Botta e risposta sulla vertenza per il rinnovo del contratto dei giornalisti, scaduto a febbraio, tra Alberto Donati, capo della delegazione della Fieg, e Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi.
Botta e risposta sulla vertenza per il rinnovo del contratto dei giornalisti, scaduto a febbraio, tra Alberto Donati, capo della delegazione della Fieg, e Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi. Dopo pochi incontri si è arrivati alla rottura delle trattative e allo sciopero dei giornalisti del 17 giugno. Poi, sulla vertenza è calato il silenzio. ''Non è normale - afferma Donati - che nessuno si sia fatto vivo dopo lo sciopero. Noi siamo disponibili a trovarci anche a ferragosto per cercare soluzioni. Più tempo passa e più il rinnovo del contratto diventa difficile e le delegazioni assumono toni barricaderi''. Serventi Longhi replica: ''Anche gli editori non si sono fatti sentire, nonostante lo sciopero sia andato molto bene. Noi siamo sempre disponibili a discutere le nostre richieste. La Fieg faccia un passo significativo: ritiri la sua contropiattaforma e noi un solo secondo dopo saremo pronti a sedere al tavolo delle trattative, facendo il possibile e l'impossibile per chiudere dignitosamente la vertenza''. ''Certo, è impossibile se si insiste a proporre, come fa qualcuno, un aumento di 52 euro. E' - sottolinea il segretario generale della Fnsi - un vero insulto ai giornalisti. Come insistere sulla riforma degli scatti d'anzianità, l'unica arma con cui i giornalisti possono governare la politica retributiva. Sembra che per gli editori l'unico problema sul tappeto sia il costo del lavoro giornalistico''. ''Non c'è una politica di lobbing degli editori - insiste Serventi Longhi- sembra dimenticata la gestione di Luca di Montezemolo, quando La Fieg si esprimeva contro la Gasparri''. ''Noi non abbiamo chiesto al sindacato di ritirare le loro richieste e mi sembra singolare che loro pretendano che noi togliamo di mezzo le nostre'' ribatte Donati che dice: ''Sediamoci attorno a un tavolo e discutiamo dello stato del settore e dei suoi problemi. E poi, noi non abbiamo mai parlato di soldi. Al contrario, abbiamo fatto capire che non è quello lo scoglio maggiore. E non farei rientrare gli scatti nel costo del lavoro. E' un problema di prospettiva, che blocca qualsiasi riforma di una struttura del contratto fin troppo ingessata. Il sindacato l'ha fatto diventare un tabù''. Su 'Prima Comunicazione' Serventi Longhi precisa anche: ''Nel gruppo dirigente della Fnsi non ci sono candidati o aspiranti candidati. Al contrario, direi che in questo periodo c'è una certa animosità nei confronti della politica in generale. Un'animosità verso il presidente del Consiglio e l'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. Quello nuovo, Mario Landolfi, non sembra malaccio per come si muove sulla Rai, anche se bisognerà verificarlo alla prova dei fatti. E c'è animosità anche nei confronti dell'opposizione. Nel programma che sta per nascere l'informazione sembra lþultimo dei problemi e il servizio pubblico risulta importante nella solita logica di potere. Non c'è un confronto aperto con le associazioni, con le forze sociali e della società civile che si occupano di informazione''. ''Dai prossimi governi non ci aspettiamo nulla di buono - conclude il leader del sindacato dei giornalisti - comunque, anche sui versanti del pluralismo, della trasparenza degli assetti proprietari e sul conflitto d'interesse gli editori non sembrano affatto preoccupati. C'è chi vuole mantenere lo status quo''. (ANSA)