Un nuovo pacchetto di misure economiche per assicurare la tenuta del settore editoriale, «tutte misure ispirate a una logica di filiera che tenga in un unico quadro tutti gli operatori di settore e i loro specifici bisogni». È l'annuncio dato dal sottosegretario all'Editoria, Andrea Martella, in audizione in commissione Cultura alla Camera, mercoledì 29 aprile, sulle iniziative per fronteggiare le conseguenze dell'emergenza epidemiologica nel settore dell'informazione. Da un «rafforzamento – ha anticipato – degli incentivi alla ripresa degli investimenti pubblicitari da parte delle imprese», con un ampliamento della percentuale del credito di imposta e la previsione di conseguenti risorse a copertura del provvedimento; all'introduzione di «un credito di imposta ad hoc per i servizi digitali, di server, hosting e banda larga rivolto alle testate online», fino a un «credito di imposta per l'acquisto della carta per i giornali» da destinare alle aziende che non accedono ad altri sostegni.
Con particolare attenzione al sistema dell'informazione primaria; all'Inpgi, per il quale si valuta «l'opportunità di differire il termine per il completamento della procedura di riequilibrio dei conti, oggi fissato al 30 giugno 2020»; al contrasto del lavoro precario e alla tutela del lavoro giornalistico, in particolare quello dei giovani e dei lavoratori autonomi; alla rete delle edicole e al servizio consegna a domicilio dei giornali; ai temi del copyright, con l'auspicio che l'Italia possa in temi rapidi recepire la direttiva europea, e della lotta alla pirateria.
E con la premessa che «in questa fase di pandemia l'informazione ha dimostrato la sua funzione essenziale di servizio pubblico, contribuendo, a fronte della inedita limitazione delle libertà personali, a contenere il contagio e a tenere aperto quello spazio di libertà di espressione che è essenziale per ogni democrazia», ha osservato Martella. Il tutto nella cornice di 'Editoria 5.0', confidando che entro la prossima legge di bilancio possano essere gettate le fondamenta della riforma di sistema.
Anticipazioni che manifestato la volontà del governo di sostenere la filiera dell'informazione, apprezzate dalla Fnsi. «Nella difficile situazione che vive il Paese, il mondo dei media continua a svolgere il proprio ruolo essenziale e insostituibile per la formazione di un'opinione pubblica consapevole, ma avverte il peso della contrazione dei ricavi dovuta in massima parte alla riduzione massiccia di investimenti pubblicitari. Per questo sono condivisibili le misure di sostegno annunciate dal sottosegretario Martella, che ha recepito anche le istanze avanzate dalla Federazione nazionale della Stampa italiana nel corso delle numerose interlocuzioni e videoconferenze di queste settimane», commenta il segretario generale Raffaele Lorusso.
«I provvedimenti che saranno inseriti nel decreto annunciato dal governo – aggiunge – sono necessari per affrontare la fase legata all'emergenza Covid-19, alleviando le difficoltà di tutti gli organi di informazione, dalla carta stampata alle agenzie di stampa, dai siti web alle emittenti locali. Allo stesso tempo, la Fnsi condivide la volontà del sottosegretario all'Editoria di riprendere in modo organico e strutturale il confronto sulla nuova legge dell'editoria 5.0, partendo dalla definizione dell'equo compenso per i lavoratori autonomi e di misure di contrasto del lavoro precario per assicurare a tutti i giornalisti il giusto contratto».
La Fnsi accoglie inoltre con favore la 'dichiarazione di guerra' alla pirateria digitale e la volontà di recepire in tempi brevi la direttiva europea sul diritto d'autore. «Su questo fronte – osserva Lorusso – il sindacato dei giornalisti italiani ribadisce il proprio impegno, iniziato in sede europea e portato avanti a livello nazionale. Riconoscere la giusta remunerazione a chi investe e produce informazione, ossia editori e giornalisti, non vuol dire mettere in discussione la libertà della rete, ma affermare il principio costituzionale secondo cui chi utilizza il lavoro altrui deve adeguatamente remunerarlo».
Purtroppo, conclude il segretario Fnsi, «l'informazione professionale viene quotidianamente saccheggiata dai giganti della rete, che realizzano profitti ingenti con il traffico dei dati e con la raccolta pubblicitaria. È tempo che una parte di quei profitti, che peraltro godono di una sostanziale assenza di tassazione, ritorni a chi investe per produrre informazione. Non sono in gioco soltanto la sopravvivenza di numerose aziende editoriali e migliaia di posti di lavoro, ma anche e soprattutto la tenuta e la sopravvivenza delle stesse istituzioni democratiche. Su questo tema, che chiama in causa il rapporto delicato fra democrazia e diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, così come su quelli citati dal sottosegretario Andrea Martella, la Fnsi è pronta a proseguire e intensificare il confronto».