“La Federazione nazionale della stampa italiana, l'Associazione della stampa Emilia-Romagna ed il Sindacato dei giornalisti della Calabria si esprimono piena solidarietà al collega freelance Giovanni Tizian costretto a vivere sotto scorta per le minacce ricevute dalla criminalità organizzata in seguito alle sue puntuali inchieste sull'infiltrazione della mafia al Nord.
Fnsi, Aser e Sindacato dei giornalisti della Calabria sottolineano che fare giornalismo d'inchiesta con professionalità e passione comporta rischi sempre maggiori, a dispetto di chi dipinge la nostra categoria come una casta di privilegiati.Le intimidazioni non spegneranno certamente la voce di chi come Tizian, senza neppure la tutela di un contratto, fa con coraggio il proprio lavoro assolvendo al difficile compito di informare correttamente la collettività”.
IO MI CHIAMO GIOVANNI TIZIAN
Fa le inchieste sulle mafie al Nord. Costretto a vivere sotto scorta. Succede in Emilia Romagna al giornalista Giovanni Tizian
Una campagna per difendere il cronista e militante dell’associazione daSud
Giovanni è figlio di Peppe Tizian vittima innocente della ‘ndrangheta
Ha appena pubblicato il libro-inchiesta: “Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”
La politica ha cancellato la parola mafia dal vocabolario pubblico, l’informazione ha finto di non vedere, le associazioni e i movimenti hanno sottovalutato. E invece la mafia al nord c’è, fa affari, è pericolosa, sta dentro i processi economici e sociali. E non vuole essere disturbata.
Così nella civilissima Emilia Romagna può accadere che a Giovanni Tizian, un giornalista precario di 29 anni, impegnato sul fronte antimafia con l’associazione daSud, venga assegnata una scorta. Per il suo lavoro di inchiesta sulle mafie al Nord. Un lavoro coraggioso, vero, che pochi giornalisti fanno. E che tutti dobbiamo difendere.
In questi anni Giovanni ha scritto inchieste raccontando il volto reale delle mafie al nord svelando - sulla Gazzetta di Modena, su Linkiesta.it, su Lettera 43, Narcomafie - ciò che accade in Lombardia, Piemonte, Liguria e Emilia Romagna.
L’ha fatto spesso in solitudine, una solitudine doppia, inaccettabile: quella di chi racconta una verità che nessuno ha la voglia o l’onestà intellettuale di sentire. E la solitudine di chi fa il giornalista con passione, rigore, professionalità. Ma lo fa da precario, senza le tutele di cui godono i giornalisti e gli scrittori famosi, quelli che pubblicano con le grandi case editrici, quelli che scrivono sui giornali nazionali.
In questi anni al giornalismo, ha voluto affiancare il suo impegno antimafia con l’associazione daSud: Giovanni infatti ha vissuto sulla propria pelle la violenza della ‘ndrangheta. È figlio di Peppe Tizian, ucciso il 23 ottobre del 1989. Era nato a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria. Era un funzionario di banca «integerrimo», dicono gli investigatori. Aveva solo 36 quando l’hanno ammazzato. Il suo omicidio è rimasto senza colpevoli. Giovanni era ancora un bambino. Ha tenuto per sé questa storia per quasi venti anni. Nel 2008, durante la Lunga Marcia della Memoria di daSud, la decisione di condividere la sua storia e di iniziare l’impegno antimafia. Da allora ogni anno daSud dedica una parte delle proprie attività al ricordo di Peppe Tizian: sul luogo dell’omicidio, a Locri, lungo la statale 106 due anni fa è stato realizzato un murales.
Proprio a partire dalla sua esperienza personale Giovanni Tizian ha scritto un libro sulle mafie al nord. Si intitola “Gotica. ’Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”, lo ha pubblicato la casa editrice Round Robin, la casa editrice con cui daSud ha deciso di costruire il suo racconto delle mafie e dell’antimafia con inchieste, romanzi e fumetti. È un lavoro straordinario, Gotica, documentatissimo, che offre anche ottime chiavi di interpretazione delle attività dei clan. Racconta gli intrecci con la politica, con l’economia, con le professioni. E i traffici di droga, il pizzo, l’usura, il gioco d’azzardo. Racconta il giro dei soldi. I soldi dei clan.
«Sono sicuro di riuscire a trovare il modo di continuare a fare il mio lavoro. Non penso che un giornalista possa cambiare il mondo, ma credo nell'utilità sociale del mestiere di giornalista», dice Giovanni.
Continuerà a fare il suo lavoro. Lo farà meglio di prima. E avrà sempre al suo fianco daSud, la sua associazione. Insieme non indietreggeremo di un solo passo, insieme continueremo a raccontare le storie nascoste o dimenticate di mafia e antimafia di questo Paese.
Ma la sfida che i clan hanno lanciato a Giovanni è una sfida lanciata all’Italia che resiste e che vuole cambiare: a tutti il compito di organizzare un grande movimento di scorta popolare e civile. Associazioni, gruppi, comitati, partiti, singoli, giornalisti, organizzazioni, personaggi, artisti, trasmissioni radio e tv, giornali, amministratori, scrittori: tutti quanti possiamo fare molto per non fare sentire soli Giovanni e la sua famiglia. E per garantire che possa fare tranquillamente il suo lavoro.
Parte da oggi la campagna “Io mi chiamo Giovanni Tizian”: incontri, iniziative, presentazioni, dibattiti, campagne web e di comunicazione.
Per aderire inviare una mail a iogiovannitizian@dasud.it
GIOVANNI TIZIAN, FREELANCE COSTRETTO A VIVERE SOTTO SCORTA:
SOLIDARIETA’ DELLA COMMISSIONE NAZIONALE LAVORO AUTONOMO FNSI
La Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, esprime solidarietà e vicinanza al collega freelance Giovanni Tizian che, indagando da Modena sulle infiltrazioni mafiose al Nord, si è visto costretto a vivere sotto scorta della polizia.
La Commissione, aderendo alla campagna di solidarietà "Io mi chiamo Giovanni Tizian” promossa dall’associazione antimafie “daSud”, si dichiara pronta a partecipare ad iniziative in appoggio al collega, e sul tema del fare informazione da precari in contesti a rischio, sottoposti a influenze e minacce della criminalità organizzata.
Va infatti sottolineato che Giovanni Tizian non è solo un giornalista impegnato con riconosciute capacità su temi delicati e pericolosi, ma anche che è un giovane precario senza contratto, pagato come la stragrande maggioranza dei freelance pochi euro a pezzo, senza sicurezza di prospettive professionali, e senza le tutele di cui godono i giornalisti contrattualizzati e i volti famosi delle prime serate tv.
Oggi una sempre maggior parte dell'informazione italiana si basa sul lavoro serio, appassionato e sottopagato di tanti giornalisti freelance e precari. Le cui difficili condizioni di lavoro e di vita però raramente destano interesse; almeno fintantoché un giorno uno di questi non deve vivere sotto scorta, o non gli viene fatta esplodere una bomba davanti a casa (com'è accaduto poche settimane fa alla freelance pugliese Rosaria Malcangi), o magari fino a quando non sopportando più una sopravvivenza sempre precaria si toglie la vita (come ha fatto nel giugno scorso il collega freelance pugliese Pierpaolo Faggiano).
Riteniamo che tutti quanti hanno a cuore la libertà e la dignità del lavoro debbano far sentire sempre la vicinanza ai colleghi per quell’impegno spesso oscuro, tenace, ma anche rischioso, che è il giornalismo ben esercitato.
In questo senso la Commissione lavoro autonomo della Fnsi si sente impegnata, sia nelle iniziative di solidarietà al collega Tizian, che di informazione e dibattito su queste problematiche.
Il segretario generale aggiunto Giovanni Rossi ed il Coordinatore Maurizio Bekar, delegati alla Commissione lavoro autonomo della Fnsi. (12 gennaio 2012)
ASSOCIAZIONE STAMPA MODENESE
SOLIDARIETA’ A GIOVANNI TIZIAN GIORNALISTA SOTTO SCORTA
“In programma con lui un seminario sulle inchieste sulle mafie”
«Solidarietà a Giovanni Tizian, giornalista sotto scorta, e preoccupazione per le minacce rivolte a chi, nel nostro territorio, si occupa di criminalità organizzata». Lo afferma l’Associazione stampa modenese (Asm) ricordando che venerdì 27 gennaio è in programma, in collaborazione con l’associazione Libera, un seminario per i giornalisti modenesi dedicato proprio alle inchieste sulle mafie al quale parteciperà lo stesso Tizian, autore del libro “Gotica. 'Ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la linea”, oltre che di numerosi articoli sul tema per diverse testate, tra le quali la “Gazzetta di Modena” e il periodico “Narcomafie”.
«Alla luce delle minacce che hanno portato le autorità ad assegnare la scorta a Giovanni – sottolinea l’Associazione stampa – il seminario in programma assume anche il significato di un’attestazione concreta di solidarietà da parte dei colleghi. Un modo, non solo simbolico, per dire che è importante continuare a svolgere il proprio lavoro, ad affermare quotidianamente “l’utilità sociale del mestiere di giornalista”, per usare le sue stesse parole. Questa vicenda, inoltre, deve aiutarci a riflettere anche sull’importanza che vengano superate le forme di precarietà del lavoro giornalistico – aggiunge l’Associazione stampa – in modo da garantire ancora meglio la qualità dell’informazione. Sempre più di frequente, infatti, sono i collaboratori e i freelance, con davvero poche garanzie, a trovarsi in prima linea affrontando temi complicati e spinosi».
Per informazioni: associazionestampamo@libero.it
L’INTIMIDAZIONE NON FERMERÀ IL NOSTRO LAVORO
Giovanni Tizian vive sotto scorta da una quindicina di giorni. Non ce lo aveva neppure detto e lo abbiamo scoperto quando è venuto in redazione accompagnato dai suoi “angeli custodi”. Hanno deciso di dargli una scorta armata perché evidentemente minacciato, non sappiamo da chi e come, ma gli investigatori lo sanno. Giovanni è un nostro collaboratore da anni e da anni scrive sulla malavita organizzata e, soprattutto, sulla sua espansione al nord, in particolare nella nostra provincia.
Tanti articoli, non solo per il nostro giornale e, di recente, un libro “Gotica” che racconta come le mafie hanno varcato la storica linea insediandosi con attività classiche di malaffare e anche, e soprattutto, con attività apparentemente lecite, inquinando il tessuto economico e sociale delle nostre terre.
Giovanni non è per nulla intimorito dalle minacce, pur avendo subito da ragazzo, quando aveva solo sette anni, la perdita del padre bancario ucciso a lupara dalla ’ndrangheta nella Locride. Continuerà a fare il suo lavoro, come noi continueremo il nostro senza cedimenti e anzi con maggiore attenzione e determinazione.
So che per Giovanni sono giorni difficili, come lo sono per i colleghi che da tempo vivono in quella condizione (penso ai miei amici Roberto Saviano e Lirio Abbate, e a Rosaria Capacchione e alla mezza dozzina di sindacalisti sotto scorta).
Staremo vicino a Giovanni e con lui continueremo, come sempre, nel nostro lavoro.
Antonio Ramenghi (Da la Gazzetta di Mantova del 10 gennaio)
GIORNALISTA SOTTO SCORTA A MODENA, MESSAGGI DI SOLIDARIETA'
Modena si stringe attorno a Giovanni Tizian, il giornalista di 29 anni collaboratore della Gazzetta di Modena e autore del libro "Gotica", da una quindicina di giorni sotto scorta causa le sue inchieste sulle infiltrazioni mafiose al Nord. La notizia è stata riportata oggi dal quotidiano modenese con un commento del direttore, e subito attorno al giovane cronista è scattata la solidarietà. Di "lavoro prezioso" parla in una nota il sindaco di Modena, Giorgio Pighi con il presidente del Consiglio Comunale, Caterina Liotti, invitando il cronista a proseguire sulla strada che ha intrapreso. "Le istituzioni - commenta Pighi- faranno tutto il possibile per sostenerlo". Il caso sarà oggetto di una mozione e portato alla discussione del consiglio comunale. Solidarietà arriva anche dalla Regione Emilia Romagna, per voce del Presidente dell'Assemblea legislativa Matteo Richetti, che invita a non lasciare solo il giovane cronista che di recente ha anche contribuito alla realizzazione del dossier promosso dall'Assemblea legislativa e da Libera Informazione "Mafie senza confini, noi senza paura".
Solidarietà è arrivata anche dai parlamentari Pd modenesi Barbolioni, Bastico, Ghizzoni, Levi, Migliolie Santagata, dalla parlamentare Pdl Isabella Bertollini, dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, all'Associazione Stampa Emilia Romagna ed il Sindacato dai giornalisti della Calabria. (Modena, 11 gennaio - AGI)
GIORNALISTA FREELANCE SOTTO SCORTA, SOLIDARIETÀ E INIZIATIVA IN TOSCANA
Piena solidarietà a Giovanni Tizian, il giornalista freelance dell’Emilia Romagna costretto a vivere sotto scorta per i suoi articoli sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel Nord Italia, nella consapevolezza che questo caso sottolinea con particolare forza le condizioni in cui troppi giornalisti si trovano a lavorare in Italia.
E’ quanto intende manifestare l’Associazione Stampa Toscana, ricordando anche che, mentre troppo spesso la professione giornalistica è ancora percepita all’idea di una “casta” ben retribuita e garantita, la realtà è sempre più quella di croniste e cronisti in prima linea nella battaglia per la legalità, ma condannati alla precarietà e pagati poco euro per le loro inchieste. Una realtà peraltro che non può e non deve essere ignorata fin dai tempi di Pasquale Siano, il giovane cronista assassinato dalla camorra.
Nemmeno la Toscana , ricorda il sindacato dei giornalisti, è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata e, come segnala Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio
sui cronisti minacciati e sulle notizie oscurate con la violenza, sono già 2 i casi di minacce, con una decina di giornalisti interessati (dati 2011).
Per questo l’Ast, insieme al gruppo Cronisti, e a tutte le realtà delle istituzioni e dell’associazionismo toscano impegnate sul terreno della legalità intende promuovere per le prossime settimane un’iniziativa pubblica, a cui, ovviamente, sarà invitato anche Giovanni Tizian.
SOLIDARIETA' A GIOVANNI TIZIAN DALL'ASSOSTAMPA FVG
Anche l'Assostampa Fvg esprime la propria solidarietà al collega Giovanni Tizian, precario alla Gazzetta di Modena, che vive sotto scorta per aver denunciato nei suoi articoli e in un suo libro le infiltrazioni della malavita organizzata in Emilia Romagna. I motivi della solidarietà sono ben espressi in questo comunicato della Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi, che l'Assostampa Fvg sottoscrive.
La Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, esprime solidarietà e vicinanza al collega freelance Giovanni Tizian che, indagando da Modena sulle infiltrazioni mafiose al Nord, si è visto costretto a vivere sotto scorta della polizia. La Commissione, aderendo alla campagna di solidarietà "Io mi chiamo Giovanni Tizian” promossa dall’associazione antimafie “daSud”, si dichiara pronta a partecipare ad iniziative in appoggio al collega, e sul tema del fare informazione da precari in contesti a rischio, sottoposti a influenze e minacce della criminalità organizzata. Va infatti sottolineato che Giovanni Tizian non è solo un giornalista impegnato con riconosciute capacità su temi delicati e pericolosi, ma anche che è un giovane precario senza contratto, pagato come la stragrande maggioranza dei freelance pochi euro a pezzo, senza sicurezza di prospettive professionali, e senza le tutele di cui godono i giornalisti contrattualizzati e i volti famosi delle prime serate tv. Oggi una sempre maggior parte dell'informazione italiana si basa sul lavoro serio, appassionato e sottopagato di tanti giornalisti freelance e precari. Le cui difficili condizioni di lavoro e di vita però raramente destano interesse; almeno fintantoché un giorno uno di questi non deve vivere sotto scorta, o non gli viene fatta esplodere una bomba davanti a casa (com'è accaduto poche settimane fa alla freelance pugliese Rosaria Malcangi), o magari fino a quando non sopportando più una sopravvivenza sempre precaria si toglie la vita (come ha fatto nel giugno scorso il collega freelance pugliese Pierpaolo Faggiano). Riteniamo che tutti quanti hanno a cuore la libertà e la dignità del lavoro debbano far sentire sempre la vicinanza ai colleghi per quell’impegno spesso oscuro, tenace, ma anche rischioso, che è il giornalismo ben esercitato. In questo senso la Commissione lavoro autonomo della Fnsi si sente impegnata, sia nelle iniziative di solidarietà al collega Tizian, che di informazione e dibattito su queste problematiche.
OSSIGENO PER L’INFORMAZIONE OSSERVATORIO FNSI-ODG SUI GIORNALISTI MINACCIATI
GIOVANNI TIZIAN, CRONISTA PRECARIO, SOTTO SCORTA A MODENA
Gravi minacce mafiose. Il caso ricorda quelli di Lirio Abbate e David Oddone
OSSIGENO – Roma, 12 gen 2012 – Migliaia di messaggi di solidarietà al giornalista precario di 29 anni, esperto di cronaca giudiziaria, minacciato di morte dalla criminalità organizzata nella tranquilla Modena, costretto a vivere sotto scorta. Come fare vivere la solidarietà evitando che sia un fuoco di paglia. Cosa possono fare i giornalisti per liberarsi dal bavaglio dei violenti. Il commento di David Oddone, l’altro giornalista emiliano minacciato e finito sotto scorta per aver seguito fino a San Marino gli sviluppi della stessa inchiesta giudiziaria. Chi è Giovanni Tizian. Cosa ha scritto. Cosa dice di sé, delle minacce e del suo lavoro (Video). La storia di Peppe Tizian, papà di Giovanni, onesto impiegato di banca ucciso a lupara dalla ‘ndrangheta nel 1989 a Bovalino. Quanti sono i giornalisti minacciati in Italia.
LEGGI TUTTO
TILT – SOLIDARIETÀ A GIOVANNI TIZIAN, CONTRO TUTTE LE MAFIE
Giovanni Tizian è uno di noi, un giornalista precario, che lavora con coraggio nonostante gli enormi sacrifici, che non ha tutele non solo dal punto di vista lavorativo e sociale, ma anche a repentaglio della sua stessa vita. Fa le inchieste sulle mafie al nord e ora è costretto a vivere sotto scorta. In un momento in cui di mafia non si parla, il governo stesso sembra dimenticare che non si può parlare di evasione senza pensare di colpire i capitali mafiosi, in un momento in cui esiste un’umanità dimenticata che non riesce ad esplodere, a far parlare di sé, ad avere una notorietà che ad altri è concessa, pensiamo sia fondamentale dare il massimo sostegno e la massima visibilità a casi come quello di Giovanni. Perché la solitudine è la più grande complice della criminalità organizzata e perché noi, Tilt, le ragazze e i ragazzi che amano questo paese e se lo vogliono riprendere, facciamo della solidarietà e della costruzione di comunità uno dei nostri più grandi obiettivi.
La sfida lanciata a Giovanni è la sfida all’Italia che ama, sogna e non ha paura, noi ce la assumiamo e saremo al suo fianco, come al fianco di tutti coloro che con coraggio lottano ogni giorno. Associazioni, gruppi, comitati, partiti, singoli, giornalisti, organizzazioni, personaggi, artisti, trasmissioni radio e tv, giornali, amministratori, scrittori: tutti quanti possiamo fare molto per non fare sentire soli Giovanni e la sua famiglia. E per garantire che possa fare tranquillamente il suo lavoro.
Per questo aderiamo e promuoviamo la campagna“Io mi chiamo Giovanni Tizian”: incontri, iniziative, presentazioni, dibattiti, campagne web e di comunicazione: iogiovannitizian@dasud.it
A GIOVANNI TIZIAN SOLIDARIETÀ E VICINANZA DA LIBERA INFORMAZIONE E NARCOMAFIE
“La notizia che coinvolge il mondo dell'informazione italiana riguardante l'assegnazione della scorta per il giornalista calabrese, Giovanni Tizian, che da anni vive e lavora a Modena, dimostra ancora una volta che scrivere di mafie, onorando semplicemente i doveri del proprio mestiere, è pericoloso in ogni regione del nostro paese, nessuna delle quali è immune dal radicamento delle organizzazioni criminali. Toccare lui, significa toccare tutti noi. A Giovanni la nostra solidarietà"
In una nota Santo Della Volpe, direttore di Libera Informazione, Osservatorio nazionale sull’informazione per la legalità e contro le mafie e Manuela Mareso, direttore di Narcomafie, esprimono vicinanza e corresponsabilità a Giovanni Tizian, collaboratore delle due testate giornalistiche, coautore del dossier sulle mafie in Emilia Romagna, da alcuni giorni sotto scorta per minacce da parte della criminalità organizzata.
LIBERA INFORMAZIONE - Osservatorio sull'informazione per la legalità e contro le mafie
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