“Dovremmo aspirare ad essere qualcosa di meglio della città Wal Mart che stiamo diventando, un luogo in apparenza confortevole ma, se si va a scavare, pieno di infelicità e di ingiustizie”.
(Astro9colonne) - New York, 27 lug - “Dovremmo aspirare ad essere qualcosa di meglio della città Wal Mart che stiamo diventando, un luogo in apparenza confortevole ma, se si va a scavare, pieno di infelicità e di ingiustizie”. Questa frase contenuta in un articolo a firma Mark O’Brien apparso sul Pensacola News Journal del 19 giugno, non è piaciuto ai manager della Wal Mart, colosso americano e mondiale della grande distribuzione. Costoro hanno così deciso di mettere al bando la vendita del quotidiano nei loro centri commerciali di Pensacola, città costiera di 420.000 abitanti della Florida orientale. Che è un po’ come se in Italia a un giornale come il Resto del Carlino fosse impedito di raggiungere la metà delle edicole. O’Brien citava nello stesso articolo un rapporto del New York Times secondo il quale nel sistema sanitario pubblico della Georgia sono inseriti circa diecimila figli di lavoratori della Wal Mart che costano ai contribuenti 10 milioni di dollari l’anno, spese che invece dovrebbero essere a carico dell’azienda: ed è stato verosimilmente questo il passaggio che più ha indispettito i manager della società. La decisione di boicottare il quotidiano impedendone la vendita ha però suscitato un vespaio, e ben oltre i confini della Florida. E così oggi la portavoce di Wal Mart, Sharon Weber, ha finalmente ammesso che “rimuovere il giornale dai nostri scaffali è stato un errore”. La signora ha promesso che entro il prossimo week end il Pensacola News Journal tornerà in vendita. E’ stata ritirata anche la richiesta che O’Brien fosse licenziato per “aver scritto cose inaccurate”. Il bando sarà rimosso senza licenziamento.