“Ora basta. La possibile uscita di Paolo Ruffini dalla Rai conferma e aggrava il quadro di un autentico, scientifico smantellamento del servizio pubblico. Non è in questione, naturalmente, il pieno diritto de “La7” di far la sua campagna-acquisti, muovendosi nelle praterie del mercato messe a disposizione da una Rai scandalosamente rinunciataria. Ma non si può accettare che, a viale Mazzini, il vertice lavori di continuo a creare ostacoli a nomi e programmi che possono contare su un largo apprezzamento del pubblico e a mettere fuori risorse professionali notevoli (rimane ancora inspiegabile, tra l’altro, la rinuncia a Saviano).
Per ogni vicenda si adduce pretestuosamente una differente motivazione: Santoro non poteva andare in onda su imposizione della magistratura; per Gabanelli si scopre una complicatissima questione di tutela legale; Ruffini non può essere mica direttore a vita. Si mettono in fila questi problemi specifici, e si ottiene magicamente la lista dei nomi e dei programmi sgraditi al Presidente del Consiglio. Al Direttore Generale, Lorenza Lei, accolto al suo arrivo da un consenso unanime per la speranza di autonomia aziendale che sembrava incarnare, il sindacato dei giornalisti chiede un cambio di registro e di mostrare in modo molto, molto più netto che in Rai non soffia più lo “spirito di Trani”.
RAI: GIULIETTI-VITA, RUFFINI VERSO DIMISSIONI 'SPINTANEE'
''Non sappiamo ancora se il direttore di Rai3 Paolo Ruffini, colui che tra mille difficoltà e pressioni è riuscito mirabilmente ad assicurare l'autonomia editoriale della rete, deciderà o meno di passare a La7. E in ogni caso in questo momento non ci interessa per nulla il consueto toto nomine. Ci interessa semmai affermare un concetto: qualora Ruffini dovesse andarsene non ci vengano a raccontare la favola della libera scelta: si tratterà, anche in questo caso, di dimissioni 'spintanee' determinate da una ininterrotta campagna di mobbing che ha costretto il direttore e l'intera rete a passare intere giornate a difendersi dagli attacchi provenienti dall'azienda medesima''. Lo affermano in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita.
''Ci riferiamo alle modalità che hanno portato all'uscita di Roberto Saviano, ai tentativi di estromettere Milena Gabanelli e Serena Dandini e persino al rischio di perdere le trasmissioni di Fabio Fazio. Non solo - insistono Giulietti e Vita - l'azienda non ha mai tutelato il direttore di Rai3, la rete, tutti quegli autori e giornalisti ogni qual volta sono stati proditoriamente aggrediti dai mazzieri del conflitto di interessi e dal medesimo presidente del Consiglio. Qualsiasi cosa decida Ruffini questa non è una vicenda privata, ma riguarda il servizio pubblico e il futuro di una rete più volte indicata come un'esperienza alla quale mettere fine''. (ANSA)
RAI: PARDI (IDV), SE RUFFINI VA VIA ENNESIMA SCONFITTA
''Quand'è che la direzione generale della Rai comincerà a percepire che per Berlusconi il tempo sta per scadere? L'indiscrezione secondo cui Paolo Ruffini starebbe per abbandonare la direzione di Rai3 ci lascia stupiti perché saremmo di fronte all'ennesima partenza illustre dalla televisione di Stato. Ma quel che ci lascia maggiormente sconcertati è che, a quanto pare, dalla Rai non ci sarebbe alcuna intenzione di trattenerlo''. È quanto sottolinea il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, Pancho Pardi.
''Del resto Ruffini - continua Pardi in una nota - è persona di grande autonomia e libertà, quindi scomodo alla Rai attuale totalmente asservita, con l'eccezione di poche sacche di resistenza, al presidente del Consiglio. Già nel corso della stagione appena conclusa ci sono stati enormi attriti con i vertici aziendali. La mancata conferma di qualche programma di enorme successo, come quello di Saviano, e la fatica per trattenere in rete Fazio, Dandini e Gabanelli contro le resistenze dei vertici, sono alla base del suo eventuale addio.
Se passasse a La7, come si legge in questi giorni – conclude l'esponente Idv - per la Rai e per i cittadini che pagano il canone sarebbe l'ennesima sconfitta''. (ANSA)
ANSA/ RAI: RUFFINI IN BILICO, CRESCONO VOCI SU ADDIO PER LA7
FNSI-USIGRAI, SI AGGRAVA SMANTELLAMENTO AZIENDA,DG CAMBI REGISTRO
Ore febbrili per il futuro di Paolo Ruffini. Le bocche sono tutte cucite, ma a quanto si apprende il direttore di Rai3, pur non avendo ancora preso una decisione, starebbe valutando seriamente la proposta ricevuta da La7.
Con il direttore generale Lorenza Lei Ruffini avrebbe avuto un colloquio ieri, incentrato però soprattutto sulla questione Parla con me e sulle modifiche al format, e un altro incontro questa mattina in cui si sarebbe parlato più specificamente del suo futuro. A spingere il dirigente a lasciare la Rai potrebbe essere, in particolare, la possibilità che gli si prospettino, per la sua permanenza a Viale Mazzini, ipotesi diverse dalla direzione della rete che governa con successo dal 2002. Il 25 novembre 2009, su proposta del dg dell'epoca Mauro Masi, Ruffini era stato sostituito dal cda con Antonio Di Bella; il 28 maggio 2010 era stato reintegrato al vertice della rete dal giudice del lavoro, che aveva accolto il suo ricorso, e poi l'8 giugno dal cda dell'azienda. Il 20 luglio il tribunale del lavoro aveva poi respinto il reclamo della Rai. Per dicembre è invece attesa l'udienza della causa di merito avviata dai legali del dirigente per ottenere conferma con sentenza del provvedimento cautelare di reintegro ed eventualmente il risarcimento dei danni.
Le indiscrezioni su una possibile uscita di Ruffini erano rimbalzate anche nelle scorse settimane - tra i nomi circolati nei rumors per la successione quello di Maria Pia Ammirati – ma il direttore di Rai3 è rimasto al suo posto, nelle fasi cruciali del rinnovo dei contratti dei conduttori e dei programmi di punta della rete, da Giovanni Floris a Fabio Fazio, senza dimenticare i casi Gabanelli e Dandini. In questi giorni, però, le voci sono tornate a infittirsi e secondo alcune fonti la svolta potrebbe essere vicina.
Di qui l'allarme lanciato da Fnsi e Usigrai, convinti che la possibile uscita di Ruffini ''confermi e aggravi il quadro di un autentico, scientifico smantellamento del servizio pubblico'' e la richiesta al dg di ''un cambio di registro''.
Dall'opposizione, Vincenzo Vita del Pd e Giuseppe Giulietti di Articolo 21 paventano per Ruffini ''dimissioni 'spintanee' determinate da una ininterrotta campagna di mobbing''. ''Se passasse a La7 - chiosa il capogruppo Idv in Vigilanza, Pancho Pardi - per la Rai e per i cittadini che pagano il canone sarebbe l'ennesima sconfitta''. (ANSA)