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Internazionale 06 Mag 2016

Egitto, la solidarietà  del Consiglio nazionale della Fnsi ai colleghi

Solidarietà  ai colleghi egiziani scesi in piazza per protestare contro il regime militare di Al Sisi e l'involuzione autoritaria del governo. E un appello a Italia e Unione europea al fine di bloccare la repressione in atto in quel Paese. Questo il contenuto della mozione, proposta dal consigliere Massimo Alberizzi, approvata all'unanimità  dal Consiglio nazionale della Fnsi nella sua ultima riunione. «I media - recita il documento - seguano l'evolversi della situazione».

Solidarietà ai colleghi egiziani scesi in piazza per protestare contro il regime militare di Al Sisi e l’involuzione autoritaria del governo. E un appello a Italia e Unione europea al fine di bloccare la repressione in atto in quel Paese. Questo il contenuto della mozione, proposta dal consigliere Massimo Alberizzi, approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale della Fnsi nella sua ultima riunione.
«Il generale – si legge nel documento – sfrutta la sua posizione di barriera contro gli islamici per distruggere le conquiste democratiche raggiunte con le manifestazioni per la libertà e, tra queste, quella fondamentale di stampa. Tutti i regimi autoritari detestano le libera stampa, ma quello che sta avvenendo in Egitto, è un intollerabile ritorno al passato».
Il riferimento è ai ventisette giornalisti finiti in galera nelle ultime ore e all’irruzione delle forze di polizia nella sede del sindacato egiziano di categoria.
Per questo il Consiglio, solidale con la lotta dei colleghi egiziani, invita «il governo italiano, colpito più di ogni altro dall’omicidio di Giulio Regeni, torturato a morte, e l’Unione Europea a mettere in atto tutte le pressioni e le forme che riterrà opportune, compreso un eventuale boicottaggio economico, finalizzate a bloccare la repressione».
E chiede poi ai media italiani di «seguire l’evolversi della situazione, possibilmente non solo al Cairo ma anche nel resto del Paese, dove gli occhi dei media occidentali non arrivano e dove la polizia sta soffocando ogni istanza di libertà».

Foto: Khaled Desouki (via ifj.com)

@fnsisocial

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