La volontà di licenziare i quattro giornalisti di Telepace è stata nuovamente comunicata dal Presidente nonché direttore responsabile dell’emittente televisiva Monsignor Guido Todeschini nel corso di un incontro informale svoltosi a Roma
L’ Azienda, per bocca dello stesso Todeschini, ha inspiegabilmente rifiutato di prendere in considerazione qualsiasi proposta avanzata dalla Fnsi e dall’Associazione Stampa Romana tendente a una soluzione concordata per la salvaguardia dei posti di lavoro. E’ inaccettabile che proprio la televisione voluta dal Vaticano per raccontare e trasmettere in tutto il mondo, anche attraverso il satellite, l’attività e la missione apostolica del Santo Padre decida di chiudere la redazione romana delegando l’attività di informazione alla sede di Verona. Risulta anche inaccettabile l’insensibilità dimostrata dall’azienda di fronte al dramma occupazionale dei colleghi che intende espellere traumaticamente dal mondo del lavoro senza alcun ammortizzatore sociale. E’ un atteggiamento che va contro ogni etica e manifesta un incomprensibile cinismo nei confronti dei lavoratori. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione della Stampa Romana sono al fianco dei colleghi di Telepace, li tuteleranno in ogni sede e con ogni mezzo e contrasteranno eventuali tentativi dell’azienda di trasferire a strutture esterne la realizzazione di prodotti informativi. TELEPACE: EDITORE RIFIUTA INCONTRO CONCILIATIVO 'Ho offerto a Telepace in via conciliativa la rinuncia totale ai miei pregressì come 'prova concreta di disponibilità verso un datore di lavoro'. Lo rende noto con un comunicato Piero Schiavazzi, il più conosciuto tra i giornalisti della redazione romana di Telepace, della quale l'editore ha deciso la chiusura. 'Ho anche invitato mons. Todeschini - fa sapere Schiavazzi - a guardare avanti, considerando la vicenda una crisi di crescita, ma lui ha rifiutato di incontrarmì. Nella nota, il conduttore di Telepace esprime gratitudine per 'il sostegno della stampa e delle Istituzioni, dal Comune al Parlamentò. (AGI)