CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 23 Set 2003

Editoria, inchiesta all'Università di Bari Del Boca: "Il giornalista deve raccontare il mondo, non esserne il protagonista"

Editoria, inchiestaall'Università di BariDel Boca: "Il giornalistadeve raccontare il mondo, non esserneil protagonista"

Editoria, inchiesta
all'Università di Bari
Del Boca: "Il giornalista
deve raccontare il mondo, non esserne
il protagonista"

"Occorre insistere sulla necessità di riprendere il filone delle inchieste, sviluppando gli argomenti del giornalista 'investigativo', ma restando alla larga dal giornalismo 'inquirente'". Lo sottolinea Lorenzo del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, in una nota sulla vicenda che a Bari ha visto protagonista una giornalista della redazione barese del quotidiano 'la Repubblica': la cronista, facendosi esca dei carabinieri, ha consentito l'arresto di un funzionario dell'Università di Bari che chiedeva favori sessuali in cambio della risposta ai quiz per l'ammissione a una facoltà a numero chiuso. Il caso della cronista è stato segnalato all'Ordine dei giornalisti di Bologna - dove la cronista è iscritta - dal presidente dell'Ordine dei giornalisti della Puglia, Michele Partipilo. «Il fine, pur nobile di smascherare uno sporcaccione, non giustifica i mezzi. Non sempre e non comunque», sottolinea Del Boca nella nota, inviata a Partipilo, al presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna e ai presidenti degli Ordini regionali dei giornalisti. «Altrimenti - continua - dovremmo accettare di non pubblicare le notizie fino a quando non fa comodo alla polizia giudiziaria; di divulgarle con i particolari che interessano loro, evitando quelli che non fallo loro piacere e, addirittura, firmare articoli con informazioni false ma utili per intrappolare qualche banda criminale». Del Boca precisa di non voler «commentare l'episodio in sè», ma di non intendere sottrarsi «a un dibattito sui principi». «La deontologia professionale - dice - prevede che un giornalista si presenti con il proprio nome e si qualifichi in modo da mettere l'interlocutore nelle condizioni di comprendere che si stanno raccogliendo informazioni destinate alla pubblicazione. Come sempre e come ovvio si ammettono delle eccezioni: quando si realizzano delle condizioni che mettono la vita a repentaglio o per cause di forza maggiore non altrimenti dettagliate. Ma è evidente l'intenzione di circoscrivere la possibile ed eventuale deroga a momenti di assoluta eccezionalità». Per Del Boca, «nei quarant'anni di vita dell'ordine dei giornalisti, gli esempi di colleghi che hanno finto di essere altre persone sono assai rari: Frajese che ha vissuto un paio di giorni da mendicante, Gatti del corriere della Sera che si è fatto arrestare come un vù cummprà; Gad Lerner che ha attraversato il mare con i clandestini». «Solo a Bari - afferma - è avvenuto che un travestimento sia servito alla polizia giudiziaria e abbia consentito l'arresto di presunti responsabili di qualche reato». Il presidente dell'Ordine ritiene «doveroso richiamare i colleghi al loro senso di responsabilità, sottolineando che i giornalisti devono fare il loro mestiere e non altro». «Lo devono fare - sottolinea - con impegno, con attenzione, con caparbietà, se occorre, ma evitando attentamente confusioni e commistioni con altre professioni rispettabilissime ma diverse dalla nostra». «Non possiamo accettare - continua - che si affermi un modello professionale in base al quale, per ottenere successo e per fare bene il proprio lavoro, occorre mascherarsi in qualche modo da qualche cosa. Una specie di finzione istituzionalizzata. Marocchino coi marocchini, truffatore con i truffatori, tifoso tra tifosi con il dubbio intento di mettere insieme pseudo racconti di pseudo verità. Non possiamo correre il rischio che i nostri interlocutori, prima di rispondere alle nostre domane, si interroghino sulla nostra sincerità e si chiedano, loro, se il giornalista che gli sta davanti fa il giornalista o ha altre intenzioni che verranno scoperte in seguito». Del Boca conclude affermando che «il giornalista non è così astratto dall' estraniarsi dal mondo in cui vive ma nemmeno così coinvolto da pretendere di esserne il protagonista. Il giornalista, il mondo, deve raccontarlo e limitarsi a quello. Ritenere che sia possibile informare e, contemporaneamente, educare porta al duplice risultato negativo di fare male due mestieri con il giornalista che per educare non informa e l'educatore che, dovendo informare, non educa». (ANSA).

@fnsisocial

Articoli correlati