E' morto la scorsa notte all'ospedale di Giulianova (Teramo), all'eta' di 96 anni, Enrico Carli, decano dei giornalisti abruzzesi. Carli era stato iscritto all'albo dei giornalisti il 24 maggio del 1957. Nella sua lunga carriera professionale aveva ricoperto importanti incarichi: corrispondente del Messaggero, del Giornale Rai Abruzzo, di Momento Sera, Giornale d'Italia, Corriere dello Sport, ma soprattutto capo della redazione aquilana del quotidiano Il Tempo.
"Con Enrico Carli - commenta il presidente dell'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo, Stefano Pallotta - scompare l'ultimo giornalista di quella generazione che ha fatto la storia della nostra professione in Abruzzo. "Sotto la sua direzione sono cresciuti giovani che hanno raggiunto i livelli piu' alti del giornalismo - ha aggiunto il presidente Pallotta - questo lo entusiasmava e lo rendeva orgoglioso. Orgoglio di essere giornalista che aveva manifestato ancora lo scorso dicembre quando la giuria del Premio Polidoro gli aveva assegnato il riconoscimento alla carriera". Nell'interpretare i sentimenti dei colleghi abruzzesi, Pallotta esprime alla famiglia il cordoglio dell'intera categoria.
I funerali si terranno domani all'Aquila alle 11,30 nella chiesa del cimitero. (L'AQUILA, 3 APRILE - AGI)
GIORNALISTI: BRUNO VESPA, DEVO A ENRICO CARLI LA MIA PROFESSIONE
"Se faccio questo mestiere lo devo a lui. Fu Enrico Carli ad ammettermi nella redazione aquilana de 'Il Tempo' nel '60, quando avevo solo sedici anni e fu sempre lui nel '62 a chiedermi di fargli da vice corrispondente per la Rai". Così Bruno Vespa ricorda il decano dei giornalisti abruzzesi morto la notte scorsa a Giulianova. "Carli mi ha insegnato a scrivere notizie e articoli con uno stile secco, assai diverso dalle ridondanze tipiche di molti cronisti, locali e non".
Vespa definisce Carli come un "professionista prudente e scrupoloso", che non aveva una gran voce, e così "con molto sollievo mi affidò per la prima volta i microfoni della Rai che non avrei più abbandonato". "Mi dispiace profondamente - conclude Vespa - che il terremoto lo abbia costretto a morire lontano dalla sua amatissima città". (ROMA, 3 APRILE - AGI)