La tavoletta ridarà agli editori la speranza di tornare a far cassa con l’ informazione? Se Ken Doctor (NiemanLab) sostiene che la ‘’rivoluzione dell’ iPad è ormai imminente’’ e le proiezioni per il 2011-2012 parlano di 70 milioni di unità vendute solo negli Usa, qualcuno comincia a chiedersi: da dove viene il tempo dedicato alle tavolette? Se la migrazione fosse troppo rapida ci sarebbe il rischio di scompensi a livello economico per gli editori dei giornali, poiché le entrate digitali non rappresentano più del 16 % degli introiti complessivi – Non appena il tablet avrà terminato la prima fase di penetrazione e la pubblicità ne avrà invaso ogni angolo (performance advertising, marketing diretto iper-personalizzato, social marketing, offerta di coupon geo-targettizzati ecc.), i prezzi delle inserzioni crolleranno; ma quando, quanto velocemente e a che livello di stabilità? – Intanto come segnala Frédéric Filloux i magazine adattati all’iPad stanno fallendo la propria missione, e a soli sei mesi dall’entusiasmo iniziale, l’umore sta già volgendo al grigio – D’ altra parte, chiedere ad un consumatore digitale di pagare lo stesso prezzo per un prodotto elettronico dal vantaggio discutibile è una cattiva idea: intanto perché evidenzia l’attitudine degli editori di voler comunque continuare a difendere il cartaceo. E poi perché rivela una tendenza a cedere alla pressione finanziaria a breve termine – E produce due conseguenze pericolose: innanzitutto, scoraggia la vera innovazione; in secondo luogo, favorisce i cosiddetti pure player, liberi dal fardello del passato – Insomma, la situazione (come al solito) è molto complicata
L’ iPad e i suoi fratelli sono stati senz’ altro l’ oggetto tecnologico – e non solo – più atteso, dibattuto e acquistato del 2010. Se si definisse il tablet “oggetto dell’ anno”, plausibilmente nessuno avrebbe da obiettare. Ma la tavoletta ha fatto molto di più: ha ridato una speranza agli editori (e ai pubblicitari, e agli uomini di marketing), quella di poter finalmente tornare a far cassa con il proprio prodotto: l’informazione.
Su questo come su altri aspetti, però, gli esperti cominciano a dividersi.
Un articolo di Andrea Fama su Lsdi.