CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Vertenze 30 Dic 2011

Fnsi: "La decisione non trova giustificazione E' un infanticidio di figli considerati 'illegittimi'"

“Quello dei colleghi di Liberazione è un grido d’allarme infinito unito ad una volontà ferrea di non lasciare nulla di intentato perché il giornale possa continuare la sua attività. La protesta estrema, l’occupazione della redazione, è in realtà una vibrata denuncia e un appello che vanno raccolti. I Governi sono i responsabili del collasso in cui si stanno facendo soffocare giornali politici, di idee, non profit, di cooperative, delle minoranze linguistiche e delle comunità italiane all’estero. All’editore di Liberazione i colleghi chiedono, però, un confronto reale, almeno per una soluzione ponte, anche per non far cadere le possibilità di sbocco positivo dell’indispensabile azione verso il Governo per la riforma dell’editoria e la certezza di sostegni pubblici per i giornali come questo, espressione di una storica idea politica rilevante nel Paese. La Fnsi rinnova la solidarietà ai colleghi e a tutti i lavoratori di Liberazione e fa proprio questo appello”.

“Quello dei colleghi di Liberazione è un grido d’allarme infinito unito ad una volontà ferrea di non lasciare nulla di intentato perché il giornale possa continuare la sua attività. La protesta estrema, l’occupazione della redazione, è in realtà una vibrata denuncia e un appello che vanno raccolti. I Governi sono i responsabili del collasso in cui si stanno facendo soffocare giornali politici, di idee, non profit, di cooperative, delle minoranze linguistiche e delle comunità italiane all’estero. All’editore di Liberazione i colleghi chiedono, però, un confronto reale, almeno per una soluzione ponte, anche per non far cadere le possibilità di sbocco positivo dell’indispensabile azione verso il Governo per la riforma dell’editoria e la certezza di sostegni pubblici per i giornali come questo, espressione di una storica idea politica rilevante nel Paese. La Fnsi rinnova la solidarietà ai colleghi e a tutti i lavoratori di Liberazione e fa proprio questo appello”.

“I tagli all’editoria e non solo. La progressiva e drastica riduzione dei fondi, la continua incertezza della loro  entità, l’indeterminatezza delle cifre negli ultimi anni avevano già messo a dura prova la possibilità di resistenza di molte testate, e tra queste ‘Liberazione’, storico giornale del partito della Rifondazione Comunista. Ma ora la decisione di chiudere la pubblicazione a partire dal primo gennaio da parte dell’editore del partito della Rifondazione comunista, Mrc, suona come una ingiusta condanna a morte. Suscita sconcerto la grave scelta che fa piazza pulita di un’esperienza editoriale significativa nella diffusione delle grandi idee politiche, della cooperazione e dei posti di lavoro di decine di famiglie di giornalisti, poligrafici e impiegati. La durezza della determinazione a chiudere con il 31 dicembre, espressa oggi di nuovo dall’editore in sede sindacale, non trova giustificazione neanche nella più grigia e cupa decisione dei tagli dei fondi all’editoria. E’ una rinuncia e nello stesso tempo, per come è espressa, una sorta di infanticidio plurimo di figli considerati ‘illegittimi’. L’offerta dei giornalisti e di tutto il sindacato di proseguire l’attività e salvare i posti di lavoro con ulteriori, grandi, sacrifici (oltre quelli fin qui affrontati attraverso contratti di solidarietà pesanti), non è stata accettata dall’editore che aveva già deciso tutto prescindendo, evidentemente, dagli esiti di un confronto fra le parti sociali che è stata, invece, considerato solo un mero passaggio burocratico. Non vale neanche la considerazione che ‘ormai tutti nel partito della Rifondazione Comunista sono in cassaintegrazione’. Quasi che aggiungere questa condizione senza via di uscita a colleghi di lavoro ormai stremati da anni di dedizione, ben oltre gli obblighi di un contratto, fortemente motivata da un desiderio, che si pensava comune, di assicurare innanzitutto la sopravvivenza della testata, fosse una giustificazione.Non basta neppure l’annuncio che ‘Liberazione’ continuerà a far sentire la sua voce su internet o in altre forme temporanee, cogliendo risorse dal volontariato politico e da pochissime attività professionali, inferiori comunque alle dita di una mano. Non ci siamo proprio. La Fnsi denuncia una sorta di tradimento d’oneri e di impegno civile per le giuste battaglie volte a trovare le strade più idonee per la sopravvivenza dei giornali politici e di idee, delle voci delle minoranze e delle testate cosiddette deboli e cooperative. La Fnsi con l’Associazione Stampa Romana è, e resta, vicina ai colleghi assicurando loro tutte le azioni possibili di solidarietà e sostegno sindacale e morale per la legalità e la migliore tutela dei loro diritti”.

EDITORIA: ASR, TRATTATIVA ROTTA PER LIBERAZIONE
Si e' rotta la trattativa fra il Cdr di Liberazione, assistito dalla Fnsi e dalla Asr, e la Mrc, societa' editrice del quotidiano del partito della Rifondazione Comunista. Lo riferisce Stampa romana, che sottolinea: ''L'azienda ha violato le piu' elementari regole di un civile confronto fra le parti, presentandosi al tavolo con una posizione precostituita, intransigente e inaccettabile : chiusura dell'edizione cartacea dal 1 di gennaio, cassa integrazione a zero ore per tutti i lavoratori (giornalisti e poligrafici), passaggio all'online ma senza un progetto definito e con un numero insufficiente di addetti''.(ROMA, 27 DICEMBRE - ANSA)

 

EDITORIA: LIBERAZIONE, NON SPEGNETE LE LUCI SU DI NOI
DAL 2 GENNAIO SOLO ON LINE, MA CON VERSIONE STAMPABILE

Dal 2 gennaio Liberazione, il quotidiano di Rifondazione Comunista, non sarà più in edicola, ma solo on line. A deciderlo l'editore Mrc, a seguito dei tagli ai fondi pubblici per l'editoria. I suoi lavoratori, però, non si arrendono e continueranno a lavorare, anche se in ferie imposte, pubblicando sul sito, oltre ai normali aggiornamenti, la versione pdf del giornale che chi vorrà potrà stamparsi da solo.
''Non spegnete le luci su di noi'', è l'accorato appello che oggi, nella redazione di viale del Policlinico a Roma, unisce tutti, giornalisti, poligrafici e direttore. ''Da ieri dormiamo qui perché vogliamo che il giornale sia vivo e la trattativa riprenda'', racconta Carla Cotti per il cdr. L'editore, invece, ''non ha voluto neanche esaminare le nostre proposte. Prima ancora di sedersi al tavolo aveva annullato i contratti per stampa e distribuzione''. Ieri sarebbero poi saltati anche gli accordi di solidarietà, con la richiesta alla Regione Lazio di cassa integrazione a zero ore. ''La buona notizia – prosegue Cotti - è che per la prima volta il segretario di Rifondazione ci ha espresso pubblicamente solidarietà''. Ma Liberazione, con 50 lavoratori sul filo, è solo la prima di una lista di testate a rischio chiusura per i tagli ai finanziamenti. ''La nostra è una vertenza pilota - proseguono nel cdr -, una battaglia anche contro la tenaglia che sta stritolando almeno 70 testate. Le nostre stanze sono aperte a tutti''. Anzi, per la notte di Capodanno ''abbiamo organizzato una veglia per chi vorrà partecipare''.
Per ora, solidarietà arriva dal presidente della Federazione nazionale della stampa Roberto Natale, che ha spostato nella redazione la sede del Comitato per la liberazione e il diritto all'informazione; di tanti lavoratori che rinnovano l'abbonamento come fosse una sottoscrizione; di lettori come Pierfrancesco Favino ''non per ragioni politiche - spiega – a meno che non sia politica la libertà di poter scegliere cosa e dove leggerle. Ma perché da cittadino mi preoccupa si possano chiudere così dei punti di vista''.
L'attesa è tutta per il Fondo Letta, in una corsa contro il tempo perché avere i fondi una volta chiusi sarà inutile. Ma ''non andiamo da Monti con il cappello in mano - sottolinea il direttore Davide Greco -. Faremo battaglia e lotta politica.
Malinconico e Monti devono dirci quanto questo governo è disposto a mettere sul tavolo''. Quanto a Liberazione, ''si deve riaprire il tavolo della discussione con l'editore - dice -.
Vagliare ogni proposta, nessuna esclusa'' e trovare soluzioni 'ponte' anche con l'aiuto delle sottoscrizioni. ''Un'idea - conclude Greco - è aprire una finestra di Liberazione con un indice e un editoriale su altre testate come Manifesto e Left''. (di Daniela Giammusso)
(ROMA, 30 DICEMBRE -  ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati