Sono stati querelati dal ministro dell'Interno Maroni per i loro articoli contro il pacchetto sicurezza e il clima di "xenofobia" contro gli immigrati. Hanno ancora vivo il ricordo degli attacchi del 'Giornale' al direttore di 'Avvenire' Dino Boffo. Per questo i giornalisti di 'Famiglia cristiana' aderiscono alla manifestazione di domani sulla libertà di stampa.
"I giornali devono poter informare ed esprimere la propria opinione e la propria critica senza subire ritorsioni", spiega il direttore, don Antonio Sciortino. "Il compito della stampa non è applaudire le gesta dei politici, ma essere i cani da guardia del potere. Non i cani da guardia a servizio del potere", afferma don Sciortino interpellato telefonicamente. Il sacerdote, che non potrà essere presente domani a Roma, ha inviato alla Federazione della stampa italiana un messaggio che verrà letto in piazza. "'Famiglia cristiana' aderisce alla manifestazione, con tutta la stampa cattolica, perché crediamo che ci sia un malessere che tocca il problema della democrazia nel nostro paese", afferma Sciortino interpellato telefonicamente. "Questa stampa non è più a servizio dei lettori, ma dei potenti. Non è mai successo - prosegue il sacerdote in riferimento al 'caso Boffo' - che un giornale attacchi un altro giornale a servizio di una parte politica. La stampa deve essere libera di esporre le proprie opinioni senza subire ritorsioni, come avvenuto per 'Avvenire', così come per 'Famiglia cristiana', che aveva espresso liberamente e responsabilmente critiche pur pesanti nei confronti del Governo". Don Sciortino come Michele Santoro? "Non mi apparento con nessuno", risponde il sacerdote, "facciamo la nostra strada con molta autonomia e responsabilità. Quello che ci interessa è il bene comune di questo paese e della democrazia". Certo, prosegue, "il problema della libertà di stampa è dovuto anche ad una concentrazione del potere politico e mediatico che fa dell'Italia un caso unico nel mondo, un'anomalia tutta italiana. C'è il tentativo di mettere a tacere le voci critiche. Ma guai - aggiunge - se quella di domani diventasse una manifestazione politica e di parte. Difendiamo valori che interessano tutti i giornalisti e il paese intero. La libertà di critica aiuta il paese a cresce, e se la stampa smette di criticare perde la sua funzione". (APCOM)