticamera dell'eliminazione fisica, come la storia ha più volte dimostrato. Ma è con i fatti che si sostiene la battaglia per una libera informazione e per il diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Il primo passo, per esempio, sarebbe una definitiva abrogazione del reato di diffamazione, col quale spesso si tenta di impedire che venga fatta luce sulle trame e sulle complicità di cui godono le mafie. Il secondo sarebbe una riforma seria e moderna della legislazione che governa l'intero mondo dell'informazione, a cominciare dalla vetusta e inservibile legge istitutiva dell'Ordine dei Giornalisti.
Ma anche in materia contrattuale si dovrebbero fare passi avanti decisi verso la tutela dei giornalisti. Si potrebbero, per esempio, inserire nel nuovo contratto forme assicurative, anche per freelance e collaboratori, che mettano i colleghi al riparo dalle cosiddette "querele temerarie". Bisogna fornire ai giornalisti un'efficace assistenza legale e coprire i rischi a cui inevitabilmente va incontro chi non si ferma alla superficie dei fatti, ma scava alla ricerca della verità". (ROMA, 13 NOVEMBRE – ANSA)

UNIONE NAZIONALE CRONISTI ITALIANI

L’Unione nazionale cronisti italiani e il Sindacato cronisti romani sono pronti a dare battaglia politica, sindacale e  professionale accanto e in difesa del cronista dell’Espresso Lirio Abbate, scampato a un attentato a Palermo e oggi nel mirino della criminalità romana, e dei tantissimi altri colleghi minacciati, intimiditi e perseguitati nel tentativo di ridurli al silenzio. Secondo i dati raccolti da “Ossigeno per l’informazione”, solo quest’anno sono stati oltre 300 i giornalisti contro i quali si sono accaniti le mafie  e la malavita organizzata. Assieme alla Campania e alla Lombardia, la capitale e il Lazio detengono il vergognoso primato dei cronisti più a in pericolo nell’adempimento del loro dovere di informare. Non è più possibile che Parlamento, Governo e gli altri poteri dello Stato assistano indifferenti a una campagna di intimidazione su larga scala, lasciando i giornalisti senza garanzie per la libertà di stampa, e in balia del rischio del carcere, di antieuropee norme sulla diffamazione, di querele facili e ricattatorie, di cause esose per risarcimento danni, di una legge sulla stampa ancora con il marchio del codice fascista Rocco, di spregiudicati attacchi al segreto professionale del giornalista, e non da ultimo di un Ordine anacronistico e inutile.

@fnsisocial

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