CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Consiglio Nazionale 22 Dic 2011

Fnsi: da respingere l’attacco all’autonomia dell’Istituto Consiglieri e Sindaci Inpgi: i nostri conti sono trasparenti ed in ordine

“Il Consiglio Nazionale della Fnsi respinge l’attacco all’autonomia dell’Inpgi. L’Istituto di previdenza dei giornalisti ha già messo in atto, con il concorso delle parti sociali, misure che consentono una sostenibilità dei propri bilanci e della propria missione anche nel lungo periodo. Sorprendono, quindi, le gravi affermazioni del ministro del Lavoro, professoressa Elsa Fornero, relative ad una presunta insostenibilità dei conti dell’Inpgi. Affermazione non suffragata da alcun riscontro che contraddice quanto costantemente verificato e certificato dallo stesso ministero del Lavoro i cui rappresentanti siedono nel consiglio di amministrazione dell’Inpgi. Il ministro Fornero ha infine alluso a privilegi di cui godrebbero i giornalisti italiani. La categoria non ha privilegi ma è stata la prima ad avere sottoscritto un contratto nazionale collettivo di lavoro. Nel corso di un secolo ha quindi maturato capacità di negoziare diritti e doveri che si sono rivelati preziosi per i giornalisti italiani ma, soprattutto, per tutelare il diritto all’informazione dei cittadini e quello della dignità professionale di un precariato giornalistico sempre più diffuso.

“Il Consiglio Nazionale della Fnsi respinge l’attacco all’autonomia dell’Inpgi. L’Istituto di previdenza dei giornalisti ha già messo in atto, con il concorso delle parti sociali, misure che consentono una sostenibilità dei propri bilanci e della propria missione anche nel lungo periodo. Sorprendono, quindi, le gravi affermazioni del ministro del Lavoro, professoressa Elsa Fornero, relative ad una presunta insostenibilità dei conti dell’Inpgi. Affermazione non suffragata da alcun riscontro che contraddice quanto costantemente verificato e certificato dallo stesso ministero del Lavoro i cui rappresentanti siedono nel consiglio di amministrazione dell’Inpgi. Il ministro Fornero ha infine alluso a privilegi di cui godrebbero i giornalisti italiani. La categoria non ha privilegi ma è stata la prima ad avere sottoscritto un contratto nazionale collettivo di lavoro. Nel corso di un secolo ha quindi maturato capacità di negoziare diritti e doveri che si sono rivelati preziosi per i giornalisti italiani ma, soprattutto, per tutelare il diritto all’informazione dei cittadini e quello della dignità professionale di un precariato giornalistico sempre più diffuso.

Il diritto all’informazione trae forza dall’intransigente difesa di un’autonomia  della professione che solo una vocazione autoritaria può intendere come previlegio. Nel ribadire quindi la disponibilità a qualsiasi confronto con il governo, il Consiglio Nazionale della Fnsi chiama i giornalisti italiani ad alzare la soglia di attenzione sulla difesa dei diritti e del valore del lavoro. Lavoro che in questi  anni ha pagato un pesante tributo ad un modello che ha privilegiato la rendita finanziaria speculativa, come dimostrano anche i più recenti studi di Bankitalia. La ricerca di equità non può quindi  partire che da una maggiore considerazione delle ragioni del lavoro in un Paese che non ha certo bisogno di avere maggiore facilità di licenziare ma, al contrario,  deve disboscare la giungla del precariato e del ricorso improprio a contratti atipici male retribuiti e socialmente non protetti.  I giornalisti italiani non sono una casta di lavoratori privilegiati dal punto di vista economico. A fronte di alcuni, pochi, professionisti ben pagati e di colleghi con uno stipendio decoroso, ci sono migliaia di giornalisti disoccupati, o con i redditi tagliati pesantemente dai contratti di solidarietà o in cassa integrazione; mentre tra i 25 mila colleghi collaboratori e precari il 60% guadagna meno di 5 mila euro l’anno.
Il Consiglio Nazionale – ravvisando la necessità di promuovere la mobilitazione della categoria contro i  disegni che mirano a fare arretrare la civiltà del diritto del lavoro -  dà mandato alla giunta nazionale della Fnsi di  assumere tutte le iniziative utili – incluso, verificata l’impossibilità di una proficuo confronto,  il ricorso allo sciopero dei giornalisti - a rafforzare lo schieramento delle forze del lavoro che oggi chiede siano superate condizioni di precarietà, sia ripristinato un dialogo sociale capace di rispettare tutte le posizioni, consegni alle parti sociali politiche di sviluppo e crescita che consentano al Paese di uscire dalla crisi rafforzando la democrazia e non, davvero, il privilegio di chi in questi anni ha accumulato ricchezza sottraendo futuro al paese”.

Il Consiglio Nazionale della Fnsi, riunito a Roma il 21 dicembre del 2011, ha approvato all’unanimità il seguente documento sull’autonomia dell’Inpgi.

 

INPGI: CONTI TRASPARENTI E IN ORDINE
I CONSIGLIERI GIORNALISTI DELL’ISTITUTO REPLICANO AL MINISTRO DEL LAVORO
I giornalisti eletti nel Consiglio di Amministrazione dell’Inpgi, sottolineano anche a tutela della propria dignità e responsabilità, che le dichiarazioni pubbliche del Ministro del Lavoro Fornero sull’Istituto, oltre ad essere del tutto infondate, rischiano di gettare un’ombra sul lavoro compiuto negli ultimi anni. Mettere in dubbio la sostenibilità dei conti economici dell’Inpgi è un’affermazione grave che non corrisponde alla realtà dei fatti.
Questo Consiglio di Amministrazione ha infatti fra l’altro approvato nello scorso mese di luglio una pesante manovra di contenimento e di riequilibrio dei costi che garantisce la sostenibilità dei conti per i prossimi 50 anni. Si tratta di una manovra che è stata approvata dai Ministeri del Lavoro e dell’Economia il mese scorso, e che ha come elementi qualificanti da un lato l’aumento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni e dall’altro un intervento a favore dell’occupazione in particolare dei giovani, con sgravi alle aziende  per tre anni.
Occorre  tenere presente, inoltre, il cospicuo patrimonio mobiliare ed immobiliare detenuto dall’Inpgi proprio a garanzia delle presenti e delle future pensioni.
I giornalisti del Cda dell’Inpgi respingono nettamente l’accusa di scarsa trasparenza nei confronti degli Enti vigilanti (Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia), presenti nel Cda insieme al rappresentante della Presidenza del Consiglio.
I bilanci dell’Inpgi sono pubblici e sono stati resi noti nel dettaglio in tutte le sedi. E’ sufficiente connettersi con il sito http://www.inpgi.it/ per averne immediata cognizione. D’altra parte i bilanci stessi - che si chiudono anche quest’anno in attivo nonostante gli effetti della crisi globale – e l’intera attività economica e finanziaria dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti sono  sottoposti al vaglio annuale da parte della Corte dei Conti. I giornalisti del Cda dell’Inpgi auspicano che il Ministro Fornero, una volta acquisiti tutti gli elementi per una serena valutazione, rettifichi le dichiarazioni rese pubblicamente ed accolga la richiesta dell’Istituto e della FNSI per un confronto nel merito sulle misure riguardanti anche l’Inpgi, quale Cassa autonoma sostitutiva di previdenza generale obbligatoria (dlgs 509/’94)  contenute sulle Casse privatizzate nel cosiddetto decreto “Salva Italia”.

Paolo Serventi Longhi
Silvia Garambois
Silvana Mazzocchi
Roberto Carella
Edmondo Rho
Maurizio Andriolo
Simona Fossati
Antonio De Vito
Ino Iselli
Riccardo Venchiarutti
Franco Siddi

COMUNICATO SINDACI INPGI
Roma, 22 dicembre 2012
I giornalisti eletti nel Collegio Sindacale dell’INPGI sottolineano che le dichiarazioni pubbliche sull’Istituto da parte del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Elsa Fornero, oltre ad essere del tutto infondate e gravemente lesive della loro onorabilità, dignità e professionalità, rischiano di gettare un’ombra sul buon lavoro compiuto collegialmente negli ultimi anni insieme ai sindaci ministeriali. Mettere in dubbio la sostenibilità dei conti economici dell’INPGI è, infatti, un’affermazione grave e contraria al vero.

L'INPGI  ha sempre correttamente applicato le numerose e ben precise norme di legge che - a partire dal decreto legislativo n. 509 del 30 giugno 1994 - prevedono tutta una serie di adeguati controlli e garantiscono la trasparenza dei suoi bilanci:

1) la presenza tra i 16 consiglieri di amministrazione di 2 rappresentanti pubblici: 1 designato dalla Presidenza del Consiglio e 1 designato dal ministero del Welfare;

2) la presenza nel Collegio Sindacale di 4 giornalisti e di 3 ministeriali: 1 in qualità di Presidente designato dal Ministero del Welfare, 1 designato dalla Presidenza del Consiglio e 1 designato dal ministero dell'Economia;

3) una Società di revisione contabile (é la Price Waterhouse & Coopers);

4) la Sezione Controllo Enti della Corte dei Conti ha sempre ratificato tutti i bilanci (l'ultima positiva Determinazione di 51 pagine, riferita al bilancio chiuso al 31 dicembre 2010, Presidente Raffaele Squitieri, relatore il consigliere Luigi Gallucci, é la n. 57/2011 ed é stata inviata - come sempre avvenuto anche quando l'Istituto era un ente pubblico - alle Presidenze di Camera e Senato). L'ultimo bilancio al 31 dicembre 2010 e quelli relativi alle annualità precedenti sono scaricabili da http://www.inpgi.it/?q=node/641;

5) l'ulteriore controllo da parte della COVIP a seguito del decreto legge Berlusconi n. 98 del 6 luglio 2011 convertito in legge n. 111 del 15 luglio 2011;

6) la vigilanza congiunta e la necessaria preventiva approvazione di tutte le delibere dell'INPGI di rilievo previdenziale da parte dei Ministeri del Welfare e dell'Economia.

Si ricorda inoltre che quando l'INPGI era un ente previdenziale pubblico doveva garantire solo 2 annualità di riserva tecnica rispetto all'importo pagato per le pensioni, mentre dal 1994 da quando l'INPGI é diventato un ente privatizzato tale limite é stato portato a 5 annualità. Inoltre quando l'INPGI era un ente pubblico la proiezione dei bilanci tecnici attuariali era di 15 anni, mentre da ente privatizzato é passata prima a 30 anni ed ora addirittura a 50 anni!

L’INPGI ha poi recentemente varato una riforma che ha come elementi qualificanti, da un lato, l’aumento  dei contributi e dell’età pensionabile delle donne a 65 anni e, dall’altro, un intervento a favore dell’occupazione in particolare dei giovani, con sgravi alle aziende  per tre anni, garantendo sostenibilità a 50 anni, con un patrimonio immobiliare (circa 1 miliardo e 200 milioni di euro) e mobiliare (circa 1 miliardo 300 di euro) sempre crescente, che, contrariamente a quanto prevede, purtroppo, il decreto legge Monti salva Italia dovranno servire alla Gestione Principale dell'INPGI per poter superare nei prossimi anni la difficile fase di transizione del passaggio dal sistema misto retributivo-contributivo all'esclusivo sistema contributivo puro introdotto a partire dal 1998.

D'altronde che senso potrebbe avere giuridicamente per un ente previdenziale continuare ad accumulare ricchezza senza prima utilizzare questa ricchezza proprio per pagare le pensioni come unico ente sostitutivo dell'INPS in Italia che per di più si accolla da anni per intero l'onerosissimo costo degli ammortizzatori sociali (indennità di disoccupazione, cassa integrazione, ecc.) senza minimamente incidere sul bilancio dello Stato?

Ebbene tutte e 3 le ultime delibere del CdA INPGI n. 58-59 e 60 del 15 luglio 2011 in tema di riforma delle pensioni sono state regolarmente approvate l'8 novembre 2011 dai Ministeri del Welfare e dell'Economia e delle Finanze.

I giornalisti eletti nel Collegio Sindacale dell'INPGI auspicano che il Ministro Elsa Fornero, una volta acquisiti tutti gli elementi per ristabilire al più presto la verità dei fatti, voglia rettificare pubblicamente le sue inesatte dichiarazioni ed accolga la richiesta dell’Istituto e della FNSI per un confronto nel merito sulle misure riguardanti anche l’INPGI, quale unica Cassa autonoma sostitutiva della previdenza generale obbligatoria contenute nel citato decreto “Salva Italia” al fine anche di tranquillizzare i circa 70 mila iscritti all’INPGI Gestione Principale e Gestione Separata e per tutelare il buon nome e l'onorabilità dell'Istituto, dei suoi amministratori e sindaci.

Maurizio Cerino
Cristiana Cimmino
Attilio Raimondi
Pierluigi Roesler Franz

LA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA COMUNICA:
SBLOCCARE SUBITO I CONTRIBUTI STATALI A PRIMORSKY DNEVNIK E A NOVI MATAJUR
“La Federazione Nazionale della Stampa è da sempre impegnata nella tutela della pluralità dell'informazione. Purtroppo sono innumerevoli i casi in cui ha dovuto alzare la voce per opporsi alla soppressione delle voci libere, per scongiurare la chiusura di giornali che sono espressione delle comunità più piccole o periferiche. Tra questi ci sono anche quelli della comunità slovena che vive in Friuli Venezia Giulia, in primis il quotidiano Primorski Dnevnik, uno dei pochi quotidiani non di  lingua italiana che si pubblicano nel nostro paese.
E' per questo motivo che il Consiglio nazionale della FNSI apprende con viva  preoccupazione la notizia che per il Primorski Dnevnik e per il settimanale Novi Matajur i contributi statali siano »rimandati« per accertamento tecnico. La causa? Secondo ipotesi oggetto di verifica il quotidiano e il periodico sono accusati di far parte della stessa azienda. Peccato che i proprietari di questi due giornali siano due cooperative di migliaia di persone (lettori, giornalisti e dipendenti). E' davvero sconcertante che queste due cooperative siano trattate alla stregua di società di capitale che incrociano i loro affari, mentre si tratta solo di lettori soci che sostengono entrambi i giornali.
Il Consiglio nazionale della FNSI chiede che il governo si impegni a sbloccare immediatamente i fondi per il Primorski Dnevnik e il Novi Matajur (i dipendenti di quest'ultimo sono da due mesi senza stipendio), e per le altre voci,  “deboli”, ma necessarie, del pluralismo informativo italiano”.

Il Consiglio Nazionale della Fnsi, riunito a Roma il 21 dicembre 2011, ha approvato il seguente documento per acclamazione

LA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA COMUNICA:
INTERVENTO IMMEDIATO DELLE AUTORITÀ CONTRO IL SITO NEONAZISTA STORMFRONT PUBBLICATA LISTA DI PROSCRIZIONE CONTRO CHI SI OCCUPA DI IMMIGRAZIONE E DI EBREI
“Il Consiglio nazionale della FNSI condanna e respinge con  fermezza quanto diffuso ieri dal sito neonazista Stormfront che ha pubblicato una vera e propria lista di proscrizione contro giornalisti, magistrati, sacerdoti, politici e attivisti di diritti umani  “colpevoli” di occuparsi a vario titolo di immigrazione o di essere ebrei.
Sempre di più si assiste a rigurgiti di razzismo, nazismo e antisemitismo con l’intento di alimentare intolleranza e odio e con precise  strategie di disinformazione verso coloro che nel nostro Paese lavorano a sostegno dell’integrazione.  La FNSI, l’Ordine dei Giornalisti e tutti giornalisti italiani si sono dotati della Carta di Roma che rappresenta l’impegno della categoria nella lotta contro qualsiasi forma di odio sociale. Pertanto, il Consiglio Nazionale della FNSI chiede alle autorità preposte un intervento immediato perché vengano oscurati e dichiarati fuorilegge tutti quei siti presenti in Rete che incitano al razzismo e all’odio. Inoltre, il Consiglio Nazionale della FNSI rinnova piena e convinta  solidarietà ai colleghi e a tutti coloro che sono oggetto di minacce e che sono finiti nell’ignobile elenco di una lista di proscrizione per il loro impegno contro qualsivoglia forma di odio razziale”.

Il Consiglio Nazionale della Fnsi, riunito a Roma il 21 dicembre 2011, ha approvato all’unanimità il seguente documento 

RAZZISMO: PROCURA DI ROMA APRE INCHIESTA SU LISTA STORMFRONT
La procura di Roma ha aperto un'inchiesta per far luce sulla pubblicazione di una lista di nomi definiti "criminali" perché aiutano gli immigrati sulle pagine italiane del forum neonazista Stormfront. Il forum è una costola italiana dell'organizzazione Stormfront che fa capo all'ex leader del Ku Klux Klan, Don Black. Nelle pagine italiane del forum sono stati pubblicati nomi di politici, magistrati, religiosi, giornalisti e appartenenti al mondo delle associazioni accusati dal sito neonazista di aiutare gli immigrati per "un tornaconto economico". Il procuratore aggiunto di Roma, Pietro Saviotti, ha al momento aperto il fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di diffamazione e incitazione all'odio razziale. Nei giorni scorsi la procura della capitale ha ricevuto una prima informativa da parte della polizia postale. Tra le persone prese di mira dal sito neonazista, don Ezio Segat, il monsignor Cesare Nosiglia, il pm Laura Longo, esponenti politici come il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, il presidente della comunita' ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, giornalisti come Gad Lerner e Maurizio Costanzo, e il presidente dell'Unione musulmani d'Italia, Adel Smith. (ROMA, 23 DICEMBRE - AGI)

@fnsisocial

Articoli correlati