«Era orgoglioso e appassionato del suo lavoro. Sempre gentile. Pronto a partire. Un professionista che amava la tv, amava la Rai, credeva nel Servizio Pubblico». L'esecutivo Usigrai ricorda così Sandro Petrone, inviato di guerra e conduttore, storico volto del Tg2, morto venerdì 15 maggio 2020 a 66 anni a causa di una grave malattia.
«Sandro Petrone è stato un volto, è stato una firma. Ed è stato anche un docente per decine di giovani professionisti alla Scuola di Giornalismo di Perugia, ai quali trasmetteva la passione e la competenza per la televisione come linguaggio. Non ha mai nascosto la sua malattia. Anzi, ha lottato con grinta e determinazione. Ha portato sempre con sé l'orgoglio delle sue origini napoletane, e l'amore per la musica coltivato sin dagli anni '70 insieme ai migliori interpreti e rappresentanti della musica partenopea», aggiunge l'Usigrai, che rivolge «alla sua famiglia, l'abbraccio delle giornaliste e dei giornalisti della Rai».
Il Cdr del Tg2: «Dolore grandissimo»
«La notizia della scomparsa di Sandro Petrone provoca in tutta la redazione del Tg2 un dolore infinito. È stato una colonna del nostro telegiornale per decenni, un esempio per tanti colleghi per la passione che metteva in ogni suo servizio, che fosse da una zona di guerra, o dalla scrivania della redazione poco importava». Così in una nota il Cdr del Tg2 ricorda lo storico conduttore Sandro Petrone scomparso oggi.
«Nel suo lavoro di inviato nelle situazioni più delicate Sandro ha raccontato tanto dolore e tanta sofferenza con un tratto di umanità unico. La stessa umanità che ha messo nel raccontare la propria sofferenza alle prese con un cancro con cui ha dovuto combattere per anni. Lo ha fatto con le parole e con le note, perché accanto al giornalismo l'altra sua grande passione era la musica. E noi vogliamo salutarlo con il primo verso di una sua canzone: "Io che ho attraversato la morte so raccontare cosa è combattere...". Ciao, Sandro, ci mancherai tantissimo», conclude il Comitato di redazione del Tg2. (Adnkronos)